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Saverio Grasselli·10 ottobre 2021
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Saverio Grasselli·10 ottobre 2021
“Tre partite, solo tre partite per fidarti di me”… A Theo Hernandez basterebbe sostituire una sola parola al celebre brano dei Negramaro per la speciale dedica a Deschamps.
Come nelle migliori storie d’amore, il lieto fine non poteva che chiudere perfettamente il cerchio a casa sua, San Siro, dove la fascia sinistra avrà sicuramente riconosciuto gli scarpini, dandogli una spintarella in più.
Se la Francia è riuscita ad alzare al cielo la Nations League molto passa dai piedi e dalle progressioni dell’esterno del Milan che, dopo aver fatto gli onori di casa, ha deciso di sedersi a capotavola e sfilare il dessert da sotto al naso della Spagna. Proprio sul più bello.
Prima una traversa al 64′ (col parziale fermo sullo 0-0), al culmine di un inserimento che ricorda più una prima punta che un esterno, poi l’assist al bacio dritto sulla corsa di Mbappé, per il ribaltone (2-1) ai danni di Luis Enrique e del suo snervante tiqui-taca.
Della sassata con cui ha ribaltato allo scadere il Belgio, naturalmente, ne abbiamo già parlato.
A Theo la maglia della Nazionale gliel’hanno fatta sudare per 4 lunghi anni, quando il ghosting della Federazione francese sembrava non finisse più. Ma il tempo alla fine si è rivelato galantuomo e – di fronte all’evidenza del top player – ha ripagato la crescita esponenziale del suo talento indiscutibile.
Difficilmente qualcuno lo schioderà più da quella zona, dove Deschamps gli ha dato carta bianca in fase di spinta grazie all’assetto a tre in difesa. E lui non se l’è fatto ripetere due volte. Un gol e un assist che pesano come macigni per la conquista del trofeo, il tutto in 270′ totali dalla sua rinascita con la Francia.
La Spagna – tra Rayo Majadahonda e Atletico Madrid – lo ha cresciuto insieme al fratello Lucas, quando mamma Laurence faceva due lavori per sopperire all’abbandono del compagno: ieri sera il destino beffardo gli si è rigirato contro.
Theo ha fatto un gradino in più in soli 270′, aggiungendolo al contributo per aver riportato il Milan in Champions: Maldini e Massara, per forza di cose, dovranno iniziare a pensare all’adeguamento del contratto, attualmente in scadenza nel 2024 (per 1,5 milioni a stagione). C’è tempo, certo, ma avvantaggiarsi il lavoro non fa mai male, specie se gli occhi della concorrenza proveranno a portarlo via.
Ad oggi, però, Pioli lavora per completarlo anche dal punto di vista difensivo e se il tecnico rossonero preferisce non pronunciare quella parola, Theo si è già sbilanciato dopo il Venezia (altra gara mostruosa, da subentrato): “L’obiettivo è vincere lo scudetto. Vogliamo combattere per arrivare primi e lo faremo fino all’ultima partita”.
Nel frattempo dalla Francia arriverà stavolta un “merci beaucoup”.