Calciomercato Inter, Marotta SCHERZA: «Spero sia CREATIVO! Tante proprietà straniere? SINTOMO che l’imprenditoria…» | OneFootball

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·01 de julho de 2024

Calciomercato Inter, Marotta SCHERZA: «Spero sia CREATIVO! Tante proprietà straniere? SINTOMO che l’imprenditoria…»

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Calciomercato Inter, Marotta, presidente nerazzurro, ha scherzato sulla sessione estiva iniziata ufficialmente oggi: le parole

Intervenuto dal palco di Rimini nella serata di apertura del mercato estivo, Beppe Marotta ha scherzato così sul calciomercato Inter:

PAROLE – «Sono orgoglioso di essere qua. Il direttore sportivo è la prima figura dopo quella di presidente. Negli anni Settanta era un ex calciatore, ma era un calcio modellato diversamente. Allora l’obiettivo era fare risultato, poi pensare a far quadrare il bilancio. Era l’epoca dei mecenati. Oggi è cambiato tutto, si parlava di sostenibilità, che va di pari passo con algoritmo, con intelligenza artificiale, a cui dobbiamo fare riferimento perché oggi la cosa principale è fare sopravvivere le società”. In tal senso, Marotta illistra la situazione attuale dei club lombardi: “La Lombardia oggi ha cinque squadre in serie A, di cui quattro con proprietà straniere. Questo vuol dire che l’imprenditoria non è più in grado di sostenere lo sport. Questo è il primo grande problema da risolvere. Oggi la figura del direttore sportivo è importante quanto quella dell’allenatore. Come presidente della categoria mi dispiace questa cosa, ma sono contento di premiare. Oggi è un ennesimo calciomercato che si apre. Spero sia divertente, creativo, sta nella loro testa quello di creare delle dinamiche. Oggi non siamo in grado di fare sistema, perché esistono troppi personalismi, da lì passano tutti i malesseri. Se non c’è armonia non si riesce a risolvere nulla. La prima cosa è che i talenti calcistici arrivano dai ceti meno abbienti. Oggi per fare sport bisogna pagare. Quei talenti non si avvicinano più alle discipline sportive. Quindi perdiamo i talenti. Le strutture sono rimaste quelle fatiscenti di 30 anni fa, non parliamo degli stadi, che sono i più vecchi d’Europa. Di talento non ne abbiamo perché lo sport non è gratuito, deve essere gratuito. Credo che almeno nelle fasce adolescenziali uno debba essere lasciato libero di giocare».

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