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·4 ottobre 2024

Ultras, sotto scorta i pm dell’inchiesta sul tifo organizzato di Inter e Milan

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Presto verrà assegnata una scorta a Paolo Storari, il pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia che, insieme alla collega Sara Ombra, ha portato avanti l’inchiesta che ha smantellato le tifoserie organizzate di Inter e Milan. Anche Sara Ombra è già da tempo sotto protezione.

Come riporta l’edizione odierna del La Repubblica, la decisione verrà formalizzata durante il prossimo Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, su raccomandazione del prefetto Claudio Sgaraglia, nonostante Storari abbia fatto sapere in via informale di non ritenere necessario un simile provvedimento. Tuttavia, la sua posizione è considerata troppo delicata e rischiosa, in un clima cittadino teso nonostante la calma apparente dopo i 19 arresti che hanno decapitato le due curve di San Siro. La scorta sarà affidata alla Guardia di Finanza.


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Anche Giovanni Melillo, procuratore nazionale antimafia, ha espresso parere favorevole per l’assegnazione della scorta. «L’attenzione sugli stadi è finalmente alta», ha affermato una fonte vicina alle indagini, aggiungendo che «gli occhi, come auspicato, si stanno aprendo». I documenti dell’inchiesta “Doppie curve” saranno acquisiti dalla Commissione parlamentare antimafia, che ha già fatto richiesta alla Procura di Milano. Non si esclude che, una volta esaminati gli atti, possano essere pianificate delle audizioni.

Nel frattempo, gli arrestati mantengono il silenzio in carcere. Durante gli interrogatori di garanzia non è emerso nulla di rilevante e ieri mattina anche i due leader, Luca Lucci per il Milan e Marco Ferdico per l’Inter, hanno deciso di non rispondere alle domande del gip. Entrambi sono stati colpiti da un daspo di 10 anni firmato dal questore Bruno Megale. Lucci, noto come “Toro”, non ha fornito spiegazioni sulle attività criminali della Curva Sud, i legami con esponenti vicini alla mafia e il redditizio controllo su bevande e parcheggi. Durante un’intercettazione, Lucci spiegava: «Mille macchine per 30 euro, 30mila a partita! Facciamo 80mila al mese! Punto e basta!».

Anche Marco Ferdico, uomo a capo della Curva Nord, non ha parlato. Ferdico è stato messo in quella posizione da Antonio Bellocco e le sue pressioni su giocatori, allenatori e dirigenti dell’Inter per ottenere biglietti da rivendere erano facilitate da legami stretti, come quello con la sorella Gloria Ferdico, assunta dal club dal 2020, prima nel settore biglietteria e poi nell’hospitality.

Anche Andrea Beretta, arrestato il 4 settembre per l’omicidio di Antonio Bellocco, è rimasto in silenzio nonostante i magistrati abbiano tentato di sondare la sua disponibilità a collaborare. Beretta, soprannominato “Berro”, aveva raccontato ai pm di essere stato avvertito di un piano per eliminarlo, elaborato dopo un incontro del 23 luglio a casa di “Totò ‘u nanu”. In quell’occasione, le telecamere della Squadra mobile lo avevano ripreso mentre arrivava a piedi al summit, dove Bellocco si era presentato con affiliati della ’ndrina Mancuso di Limbadi, interessata anch’essa al controllo delle curve.

Durante quell’incontro, a Beretta era stato intimato di cedere il suo negozio di merchandising “We are Milano” e i relativi guadagni. Il piano per ucciderlo prevedeva una trappola con l’uso di un sonnifero, come riportano i pm: Beretta sarebbe stato portato in un luogo isolato, ucciso con un’arma da fuoco e poi sepolto. A salvarlo furono le informazioni ricevute da un uomo vicino a Bellocco e Ferdico, incaricato di tendergli la trappola. Questo individuo, scampato agli arresti e già noto alle forze dell’ordine, potrebbe ora fornire elementi decisivi per fare luce su ulteriori retroscena.

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