❗ Cittadella, Marchetti: “Responsabilità mie: miracolo possibile, ma forse qualche giocatore non ci crede! Su Diaw e Dal Canto…” | OneFootball

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·8 maggio 2025

❗ Cittadella, Marchetti: “Responsabilità mie: miracolo possibile, ma forse qualche giocatore non ci crede! Su Diaw e Dal Canto…”

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Stefano Marchetti, direttore generale del Cittadella, ha analizzato la complicatissima stagione dei granata – al penultimo posto in classifica a due giornate dal termine della regular season – sulle colonne de Il Mattino di Padova.

«Per come vivo io questo mestiere è durissima accettare la situazione. Ma se ci crediamo davvero, il miracolo si può fare. Questo non è più il tempo delle parole, bensì dei fatti».


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«Ho sentito fin troppe volte dire “ci credo ancora”. Le parole non servono, anche perché ne abbiamo ascoltate tantissime in queste settimane e mesi. Se davvero vogliamo salvarci, dobbiamo dimostrarlo sul campo. Lotta, coraggio, testa: senza questo, si scende».

«Non possiamo più farci fermare dai mille demoni che sentiamo dentro di noi: serve unità. Purtroppo non siamo in un sport individuale, questo è calcio. Dobbiamo crederci tutti. Forse qualche giocatore l’ha fatto meno o non l’ha fatto proprio, pensando bastassero le parole. Detto questo, non molleremo fino all’ultimo secondo di questa stagione».

«Responsabilità? Me le sono sempre prese nei 23 anni a Cittadella. I numeri sono chiari, se ci troviamo in questa situazione non ha sbagliato solo una persona, ma in tanti. Ovviamente io mi assumo tutte le responsabilità del caso, perché ho scelto tutti gli uomini, dagli allenatori ai giocatori. Se siamo a un passo dalla retrocessione, le colpe sono mie».

«La giocata dello Stirpe si fa con coraggio e spensieratezza. Non certamente giocando orizzontalmente o peggio ancora passando la palla indietro. Purtroppo queste cose è l’ennesima volta che le ripeto. Ora parlare, serve davvero a poco solo se hai coraggio. Se la palla la dai indietro o in orizzontale, il gol non arriva. Ma sono cose che abbiamo ripetuto centomila volte. Per questo, ora, parlare serve a poco».

«Diaw? È probabilmente il più grande rimpianto. Averlo o non averlo sta facendo tutta la differenza del caso. Conosco Davide benissimo, come uomo e come calciatore. È tornato a Cittadella con motivazione ed ottimi propositi, era un giocatore che poteva darci molto. Per le condizioni in cui è arrivato, contavamo che potesse giocare nel giro di dieci giorni. Mi fa male non sia mai stato a disposizione e spero non sia determinante. Con Diaw in condizioni normali, e Okwonkwo come oggi, avevamo sulla carta punte in grado di dire la loro in questa categoria. Aggiungo un’altra cosa: chi parla di un numero maggiore di scommesse rispetto agli altri anni, dico che non è così. Su Diaw sapevamo perfettamente cosa poteva dare».

«Dal Canto sta dando tutto quello che può, esattamente come prima di lui anche Edoardo Gorini. A Cittadella il tecnico è una parte di un ingranaggio funzionale alla macchina, ma non il motore. Come ho detto prima, mi aspettavo di più da tutti. In primis da parte mia e continuo a dire che le colpe di questa situazione sono mie. Lo credo ora e lo crederò anche alla fine del campionato, qualunque siano i risultati».

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