
Zerocinquantuno
·13 August 2025
Franco Cresci: addio ad un simbolo vero del Bologna

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·13 August 2025
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Questa mattina Bologna ha detto addio ad una delle sue figure più amate: Franco Cresci, difensore simbolo del club rossoblù tra gli anni Sessanta e Settanta, si è spento a 79 anni. Ne avrebbe compiuti 80 tra meno di un mese.
Nato a Milano nel 1945, Cresci era maturato calcisticamente nell’Inter di Helenio Herrera, ma non aveva mai esordito in Prima Squadra. La sua carriera prese forma vera sotto le Due Torri, dove arrivò nel 1968 e poi rimase per undici lunghissime stagioni, attraversando anche momenti difficili della storia del BFC. Il suo nome è legato a doppio filo a quelle due Coppe Italia (1970 e 1974) che riuscirono a rompere un periodo di declino, anche se nel ’74 sbagliò un rigore in finale contro il Palermo.
Con la bellezza di 404 partite tra campionato e coppe, Cresci è il sesto rossoblù più presente di ogni tempo, alla pari con Felice Gasperi. Un numero enorme, che oggi suona quasi mitologico. Era un guerriero della difesa, capace di dare tutto e di non scendere mai sotto le 26 partite stagionali in una Serie A che all’epoca ne prevedeva 30.
C’è un episodio che racconta chi era Cresci meglio di tante parole: l’ultima partita in maglia rossoblù, stagione 1978/79. Contro il Perugia imbattuto di Ilario Castagner, un Bologna sull’orlo della retrocessione stava perdendo 2-0, e Cresci si caricò la squadra sulle spalle. Non con un gol, ma con una gomitata decisa su Salvatore Bagni, perno degli umbri. Un gesto da espulsione, oggi, ma allora fu il segnale che serviva. Finì 2-2 e il BFC si salvò miracolosamente, anche se quella gara fece comprendere che presto sarebbero arrivati tempi grami.
In seguito Cresci giocò ancora a Modena, poi si dedicò alla panchina tra Carpi, Forlì, Pesaro, Imola e Rovigo. Ma memorabile fu soprattutto la sua promozione alla guida del Crevalcore, che portò ad uno storico derby contro il Bologna in Serie C1. L’ultimo saluto sarà a San Lazzaro sabato 16 agosto, alle 10:30, nella Chiesa di San Disma e San Carlo.