Bari, l’ex Terracenere attacca De Laurentiis: “Il tempo delle chiacchiere è finito, bisogna cacciare i soldi! Non ci si può accontentare dei playoff” | OneFootball

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·19 December 2024

Bari, l’ex Terracenere attacca De Laurentiis: “Il tempo delle chiacchiere è finito, bisogna cacciare i soldi! Non ci si può accontentare dei playoff”

Article image:Bari, l’ex Terracenere attacca De Laurentiis: “Il tempo delle chiacchiere è finito, bisogna cacciare i soldi! Non ci si può accontentare dei playoff”

Il Bari, abbiamo imparato a conoscerlo in questa prima parte di stagione, è una squadra solida, che bada al sodo ma soprattutto perde veramente poco. Attualmente la settima posizione è stata accolta come un buon risultato, soprattutto se messa a confronto con la stagione dell’anno scorso.

Non è d’accordo l’ex Galletto Angelo Terracenere, che durante l’intervista rilasciata a PianetaBari.com ha attaccato frontalmente il presidente Luigi De Laurentiis per la scarsezza di investimenti. Di seguito le dichiarazioni più rilevanti.


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SULLA SQUADRA

BARI –Il Bari sta facendo un ottimo campionato con giocatori normali, perché rispetto alle altre squadre non ha allestito una squadra da prime posizioni. La sconfitta di Pisa ha fatto capire che la formazione forse è un po’ al di sotto delle aspettative dei tifosi, perché una rosa come quella biancorossa dovrebbe essere costruita sempre per vincere il campionato. Non ci si può accontentare di dover fare una squadra che, se tutto va bene, va ai playoff. Eppure gli investimenti sono fatti per restare lì, proprio per questo io sono sempre critico di questa proprietà“.

INVESTIMENTI – “Oggi manca la panchina, quando Longo fa i cambi la qualità si abbassa sempre. Servono profili che danno sicurezza e facciano fare il salto di qualità. Ma per farlo non ci vogliono le chiacchiere, bisogna fare investimenti e cacciare i soldi. Ripeto, in una città come Bari non si può pensare che l’obiettivo massimo siano i playoff, e per di più che se questi non arrivano fa niente“.

LONGO –A Longo vanno dati grandi meriti, ha saputo dare un’identità alla squadra, aggredisce alti gli avversari e riesce ad accorciare la squadra in pochi metri. Non si aspettano gli avversari come magari si faceva in passato, a livello tattico è la cosa che mi è piaciuta di più. L’unico neo forse è quello di non aver chiesto calciatori di livello un po’ più alto, si è accontentato un po’, ma lui è davvero un grandissimo allenatore e non vedo perché non sia in Serie A. È riuscito a creare un gruppo unito, quando ha la stima dei calciatori può fare bene. Dice le cose come stanno anche dopo la partita, non l’ho mai sentito esaltare la squadra quando si perde“.

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