Lazio, Marchegiani racconta: «Io e Couto eravamo vicini nello spogliatoio. Penso di essere il portiere con più presenze nella storia della Lazio» | OneFootball

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·09 de julho de 2025

Lazio, Marchegiani racconta: «Io e Couto eravamo vicini nello spogliatoio. Penso di essere il portiere con più presenze nella storia della Lazio»

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Lazio, Marchegiani: «Io e Couto eravamo vicini nello spogliatoio. Penso di essere il portiere con più presenze nella storia della Lazio». Le parole

Al centro sportivo della LazioFernando Couto e Luca Marchegiani – due ex calciatori biancocelesti – si ritrovano insieme per un’intervista rilasciata a Figurine Panini. Tra aneddoti e ricordi, i due ex rivivono le stagioni condivise, raccontando emozioni e momenti indimenticabili della loro avventura. Le dichiarazioni:

PAROLE – «Io e Couto eravamo vicini nello spogliatoio, ma è cambiato completamente. Noi avevamo ancora le panche di legno con l’appendiabito. Ora c’è grande livello di design. Le figurine? Ho sempre fatto l’album, anche quando ho cominciato a giocare. Vado a memoria, ma penso di essere il portiere con più presenze nella storia della Lazio. E dovrei essere – e ne vado ancora più orgoglioso – il portiere con il record di imbattibilità più lungo. Effettivamente, però, mi tiravano poco».


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«Il mio percorso è iniziato prima rispetto a quello di Fernando Couto. All’epoca in Italia non era facilissimo arrivare nelle prime posizioni, c’erano gerarchie ben stabilite e non era facile rompere l’egemonia. Ma noi italiani abbiamo contribuito a creare lo zoccolo duro, poi con l’arrivo dei grandi stranieri dal 97-98 in avanti non avremmo vinto. Le personalità del nostro spogliatoio? Quando ci sono persone così non è mai uno svantaggio, specialmente in un settore competitivo come quello del calcio di quegli anni: si vincevano campionati per un palo. Non c’erano i punti di vantaggio che si sono visti negli ultimi campionati. Avere personalità come le nostre aiutato, poi è vero che era uno spogliatoio tosto. Abbiamo passato momenti belli ma anche difficili, abbiamo vissuto “tutto il periodo della crisi economica della Lazio. Sono stati momenti difficili, tematiche toste da affrontare. Ma li abbiamo sempre risolti da uomini, senza comportamenti meschini. Noi giocavamo con Roberto Mancini che era uno dei due di centrocampo. Noi giocavamo con quattro difensori, due ali (Nedved, Stankovic o Conceicao), due punte (Vieri e Salas) e Mancini che faceva uno dei due centrocampisti. Pensate adesso ai tanti discorsi che si fanno sull’equilibrio, sul fatto che una squadra sembra debba avere tre centrocampisti di contenimento. Noi abbiamo giocato una finale di Coppa delle Coppe così».

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