Umar Sadiq, il riscatto targato Almería | OneFootball

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Riserva di Lusso

·21 marzo 2022

Umar Sadiq, il riscatto targato Almería

Immagine dell'articolo:Umar Sadiq, il riscatto targato Almería

Risulta difficile non essere demagogici nei confronti del calcio italiano e delle reali possibilità concesse ai giovani. Soprattutto se la storia in questione è quella di Umar Sadiq, un talento messo in vetrina sin dagli albori nelle giovanili della Roma che in Italia non è riuscito a ritagliarsi il suo spazio. Dovendo quindi emigrare in Serbia, al Partizan, e poi in Spagna, all’Unión Deportiva Almería,  per tornare ad essere quell’attaccante che sposta gli equilibri di una squadra ma anche di un campionato. In Andalusia Sadiq è diventato fondamentale, la chiave di volta della squadra biancorossa per provare a sognare il ritorno in Liga dopo 7 lunghi anni. In tutto ciò, il ragazzo di Kaduna può avere un’altra possibilità alle nostre latitudini?

Fiducia a rate semestrali

Quando l’Unión Deportiva Almería ritrovava la cadetteria spagnola retrocedendo, Umar Sadiq iniziava il percorso da professionista con il primo anno in Serie A, alla Roma. 6 presenze e 2 gol, numeri non da capogiro ma sprazzi di efficacia che avevano messo in guardia un po’ tutti. Occhio al nuovo centravanti della Roma, a quel 18enne spilungone capace di seminare il panico nelle aree di rigore avversarie. Quando il Bologna riesce a strapparlo ai giallorossi in prestito durante l’ultimo giorno di mercato estivo, nel 2016, le premesse sono quelle di un colpaccio. In realtà in Emilia il nigeriano non solo non trova la porta, ma gioca quasi gli stessi minuti della stagione precedente. Sarà l’inizio di una girandola di prestiti: senza trovare continuità e dovendosi adattare ogni sei mesi ad una nuova vita, Sadiq emigra per la prima volta dall’Italia nel gennaio 2018.


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Al Torino Sadiq capisce che per maturare dovrà emigrare all’estero. (Foto di: Valerio Pennicino/Getty Images – One Football)

Dopo un frustrante semestre al Torino, l’ex Lavagnese e Spezia approda al NAC Breda, storica compagine di Eredivisie. Con i Ratti, bizzarro soprannome che i gialloneri di Breda si fanno dare in onore del suo idolo Antoon Verlegh, anche detto De Rat (il ratto), si inizia a scorgere il vero volto dell’attaccante nigeriano. Un profilo di calciatore ai tempi non troppo valorizzato ma che oggi trova tanti seguaci in Serie A. A partire dal centravanti del Napoli Victor Osimhen, simile a quel Sadiq di 4 anni fa.

In un Olanda da sempre predisposta a fare spazio ai giovani, il classe 1997 dura una sola giornata tra gli under 21, il tempo di rifilare 3 gol al NEC Nijmegen e di far capire che è lì per altri motivi. Così passa in prima squadra e inizia a far reparto sin da subito: rispetto al gioco in area che faceva in Italia, Sadiq diventa letale in ripartenza, quando viene lanciato in contropiede e le lunghe leve gli permettono di mettere a ferro e fuoco le difese avversarie. Il tutto con una tecnica di base superiore alla media quanto ai dribbling e ai tiri in porta ma senza disdegnare l’uso del fisico per giocare di sponda o proteggere il pallone. Il NAC è convinto ad estendere il prestito per un anno, dandogli finalmente quel tempo per adattarsi e continuare a segnare che aspettava da tempo. Ma l’accordo non si trova: sarà l’ennesimo ritorno nella capitale.

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Il rapporto mai troppo sbocciato tra Sadiq e Gerrard ai Rangers. (Foto: Ian MacNicol/Getty Images – One Football)

A Roma però arriva la speranza, chiamata Steven Gerrard. Il neo allenatore dei Glasgow Rangers lo vuole in rosa, un primo premio per quanto fatto vedere in pochi mesi. Sfortunatamente però, il feeling con la Scozia e con il suo allenatore, ai tempi un novello del mestiere, non scoppierà mai: oltre a ruggini irrisolte tra i due, Sadiq verrà quasi emarginato dal club e rompe l’accordo dopo soli sei mesi, rimbalzando a Perugia. Anche col grifone, ancora scosso da quanto accaduto in Scozia, Sadiq stenta a prendere il volo. Quando ritorna alla Roma nell’estate 2019 per i giallorossi sembra l’ennesima pratica da sbrigare.

5 milioni di motivi

Senza che nessuno gli chieda come si senta, che lo coccoli e soprattutto che sappia valorizzarlo, escluso da tutto e da tutti e bocciato pienamente dal calcio italiano, Umar Sadiq lascia l’Italia per la terza volta per approdare al Partizan. Qui non usano stratagemmi o parole magiche ma fanno una cosa che nessuno da noi aveva saputo fare in tre anni: dargli fiducia. Così il classe 1997 inizia a sommare minuti, acquistare consapevolezza, riprendere il bellissimo rapporto col gol di un tempo. Ma soprattutto sentirsi amato, da una tifoseria come quella del Partizan che non fa sconti ma che ti erge a idolo appena si innamora di te.

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Sadiq in Europa League (Foto: Srdjan Stevanovic/Getty Images – OneFootball)

Se il campionato serbo può risultare uno scalino inferiore rispetto a quello italiano ma anche all’Eredivisie, Sadiq fa la differenza anche in Europa League, dove conta: nel 2019/2020 i bianconeri di Belgrado sfiorano una storica qualificazione ai sedicesimi di finale, giocando alla pari con Manchester United e AZ Alkmaar. Contro i mancuniani, al Marakana, il Partizan si inclina solo 0-1 nel risultato e si inchina allo strapotere fisico del nigeriano che per 90 minuti fa a sportellate con Maguire, Rojo e Jones facendo sudare freddo Solskjær. In sei mesi, la pratica onerosa della Roma diventa un riscatto anticipato a gennaio, di 1.7 milioni da parte dei serbi. Tale cifra doveva già accendere un campanello d’allarme negli addetti ai lavori delle nostre latitudini: un giocatore che sembrava pronto per spaccare in due la Serie A si era ritrovato ad essere scartato in Serie B prima di riprendersi le copertine dal palcoscenico buono del calcio europeo. Dov’era l’errore? Chi non aveva permesso al ragazzo di sentirsi a suo agio nel mettere in mostra le proprie qualità come quando era alla Roma?

La voglia di rivalsa avrà una squadra ben precisa e una somma da far strapazzare gli occhi: Almería, 5 milioni di euro, estate 2020. Ad un occhio poco attento, il passaggio da una prima divisione serba a una seconda spagnola può sembrare un semplice cambio d’aria con qualche zero in più. La Liga 2, o Segunda, non è mai stata considerata un trampolino vero verso il calcio che conta vista la quantità di squadre, ventidue, e le dimensioni ridotte di tante piccole società. Eppure proprio da Almería, cittadina spagnola di 200.000 abitanti caldamente abbracciata dal Mediterraneo, in Andalusia, un tempo era partita la favola di Felipe Melo verso Firenze. Quell’Union Deportiva Almería ha comunque nulla a che vedere con quella che sceglie Sadiq come pietra miliare del suo progetto: un progetto fatto anche di ampio capitale dall’Arabia Saudita con un presidente ambizioso che cerca di far ritrovare ai biancorossi prima di tutto la Liga, e poi un livello da alzare sempre più nel corso degli anni.

Al momento però, oltre alla frustrazione di due anni in cui la promozione non è stata raggiunta, l’ex Perugia sembra l’unico uomo capace di far sognare i tifosi. Il perché è presto spiegato: nonostante il quarto posto e la conseguente uscita in semifinale playoff contro il Girona, Umar Sadiq ha realizzato 20 gol e 5 assist, in quella ch’è la stagione migliore della sua carriera. Un’importanza che va oltre i gol e i suoi mille modi di poterli fare, ma riguarda la presenza, l’anima, lo spirito di un ragazzo che ha trasformato un ruolo in un credo, portando quel campionato un po’ sbeffeggiato da tutti ad essere una lega da tenere in considerazione, come i suoi gol.

No Sadiq no party

La conseguente convocazione in Coppa d’Africa, nonostante i tanti talenti del calcio nigeriano dalla metà campo in su, conferma quanto di buono Sadiq abbia fatto in questo anno e mezzo. E, di riflesso, conferma anche quanto sia importante per il suo club. Basta un solo dato: senza di lui, partito in Camerun con la nazionale, l’Almería ha ottenuto 1 punto in 6 partite. Al suo ritorno, con 4 vittorie consecutive e 1 pareggio in 6 partite, Umar ha segnato 7 gol e fornito un assist, rimpinguando un bottino che quest’anno è già a 15 reti e 7 assist e che sembra destinato a superare quello dello scorso anno.

Volvio Sadiq“, è tornato il sole, come quello che ricopre la fantastica città costiera per 300 giorni l’anno illuminando l’Alcazaba, antica fortezza araba, e tutto il centro che si snoda dalla Puerta de Purchena. Delle tante domande che sarebbe giusto porsi in questo momento e del perché un ragazzo che sembrava perso sia oggi nel mirino di mezza Liga e Premier League, è doveroso chiedersi: sarà ora per Sadiq di rivendicarsi sportivamente anche in Italia? Ad Almería, sapendo che stasera si giocano una fetta importante per il secondo posto nella sfida contro il Tenerife, preferiscono far finta di nulla.

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