Thomas Doll, una vita tra l’Italia e le due Germanie | OneFootball

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·2 dicembre 2020

Thomas Doll, una vita tra l’Italia e le due Germanie

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È stato il primo giocatore della ex Germania Est ad approdare in Serie A. Il centrocampista Thomas Doll, doppio ex della sfida tra Borussia Dortmund e Lazio è stato anche tanto altro. Ecco la sua storia divisa tra l’Italia e la Repubblica Federale.

Un inizio complicato – Doll, classe 1966, viene da Malchin, Mecklenburg-Vorpommern, nel nord di quella che era fino al 1989 la Repubblica Democratica Tedesca. Thomas, di ruolo centrocampista è talentuoso e a inizio Anni Ottanta, mentre già è in Nazionale giovanile, lo chiama l’Hansa Rostock, con cui nel ’83 esordirà in Oberliga, la massima serie della DDR. Per Doll però tutto è meno che facile. E non per le sue qualità calcistiche. Suo padre, che per 17 anni è stato l’economo nell’amministrazione locale di Malchin, riceve un pacco dai suoi parenti che vivono nella Germania Ovest. Contenuto: un orologio e del cioccolato. Tanto bastano però per fargli perdere il lavoro e mettere a rischio la carriera del figlio. Doll sr scrive una lettere alla dirigenza dell’Hansa Rostock, in cui chiede in sostanza di prendersela con lui non con Thomas. Lo ascolteranno.


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Una stella dell’Est in Bundesliga– Nel 1986, come spesso capitava ai migliori talenti, il 20enne Doll, fresco di convocazione nella Nazionale maggiore viene delegiert, trasferito alla Dinamo Berlino, che già dall’inizio degli Anni Ottanta sta dominando il calcio della DDR. Thomas, che è un buon centrocampista, tecnico, con corsa e un tiro più che discreto, diventa un punto fermo, insieme ad Andreas Thom, che sarà il primo giocatore dell’Est a trasferirsi a Ovest senza scappare e Frank Rohde, già suo compagno a Rostock. Nel 1990, dopo la caduta del Muro, Doll ha una serie di offerte sul tavolo: Celtic e Rangers in Scozia, Borussia Dortmund e Amburgo in Bundesliga. Insieme a Rohde sceglie il HSV.

Sulle rive del Mare del Nord disputa un’ottima stagione, condita da quattro gol. Nell’estate del ’91, una chiamata che in quel momento non si può rifiutare. È quella dell’ambiziosa Lazio di Calleri, che per sostituire Paul Gascoigne, gravemente infortunato, offre all’Amburgo 13 miliardi di lire. Gli anseatici accettano, anche perché con quei soldi servono a rimpinguare le preoccupanti finanze del club. Proprio in quel periodo Jörg Kretzschmar, giocatore dell’Hannover lo accusa di essere stato un collaboratore della Stasi, il Ministero per la Sicurezza dello Stato della Germania Est. Fatti che mai saranno provati.

Lazio in chiaroscuro – A Roma, dove trova Karl-Heinz Riedle, a detta di Doll, fondamentale per il suo ambientamento, il ragazzo di Malchin, ormai 25enne, gioca agli ordini di Dino Zoff una ottima stagione d’esordio, condita da 7 gol in Serie A e uno in Coppa Italia. Al termine di quel 1991-1992 disputerà pure gli Europei con la Germania riunificata, arrivando secondo. Poi in Italia Doll, di cui è apprezzata la corsa, la visione di gioco e il tiro ma che è accusato di “uscire” in alcune fasi della partita, cala, complice anche l’esplosione in Serie A di Paul Gascoigne. Se ne andrà dai biancocelesti nel 1994, di cui conserverà ottimi ricordi, come le persone che fermavano la sua macchina e quella di Riedle per chiedergli l’autografo. In Serie A e nel nostro Paese ci tornerà nel ’96 con la maglia del Bari. Due stagioni e quattro reti, aiutando i pugliesi a ritornare in Serie A. La condizione non è più quella passata e Doll viene anche trovato positivo all’antidoping. Verrà poi scagionato.

Una chiusura in penombra – Tra Lazio e Bari Doll torna in Bundesliga con l’Eintracht Francoforte. Le sue condizioni fisiche gli fanno giocare solo 28 partite in due anni. Non meglio gli andrà tra il 1998, dopo essere stato deferito per doping, venendo poi scagionato e il 2001, quando chiuderà la sua carriera ad Amburgo, dove a causa degli infortuni in tre anni non giocherà mai 90 minuti interi.

Fece particolarmente scalpore, diventando subito virale, la foto a destra del tweet.

Una sfogo da ricordare – Dopo il ritiro Doll, tentato dalla carriera di dirigente, debutta come allenatore. Gli inizi ad Amburgo sembrano promettenti, con una qualificazione per la Champions League, conquistata nel 2005/2006. Nel marzo 2007 poi la chiamata del Borussia Dortmund per sostituire Hans-Jürgen Röber. Sarà un anno e mezzo, che i tifosi della Bundesliga ricorderanno per una finale di Coppa di Germania persa ai supplementari contro il Bayern e un leggendario sfogo in conferenza stampa nell’aprile 2008, in cui insulta tutti in termini coloriti.

Grande (solo) in Ungheria – Dopo la fine dell’avventura con il BVB Thomas Doll colleziona una serie di esperienze dimenticabili, compresa una nel 2019 con l’Hannover in Bundesliga. Pochissimi risultati tranne che nei cinque anni agli ungheresi del Ferencvaros, dove vince un campionato, tre Coppe d’Ungheria e una Supercoppa nazionale. Il sogno sarebbe tornare nella massima serie tedesca. Sperando di fare meglio che con l’Hannover.

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