Julio Cruz: «Castellanos? Ai tifosi PIACCIONO i giocatori argentini, ho sempre pensato che la Lazio fosse una squadra IMPORTANTE. Vi RACCONTO i derby della mia carriera» – ESCLUSIVA | OneFootball

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·4 ottobre 2024

Julio Cruz: «Castellanos? Ai tifosi PIACCIONO i giocatori argentini, ho sempre pensato che la Lazio fosse una squadra IMPORTANTE. Vi RACCONTO i derby della mia carriera» – ESCLUSIVA

Immagine dell'articolo:Julio Cruz: «Castellanos? Ai tifosi PIACCIONO i giocatori argentini, ho sempre pensato che la Lazio fosse una squadra IMPORTANTE. Vi RACCONTO i derby della mia carriera» – ESCLUSIVA

Julio Cruz, ex attaccante argentino della Lazio, ha parlato della squadra di Baroni e di molto altro in esclusiva ai microfoni di Lazionews24

Ai microfoni di Lazionews24 è intervenuto in esclusiva Julio Cruz, attaccante argentino che ha indossato la maglia biancoceleste nella stagione 2009/2010. Tra i diversi temi affrontati, l’ex calciatore ha espresso la sua opinione sulla Lazio di Baroni e ci ha raccontato delle sfide di cui è stato protagonista nei derby e nelle partite con la Nazionale argentina.


La Lazio ieri ha vinto 4-1 contro il Nizza. Sulla base degli ultimi risultati, come giudica questa squadra ed il suo allenatore?


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«È normale che un allenatore nuovo deve prima conoscere tutti i giocatori e la piazza in cui arriva, e quella della Lazio è molto importante. Credo che Baroni lo stia facendo benissimo. Si è meritato questa opportunità per quello che ha fatto con il Verona e con altre squadre. Adesso si sta vedendo tutto il suo lavoro. Ieri hanno giocato una bellissima partita e hanno meritato di vincere, a maggior ragione in una competizione europea dove è tutto più difficile».

Uno dei protagonisti della partita di ieri è stato il suo connazionale Castellanos, il quale ha messo a segno una doppietta. Che cosa ne pensa di questo giocatore?

«Si sapeva che era un giocatore importante. Ha fatto fatica la prima stagione, ma dopo un anno di esperienza con la Lazio sta trovando la giusta condizione e sta mostrando le sue qualità. Mi fa piacere perché è un ragazzo che lavora molto ed il lavoro viene ripagato con i gol. Ai tifosi della Lazio piacciono i giocatori argentini e lo stanno sostenendo dal primo giorno in cui è arrivato».

Considerando che da questa stagione non scenderanno squadre dalla Champions League, la Lazio può puntare alla vittoria dell’Europa League?

«Io sono stato alla Lazio e ho sempre pensato che è una squadra importante in Italia. Penso che la società e tutti i giocatori vogliano vincere l’Europa League, perché è una competizione che ti dà prestigio e che ti permette di ottenere più visibilità in tutto il mondo».

Nel corso della sua carriera ha giocato molti derby, anche quello tra Lazio e Roma. Qual è quello che le è rimasto più impresso?

«È una domanda difficile. Ogni derby è a sé, perché ha la sua partita, la sua città e i suoi tifosi. La prima che mi viene in mente è Inter-Juve perché è molto sentita in Italia, anche più di Inter-Milan. È stata una partita molto importante e bella da giocare. Anche River-Boca, Ajax-Feyenoord e Bologna-Parma mi sono piaciuti, cambia soltanto il livello della storia di ogni club. Lazio-Roma è molto sentito, soprattutto per i tifosi che vivono questo derby con grande emozione».

Suo figlio Juan Manuel gioca nel Verona. Come si sta adattando al calcio italiano? In futuro c’è la possibilità di vederlo alla Lazio proprio come suo padre?

«Mio figlio ha esordito l’anno scorso a Verona, proprio con Baroni, contro il Torino. Ha giocato un paio di partite, ma poi si è fatto male al polso ed è stato operato. È rientrato a gennaio e ha giocato contro la Roma all’Olimpico, ma dopo due o tre partite ha avuto un problema al tendine del quadricipite e si è fermato per un mese. Quest’anno, durante un’amichevole in ritiro, ha avuto una ricaduta e due mesi fa si è operato in Finlandia. Adesso sta recuperando e ha voglia di farsi vedere. Ha avuto molta sfortuna e mi auguro che questo sia stato l’ultimo infortunio. Quando lo vedono tutti gli chiedono se giocherà nell’Inter, nella Lazio o nel Bologna proprio come suo papà, però io mi auguro che trovi la sua strada e che faccia la sua carriera. Mi fa piacere avere un figlio che è un professionista e che sta costruendo la sua carriera. Quando rientrerà dall’infortunio sono sicuro che farà vedere a tutti quello che sa fare. Questi problemi sono normali per un calciatore, quindi non si può dare la colpa a nessuno».

Lei detiene un record: è stato il primo giocatore della storia dell’Inter a segnare in sei diverse edizioni della Champions League. Martedì sera questo record è stato eguagliato da Lautaro Martinez, che considerazione ha di questo giocatore? Le fa piacere che sia stato raggiunto da un altro argentino?

«Mi fa piacere perché è argentino e perché è un giocatore forte che ha vinto tante competizioni, come il Mondiale e la Coppa America. È bello far parte della storia di una società, ma credo che tutti quelli che sono passati in qualsiasi club fanno parte della storia di quella squadra. Io mi sento parte della storia della Lazio, anche se ci sono stato per poco tempo. Ad esempio mi ricordo quando abbiamo vinto la Supercoppa italiana a Pechino contro l’Inter. Mi fa piacere per Lautaro perché lavora tantissimo e perché negli ultimi mesi è stato criticato. Nella vita di un attaccante capita di avere un momento no e di non riuscire a fare gol, è successo anche a me e ad altri bomber. Secondo me Lautaro può lottare per il Pallone d’Oro e mi auguro che lo possa vincere».

Lei ha avuto modo di giocare anche con la Nazionale argentina. Ci può spiegare la differenza tra le squadre di club e le Nazionali? E come può rialzarsi l’Italia dopo l’eliminazione agli ottavi dell’Europeo?

«Questa domanda ce la facevamo anche noi. In Nazionale avevamo grandissimi giocatori come Crespo, Batistuta, Veron e Almeyda. Eravamo una squadra fortissima, con grandissimi uomini, però non siamo riusciti a vincere niente. Tutti ci chiedevamo come mai non riuscivamo a conquistare titoli, anche perché ognuno di noi vinceva tutto o quasi tutto con il proprio club. L’Italia ha vinto il Mondiale del 2006 e aveva grandissimi giocatori. Quello di adesso credo che sia soltanto un periodo e che Spalletti stia rimettendo a posto le cose. Non ci dimentichiamo che con Mancini, che ha fatto un grande lavoro, ha vinto l’Europeo».

Dopo sei giornate, in testa alla classifica c’è il Napoli di Antonio Conte. Quale squadra l’ha convinta di più in questo avvio di stagione e chi è secondo lei la favorita per la vittoria dello scudetto?

«Io ho sempre detto che il calcio italiano è il più difficile al mondo. Vederlo da fuori sembra facile, ma non è così. Il Napoli è in testa, ma se andiamo a vedere aveva perso 3-0 contro il Verona nella prima giornata. La squadra di Conte non gioca nessuna competizione europea, a differenza di Milan, Inter e Juve, e questo è importante. Secondo me, però, la favorita è l’Inter. Vedo la Juve molto migliorata grazie al lavoro di Thiago Motta, che sta confermando quello che ha fatto a Bologna e con lo Spezia. È arrivato nel momento giusto alla Juve. E poi c’è anche il Milan. Queste quattro o cinque squadre hanno i giocatori per provare a vincere lo scudetto».

Si ringrazia Julio Cruz per la cortesia e la disponibilità dimostrate nel corso di questa intervista.

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