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Emanuele Garbato·11 ottobre 2024
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Emanuele Garbato·11 ottobre 2024
Una partita completamente a due facce quella che l'Italia ha disputato contro il Belgio all'Olimpico terminandola sul 2-2. Impeccabile fino al cartellino rosso rimediato da Lorenzo Pellegrini, degna del secondo tempo disputato contro la Francia a settembre.
Ricca di comprensibile sofferenza, ma anche di inattesa paura, frettolosità e ingenuità con l'uomo in meno. Gli errori individuali e di squadra in occasione dei gol avversari gridano vendetta.
Di seguito un'analisi di quello che ha funzionato meglio e quello su cui invece bisogna ancora lavorare a seguito del match.
📸 Emmanuele Ciancaglini - 2024 Emmanuele Ciancaglini
Sin troppo facile esaltare i due quinti, ma al di là delle due azioni dei gol la loro prestazione è semplicemente superlativa. Dimarco si comporta da vero e proprio regista della squadra, assumendosi il rischio di tentare (con ottime percentuali di riuscita) tutte le giocate tecniche più rischiose. Cambiaso è un treno, ma di quelli che sanno percorrere tanti binari. Non sempre e non solo largo a destra, ma anche capace di partire palla al piede e accentrarsi oppure di inserirsi in posizioni più interne. Due dei principali motivi per cui Spalletti ha cambiato sistema di gioco vanno ricercati proprio in questi calciatori meravigliosi che stanno finalmente esprimendo il meglio di sé in Nazionale.
📸 Claudio Villa - 2024 Getty Images
Nella ripresa calano, certo. Ma anche i loro errori sono figli di una squadra che perde metri, distanze e certezze. Fin quando la gara si disputa 11 vs 11 giganteggiano. I migliori nella sfida con la Francia si confermano a livelli eccelsi anche in questo nuovo prestigioso appuntamento. Recuperano palla, dirigono la manovra, dettano i tempi e hanno la qualità nel piede e la fantasia in testa per disegnare anche le tracce giuste coi loro passaggi. Un duo di una solidità impressionante che sa adattarsi ai ritmi alti del grande calcio senza perdere quella pulizia nel controllo e nello smistamento della sfera tipica di chi ha doti superiori.
📸 Emmanuele Ciancaglini - 2024 Emmanuele Ciancaglini
Ogni volta che l'Italia ha tenuto palla nel secondo tempo ha dato la netta sensazione di poter soffrire molto meno di come ha fatto. Non basta l'inferiorità numerica a cancellare la sostanziale superiorità mostrata fino al cartellino rosso di Lorenzo Pellegrini. La squadra non soltanto ha accusato il colpo regalando con troppa leggerezza l'1-2 patendo uno schema da palla inattiva bello ma leggibile, ma non è riuscita a scuotersi in modo proficuo né dopo il gol né all'intervallo. Il problema non è stato di natura tattica, anzi. Gli uomini di Spalletti hanno coperto bene il campo rendendo spesso sterile il predominio territoriale avversario, ma sono incappati in una serie di scelte sciagurate che sono spiegabili soltanto analizzando la questione sul piano psicologico.
📸 Emmanuele Ciancaglini - 2024 Emmanuele Ciancaglini
Le responsabilità del calciatore sul rosso a Pellegrini sono oggettive, ma non è quello l'episodio che più spinge a interrogarsi. L'errore da ultimo uomo che lo porta a intervenire su Openda rischiando (tantissimo) di vedersi fischiare rigore contro evidenzia caratteristiche non proprio adatte a una posizione così delicata. Bastoni ha tantissime qualità, sia puramente difensive che di palleggio. Raramente, però, si può affermare come il calciatore più attento della linea. Per non scegliere tra lui e l'altro mancino Calafiori, il CT Spalletti sta lasciando fuori in questo disegno iniziale Alessandro Buongiorno che è decisamente più tagliato per l'interpretazione della posizione richiesta. Si tratta di un tema che andrà affrontato.