Zerocinquantuno
·11 dicembre 2024
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Nell’inferno dell’Estádio da Luz, contro un Benfica in cerca di punti preziosi per blindare l’accesso quantomeno ai playoff, il Bologna si gioca tutte in una sera le ultime chance di tenere vivo il proprio cammino in Champions League. Italiano guarda però anche al campionato, con la sua ex Fiorentina all’orizzonte, e opera un massiccio turnover rispetto alle ultime uscite assegnando una maglia da titolare a Posch, Casale, Ferguson, Moro, Urbanski, Fabbian, Iling-Junior e Dallinga, con Skorupski, Beukema e Holm (a sinistra, vista la contemporanea assenza di Lykogiannis e Miranda) a completare il consueto 4-2-3-1. Sul versante opposto Bruno Sage si schiera invece secondo un 4-3-3, con Araujo e Otamendi al centro della difesa, Florentino in cabina di regia e Pavlidis (obiettivo di Sartori e Di Vaio la scorsa estate) unica punta, supportato sulle ali da Di Maria e Akturkoglu. A sostegno della fede rossoblù più di tremila calorosissimi tifosi arrivati dal capoluogo emiliano, perché il cuore va oltre a classifiche e percentuali. Neanche il tempo di battere il calcio d’inizio che i padroni di casa sono già in vantaggio: passaggio osceno di Beukema per Casale, Di Maria intercetta e serve subito Pavlidis, che insacca col ‘cucchiaio’. Nulla di fatto, però, perché il greco viene pescato in fuorigioco dal VAR e la rete annullata. E allora gli ospiti, passato lo spavento, cominciano sul serio la loro gara: al 5′ Fabbian calcia male da una zolla favorevole, e al 10′ Trubin ferma in uscita bassa Dallinga, che su lancio di Urbanski prolungato dallo stesso Fabbian aveva provato a saltarlo. I ritmi non sono troppo alti ma le chance, vere o potenziali, non mancano: al 16′ sinistro in corsa di Pavlidis che sfiora la traversa, al 29′ staffilata di Di Maria sul corpo di Casale, e al 36′ insidioso inserimento di Aursnes stoppato in area ancora dall’ex Lazio. Il tutto mentre il BFC si fa comunque apprezzare per coraggio, aggressività, palloni recuperati e falli conquistati, facendo spazientire in più di un’occasione il pubblico portoghese. Pubblico che torna ad accendersi a ridosso dell’intervallo, quando prima una volée di Di Maria su cross al bacio di Carreras chiama Skorupski ad una parata non semplice, poi un mancino proprio del laterale spagnolo viene respinto di schiena da Beukema. E così si va al riposo sullo 0-0. In avvio di ripresa i rossoblù tornano a battere un colpo e lo fanno di nuovo con Dallinga, che da posizione defilata scalda i guantoni a Trubin, quindi i lusitani si rimettono a spingere forte e al 10′ Pavlidis impegna Skorupski su assist del solito scatenato Di Maria. Al 16′ ci prova invece Bah, ma il suo potente tiro-cross non inquadra il bersaglio. Un brivido davvero enorme i felsinei lo corrono al 17′: traversone basso di Aursnes smanacciato da Skorupski, la sfera resta lì e Beukema salva da campione quasi sulla linea il tap-in di Pavlidis. Dopo l’ennesimo rischio corso, con Posch bravo a sbrogliare una brutta matassa al 24′, e vedendo i suoi ragazzi in affanno, attorno alla mezzora Italiano decide di effettuare quattro cambi: fuori Casale, Moro, Urbanski e Fabbian, dentro Lucumí, Freuler, Ndoye e Pobega. Sage, che sente il profumo del sangue, risponde gettando nella mischia Amdouni, Beste e Cabral, vecchia conoscenza viola. Il più pericoloso del lotto è senza dubbio Amdouni, che nell’ultimo quarto d’ora chiama Skorupski a due interventi da campione e vede un suo ulteriore tentativo murato di spalla da Ferguson. Negli ultimi giri di lancette il Bologna difende strenuamente lo 0-0, punteggio che vorrebbe dire eliminazione ormai prossima (2 punti contro gli 8 di Manchester City, PSV Eindhoven e Dinamo Zagabria, che chiudono la zona playoff) ma anche tanta autostima per il prosieguo della stagione. Sul campo si rivedere Corazza (in luogo di Posch, frenato dai crampi), all’esordio europeo, e fra il 48′ e il 49′ Iling-Junior di testa e Ndoye sul destro hanno addirittura due mezze occasioni per punire i portoghesi, poi di nuovo velenosi a fil di triplice fischio con un paio di corner su cui la retroguardia rossoblù e un monumentale Skorupski fanno ottima guardia. Il Benfica non sfonda e il triplice fischio di Petrescu, autore di una direzione di un’ottima direzione all’interno di una vera e propria bolgia, certifica il pareggio. Un pareggio frutto di una prestazione contraddistinta da enorme sofferenza in vari momenti ma pure di coraggio, grinta, personalità e qualità. Perché per uscire con un risultato positivo da uno stadio del genere, contro una squadra del genere, servono tutte queste cose. E se a fornirle sono le tue seconde linee o quasi, l’orgoglio è ancora maggiore. Complimenti BFC: mai come stasera, andando oltre i tuoi limiti, sei stato davvero da Champions.
BENFICA-BOLOGNA 0-0
BENFICA (4-3-3): Trubin; Bah, Araujo, Otamendi, Carreras; Aursnes, Florentino, Kokcu (35′ st Cabral); Di Maria, Pavlidis (27′ st Amdouni), Akturkoglu (27′ st Beste). A disp.: Soares, Gomes, Silva, Amdouni, Cabral, Barreiro, Schjelderup, Prestianni, Kaboré, Rollheiser, Beste, Bajrami. All.: Sage
BOLOGNA (4-2-3-1): Skorupski; Posch (43′ st Corazza), Beukema, Casale (28′ st Lucumí), Holm; Ferguson, Moro (28′ st Freuler); Urbanski (28′ st Ndoye), Fabbian (28′ st Pobega), Iling-Junior; Dallinga. A disp.: Bagnolini, Ravaglia, Erlic, Castro, Odgaard. All.: Italiano