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·18 de fevereiro de 2025

Zanetti: «Sempre grato al presidente Moratti, mi ha regalato una vita meravigliosa! La sera della finale di Madrid…»

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Zanetti: «Sempre grato al presidente Moratti, mi ha regalato una vita meravigliosa! La sera della finale di Madrid…» Il racconto del vice presidente nerazzurro

Sono passati esattamente 30 anni dall’acquisto di Javier Zanetti, che divenne poi una bandiera dell’Inter nella sua lunghissima carriera. L’attuale vice presidente nerazzurro ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera in cui ha parlato del rapporto con l’ex numero 1, Massimo Moratti, che lo acquistò 30 anni fa.

ACQUISTO DELL’INTER- «30 anni fa Moratti mi acquistò? E fu magia per il club, per i tifosi… E anche per me!. Ero uno sconosciuto, a certi livelli giocavo da appena tre anni in Argentina. E con me, a Milano, arrivò Sebastián Rambert, che era invece capocannoniere ai tempi. Nemmeno voi giornalisti mi avevate riconosciuto (sorride)».


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PRIMO COLPO DELL’ERA MORATTI- «Fui prima presentato alla Terrazza Martini, poi mi portarono dal presidente, nei suoi uffici: un colpo di fulmine. Umano, appassionato, subito affettuoso: per un ragazzino come me – non avevo ancora 22 anni – sentire tutto quel profumo di famiglia risultò decisivo. Mi fece poi capire immediatamente che cosa fosse l’Inter… Non l’ho mai dimenticato».

PRIMO IMPATTO CON IL PRESIDENTE«Molto, moltissimo, quasi tutto. Ha creduto in un ragazzino che non aveva ancora fatto niente, mi ha regalato una vita meravigliosa, non solo professionalmente: è stato vicino a me e alla mia famiglia, sempre pronto a dare una mano e regalare un consiglio. Parliamo di tutto, non solo di calcio. Lo considerò un papà, e non è un modo di dire. Personaggi così non ce ne sono più, soprattutto nel calcio. Scendevo in campo ed ero pronto a dare la mia vita per questa maglia, per i tifosi e per lui».

QUANDO L’HA VISTO FELICE?«La sera del Triplete, nel 2010, a Madrid. Ci abbracciammo fortissimo senza dirci nulla. Sapevo che stava pensando anche al suo grande papà e a quanto potesse essere orgoglioso di lui. Ma lo vidi raggiante pure una settimana prima, a Siena, quando vincemmo lo scudetto nel giorno del suo compleanno, il 16 maggio. Ero fiero di aver potuto restituire qualcosa a un uomo che ci aveva dato ogni cosa e per il quale provo e proverò sempre eterna gratitudine».

CHI MANCA DI PIU’?- «Giacinto Facchetti! Ho nostalgia dei suoi racconti sulla Grande Inter, su ciò che doveva rappresentare la maglia nerazzurra, su come dovevamo comportarci, sempre. Una scuola di vita alla Pinetina».

CHI RICORDA DELLA SUA PRIMA INTER?- «Lo Zio Bergomi, poi Pagliuca, Paul Ince, Massimo Paganin e Winter. Senza dimenticare Roberto Carlos… Eravamo una bella coppia di terzini, vero? E c’era anche Ganz, che in una giornata particolarmente nevosa venne a prendermi in macchina, perché “non sei in grado di guidare” mi disse (ride)».

COMPAGNO DI SQUADRA PIU’ FORTE?«Ronaldo il Fenomeno, roba dell’altro mondo».

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