Lookman Inter, rottura annunciata: da Bergamo attacco al nigeriano dopo il post social | OneFootball

Lookman Inter, tensione crescente dopo la richiesta pubblica di cessione: il Corriere di Bergamo critica l’atteggiamento dell’esterno offensivo

La frattura tra Ademola Lookman e l’Atalanta si fa sempre più evidente. Dopo il messaggio pubblicato su Instagram dal calciatore nigeriano – in cui chiede apertamente la cessione – il Corriere di Bergamo ha commentato duramente la vicenda, paragonandola al caso Koopmeiners dello scorso anno e sollevando una riflessione più ampia sul mondo del calcio e sulla figura del professionista moderno.

Classe 1997, Lookman è un attaccante esterno che ha vissuto una stagione positiva con la maglia nerazzurra, attirando l’interesse concreto dell’Inter, che da settimane punta forte su di lui per rinforzare l’organico a disposizione di Cristian Chivu. Tuttavia, la richiesta di cessione arrivata pubblicamente dal giocatore ha sollevato forti critiche.

Il Corriere di Bergamo non usa mezzi termini: «Nel mondo civile esistono contratti che obbligano le parti a reciproci impegni: così uno come Lookman gioca per l’Atalanta e l’Atalanta lo paga. Un contratto firmato senza coercizione richiede il consenso di entrambi per essere sciolto. Ma, come accadde con Koopmeiners, Lookman punta i piedi».

Il quotidiano affonda sul concetto di “professionismo”, accusando il calciatore di voler piegare le regole al proprio interesse: «”Voglio perché posso, anche se non posso” è la nuova postura. Il professionista oggi è colui che vuole andare dove viene pagato di più, anche se ha firmato altrove».

Infine, emerge un’osservazione che ribalta le prospettive: «Siccome contano solo i soldi e l’Inter non ne ha abbastanza, è l’Atalanta che dice no. La bilancia della giustizia si riequilibra con la giustezza dei bilanci».

La sensazione è che la rottura tra Lookman e la Dea sia ormai insanabile, ma la posizione ferma del club lombardo lascia intendere che la cessione non avverrà a condizioni imposte dal calciatore. Una partita, dunque, ancora tutta da giocare.