Lazionews24
·09 de julho de 2025
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Il dibattito sulla gestione della conferenza stampa di Maurizio Sarri da parte della Lazio si arricchisce di un nuovo, autorevole intervento. Dopo le feroci polemiche che hanno portato all’annullamento dell’evento, inizialmente previsto senza la presenza di giornalisti, anche il noto esperto di mercato e giornalista Alfredo Pedullà ha espresso il suo pensiero, con un commento durissimo che difende i principi fondamentali della libertà di stampa.
Attraverso il suo profilo X, Pedullà ha criticato senza mezzi termini l’idea di una presentazione controllata, sottolineando come un evento del genere perda ogni significato se privato del confronto e delle domande. Le sue parole sono una presa di posizione netta a tutela del ruolo del giornalismo.
Ecco il suo pensiero, riportato integralmente:
«Le conferenze (ogni conferenza: dal RealMadrid alla terza categoria) devono essere aperte al pubblico, ai giornalisti, alle domande. Altrimenti la presentazione di qualsiasi allenatore, Sarri compreso, non avrebbe senso. E non avrebbe senso, per qualsiasi allenatore, prestarsi a simile balletto. Per un monologo vado al Sistina: toglimi tutto, ma non la libertà».
L’analisi di Alfredo Pedullà è tagliente. Definire la potenziale conferenza un “simile balletto” la declassa a una farsa, una recita priva di sostanza. La metafora teatrale del “Sistina” è potente: se l’obiettivo è un monologo, allora il contesto non è più quello dell’informazione, ma dello spettacolo.
La chiusura, “toglimi tutto, ma non la libertà”, eleva il discorso da una semplice critica alla Lazio a una dichiarazione di principio. Pedullà rivendica la libertà di fare domande come un diritto inalienabile, un pilastro del suo mestiere che non può essere negoziato. Il suo intervento riflette il sentimento di un’intera categoria, ribadendo che la trasparenza e il contraddittorio sono elementi essenziali non solo nel calcio, ma in ogni settore della vita pubblica.