Calcio e Finanza
·15 December 2024
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·15 December 2024
Si è parlato di calcio ad Atreju, delle risorse che mancano e delle riforme in arrivo. Su questi temi è intervenuto anche il patron del Torino Urbano Cairo, durante un panel all’interno della manifestazione politica organizzata dall’organizzazione giovanile di partiti di destra italiani che si svolge annualmente dal 1998. Dal 2014 l’evento è organizzato da Gioventù Nazionale, sezione giovanile di Fratelli d’Italia, il partito della premier Giorgia Meloni.
«Il mondo del calcio presenta uno sbilancio tra costi e ricavi molto importante. In Italia si è perso mediamente un miliardo l’anno negli ultimi 5 anni, complice anche il Covid, che ha dato una botta tremenda al settore. Certo, da quando nel ‘93 sono arrivati i diritti sportivi i ricavi sono cresciuti di tanto, ma i costi sono aumentati moltissimo. Servono risorse. Poi starà a noi contenere i costi», ha esordito Cairo.
«L’unico settore che in Italia non beneficia del Decreto Crescita è il calcio, non è giusto: perché non è consentito ai calciatori e agli allenatori, che vengono dall’estero, di ottenere i vantaggi fiscali di cui godono gli altri lavoratori? Mi sembra che si possano porre dei profili di incostituzionalità», ha ipotizzato il numero uno dei granata.
Dopo le parole del numero uno del club piemontese ha preso parola il presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Giancarlo Abete: «Nonostante i tanti difetti che ha il calcio, il mondo del pallone dà più di quello che riceve e ci sono dei dati che lo dimostrano. Il calcio ha finanziato tutto lo sport italiano, è il suo motore», ha spiegato.