Investire un euro nello sport italiano ne porta 24 di ricavi. Però gli stadi sono ancora una piaga | OneFootball

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Calcio e Finanza

·15 December 2024

Investire un euro nello sport italiano ne porta 24 di ricavi. Però gli stadi sono ancora una piaga

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L’Osservatorio sullo Sport System di Banca Ifis, giunto ormai alla sua terza edizione, è sempre una notevole fucina di informazioni per chi come Calcio e Finanza e il suo web magazine Sport e Finanza, concentra la propria attività sugli aspetti economici del calcio e delle altre discipline sportive. Anche la pubblicazione di quest’anno, resa noto al pubblico a Roma alla presenza del presidente dell’istituto di credito Ernesto Fürstenberg Fassio e del numero uno del CONI Giovanni Malagò, ancora una volta ha tenuto fede alla sua missione, dando un gran numero di spunti per chi vuole analizzare questo comparto.

Tra questi, parlando in mero senso economico, emerge come lo Sport System italiano nel 2023 abbia prodotto 119,6 miliardi di ricavi, un dato in crescita del +17% rispetto ai 102,1 miliardi dell’anno precedente. Ed è evidentemente un dato rilevante che mostra lo stato di salute dell’ecosistema sportivo nazionale.


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Entrando nello specifico, a spingere la crescita dei ricavi è stata soprattutto l’espansione del turismo sportivo, il cui giro d’affari nel 2023 è salito del +65% a un valore complessivo di 11,9 miliardi. Nei fatti un italiano su due ha dichiarato di aver seguito dal vivo un evento sportivo nel corso del 2023. In particolare, a ispirare i viaggi legati allo sport sono stati soprattutto il calcio, il ciclismo e gli sport motoristici. Oltre al turismo sportivo, molto positivo si è confermato il contributo delle imprese produttrici: queste hanno proseguito la crescita già registrata nel 2022, segnando un +15% anno su anno, grazie soprattutto alla performance positiva dei comparti dell’abbigliamento (+42%) e delle attrezzature (+53%).

E in contesto economico generale non rassicurante a livello mondiale, non si può non notare come la crescita dei ricavi abbia avuto ricadute positive a livello occupazionale: gli impiegati nel settore sono saliti di oltre 2mila unità, passando dai 405mila del 2022 ai 407mila del 2023. L’aumento occupazionale è andato di pari passo con l’aumento del numero delle società sportive, che sono cresciute del +16%, in linea con la crescita della popolazione attiva italiana che fa sport (38,2 milioni di persone a fine 2023 contro i 37,1 di fine 2022).

L’evoluzione degli investimenti nello Sport System

Soprattutto però in sede di analisi è importante evidenziare come questa spinta sistemica abbia aumentato in maniera significativa anche il moltiplicatore degli investimenti nello Sport System: l’indicatore mostra un sensibile aumento da 20,6x a 23,5x, evidenziando il ruolo crescente del comparto come strumento di creazione di valore per l’economia e la società. In pratica nel 2023 il moltiplicatore degli investimenti ha evidenziato che a 1 milione di euro di investimenti pubblici sono corrisposti 8 milioni di euro di investimenti privati e quasi 24 milioni di euro di ricavi (erano 21 milioni di euro nel 2022).

Non solo, ma la presentazione della terza edizione dell’Osservatorio, è stata anche l’occasione per rinnovare l’impegno di Banca Ifis a favore dello sport giovanile, attraverso borse di studio per un valore complessivo di 160mila euro erogate ai giovani atleti medagliati juniores del CONI. Una iniziativa giunta ormai al quarto anno che ha erogato complessivamente 640mila euro e che produce un impatto sociale quattro volte superiore rispetto all’investimento.

Il problema delle infrastrutture in Italia

Limitando la nostra analisi allo sport di vertice, è evidente che questo tema in Italia non può non legarsi a un problema che sembra quasi invincibile per il nostro Paese, ovvero quello infrastrutturale, dove oramai Italia sconta un ritardo noto, se non arcinoto. Basti pensare d’altronde che secondo il Report Calcio della FIGC, i 17 stadi della Serie A 2022/23 presentavano una età media di 66 anni. Un record negativo tra i Paesi occidentali più sviluppati e che:

  1. non solo limita i nostri club sul fronte delle entrate economiche. Perché impianti di nuova ideazione consentono una maggiore fruibilità degli spazi in senso commerciale e di corporate hospitality;
  1. ma anche pone un problema di sicurezza pubblica per lo Stato e le autorità competenti.

In questo quadro vi è un combinato disposto di tre elementi non necessariamente collegati tra loro che però possono rappresentare nel medio termine una grossa opportunità per il Paese sia in termini di crescita economica sia di posti di lavoro. Ovvero:

  • in primo luogo, il notevole ritardo sull’impiantistica che impone al governo o a chi per esso di modernizzare il parco stadi,
  • la corsa per essere pronti per il 2032, quando il nostro Paese organizzerà l’Europeo per nazioni assieme alla Turchia, che per altro ha già otto impianti pronti per l’evento,
  • E a queste si associa la convenienza di investire nello sport illustrata nell’Osservatorio di Banca Ifis. Come a dire che i soldi investiti molto probabilmente sapranno compensare (se non di più) la spesa.

È evidente che uno dei grandi ostacoli su questo argomento sia la burocrazia che spesso ha impedito di procedere con una certa velocità. Nello specifico i casi di Milano (e il tormentone su San Siro) e di Roma sono emblematici di quanti passaggi legali siano necessari prima di avere una qualsivoglia minima autorizzazione per un nuovo impianto. Non a caso in passato si era ventilata l’ipotesi di istituire un commissario straordinario per snellire le pratiche per la costruzione di nuovi stadi, ipotesi che ora sembra essere tornata nel centro della scena. «Sto valutando, insieme ai colleghi di Governo, l’individuazione di un commissario straordinario con poteri speciali per accelerare ulteriormente, senza saltare alcun passaggio di garanzia, e consentendo a tutti di avere parità di trattamento a ogni latitudine del Paese senza subire la personalizzazione delle sensibilità di chi gestisce. Mi auguro passi l’idea di un modello nuovo, un metodo di lavoro che sono sicuro porterà a questa accelerazione», ha spiegato Andrea Abodi, ministro per lo sport e i giovani durante la presentazione dello studio “100 Italian stories Sport Facilities” tenutosi presso la sala Europa Experience David Sassoli a piazza Venezia. Abodi ha poi spiegato come lo stadio sia «l’elemento più visibile di una città e di una nazione. Noi parliamo di stadi e di vincoli, mentre gli altri Paesi rispettano la propria storia mettendola al servizio del futuro e non in antagonismo; sono troppi anni che diciamo le cose giuste ma non riusciamo a realizzarle».

Abodi potrebbe dare qualche informazione in più già in serata visto che il ministro è impegnato insieme al presidente del Milan Paolo Scaroni, al presidente della Lega Nazionale Dilettanti Giancarlo Abete, alla presidentessa del calcio femminile Federica Cappelletti e al ceo di DAZN per l’Italia Stefano Azzi a un convegno denominato La via italiana per la riforma del calcio all’interno di Atreju, la manifestazione di Fratelli d’Italia in corso al Circo Massimo di Roma.

Quel che è certo è che qualora i procedimenti ne risultassero veramente velocizzati, il Paese ne trarrebbe un grande beneficio. In primo luogo, perché non ci vorrebbero anni per svecchiare un parco stadi con un’età media non da nazione sviluppata e che pone un problema di sicurezza pubblica al Paese. In seconda istanza perché probabilmente si giungerebbe in tempo all’appuntamento con EURO 2032. E da ultimo, per parlare ancora dei dati dell’Osservatorio sullo Sport System di Banca Ifis, darebbe un ulteriore impulso a quel turismo sportivo che ha già mostrato di essere un volano importante per l’intero sistema.

Si pensi a quanti tifosi in più sarebbero disposti a sobbarcarsi una trasferta se la partita invece di giocarsi in un impianto a loto noto da anni da anni si disputasse in un nuovo gioiello architettonico. E ancora, al di fuori dei match days, quanti appassionati di impiantistica o studenti di architettura andrebbero a visitare questi nuovi impianti anche nei giorni senza gare visto che ormai gli stadi di calcio sono per lo più le ultime grandi opere urbanistiche varate in molte città in giro per il mondo.

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