Un sogno europeo chiamato Coppa delle Coppe: ricordando Atalanta-Malines 1988 | OneFootball

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·20 aprile 2024

Un sogno europeo chiamato Coppa delle Coppe: ricordando Atalanta-Malines 1988

Immagine dell'articolo:Un sogno europeo chiamato Coppa delle Coppe: ricordando Atalanta-Malines 1988

La notte di Atalanta-Malines 1988 accarezzando la finale della Coppa delle Coppe: un sogno sfumato, ma destinato a fare la storia

La storia è sempre quel tema avente la possibilità di essere riscritta continuamente, ma nonostante essa tenda a rinnovarsi nel corso degli anni, ciò che è stato fatto prima rimane indelebile sia da chi lo ha sentito raccontare e dall’altra chi lo ha vissuto in prima persona, soprattutto se si tratta di Atalanta-Malines: una notte europea inseguendo un sogno chiamato Coppa delle Coppe.

Contro tutto e tutti, anche dei pronostici che vedevano l’Atalanta in Europa (squadra che militava in Serie B) quasi come una vera e propria umiliazione per il calcio italiano. Gli uomini di Mondonico compiono qualcosa di straordinario mandando a casa Merthyr, Ofi Creta e Sporting Lisbona, arrivando in semifinale di Coppa delle Coppe in una città che sogna ad occhi aperti, unita al grido “In Europa soltanto noi”. Il Malines all’andata vince 2-1, ma Bergamo crede nell’impresa anche a costo di arrivare all’ultima giornata a giocarsi la promozione in A.


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20 aprile 1988, è il giorno di Atalanta-Malines: al Comunale si registra un tutto esaurito da paura. Il prepartita è stato particolare, anche per la presenza delle ragazze pon pon (in prestito dall’America), il serpentone nerazzurro e infine il calore del popolo orobico alla lettura delle formazioni iniziali.

I nerazzurri partono alla grande, e al 39′ Garlini su calcio di rigore manda in estasi tutto il Comunale di Bergamo: 1-0 e momentaneamente Dea in finale. Nella ripresa però la sorte ha un piano ben diverso: dalla traversa di Fortunato ad un rigore netto negato a Stromberg e infine l’eliminazione per 1-2 con Rutjes ed Emmers.

Grandi lacrime di ciò che Cantarutti e compagni hanno costruito: un sogno destinato a ripetersi 36 anni, all’insegna dell’orgoglio di aver fatto parte di un’Atalanta passata da macchia a Cenerentola a leggenda.

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