La Serie A brucia cassa: il cash flow dei top club nei bilanci | OneFootball

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·1 maggio 2024

La Serie A brucia cassa: il cash flow dei top club nei bilanci

Immagine dell'articolo:La Serie A brucia cassa: il cash flow dei top club nei bilanci

La gestione ordinaria dei top club di Serie A brucia cassa e spesso non basta nemmeno il ricorso a debiti (tra factoring e finanziamenti) o interventi degli azionisti per riequilibrare la situazione.

Un tema, quello legato alla liquidità e alla cassa, che è tornato di forte attualità negli ultimi anni, in particolare per la crisi legata alla pandemia. Tanto che anche club che si posizionano al vertice della classifica dei fatturati si sono trovati ad affrontare tensioni sul fronte della liquidità, complice non solo l’assenza di flussi di cassa a breve termine garantiti dallo stadio (per la biglietteria ma anche per store e museo ad esempio) ma anche i ritardi nei pagamenti da parte di broadcaster, sponsor e club nelle operazioni di calciomercato, oltre alla difficoltà ad ottenere nuove linee di credito in assenza di asset o flussi di cassa attesi da offrire come garanzia.


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Con il lento ritorno alla normalità post-Covid l’emergenza sul fronte liquidità sembra essersi ridotta. Ma il tema della cassa resta comunque d’attualità, anche perché quella dei club soprattutto di Serie A rimane una gestione che si basa spesso su sottile equilibrio, che varia in base pure ad operazioni “straordinarie” (come cessioni).

Nei bilanci al 30 giugno 2023 dei top club, così, emerge una situazione in cui le società bruciano ancora parecchia cassa, fondamentale ad esempio per il pagamento degli stipendi dei calciatori nei termini stabiliti dai regolamenti federali (evitando quindi penalizzazioni in classifica) ma anche di dipendenti e fornitori, che sono i primi debitori di un club e sono i primi a poter richiedere lo stato di insolvenza di un club in tribunale. E sempre per quanto riguarda i regolamenti, il livello di liquidità è fondamentale anche per il rispetto di altri criteri, come quello legato appunto all’indice di liquidità che permette ai club di operare liberamente sul calciomercato.

Entrando nel dettaglio, la Juventus nel corso del 2022/23 ha visto la sua liquidità passare da 70,3 a 49,4 milioni di euro, con un calo di circa 21 milione derivante tuttavia da una gestione che ha bruciato cassa per 183,2 milioni e ha portato ad un aumento di debiti per 162,3 milioni. Non a caso, dopo l’aumento di capitale del 2021/22, anche per il 2023/24 la proprietà del club bianconero (Exor, la holding degli Agnelli-Elkann) ha lan ciato un aumento di capitale da 200 milioni per aiutare anche dal punto di vista della cassa.

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In casa Roma, invece, la gestione ordinaria ha portato a spese a livello di flusso di investimento per complessivi 122 milioni di euro. Tuttavia, tra nuovi debiti e nuovi finanziamenti dai Friedkin, al termine della stagione 2022/23 la liquidità in cassa è aumentata, passando da 22,8 a 44 milioni di euro. Livelli importanti di cassa bruciata anche per l’Inter, con un -89 milioni nonostante la stagione da record in termini di ricavi da stadio con la cavalcata fino alla finale di Champions League che ha garantito entrate cospicue e costanti durante tutto l’anno. È servito così un nuovo intervento da parte di Suning, con 51 milioni versati nelle casse del club passando dal prestito di Oaktree agli Zhang.

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Tra le big, invece, situazione in sostanziale equilibrio per il Milan, considerando che la gestione ordinaria ha portato a bruciare cassa per soli 792mila euro: gli investimenti di RedBird nelle casse per 40 milioni (per l’operazione stadio in particolare) hanno portato così ad un aumento della liquidità al 30 giugno 2023. E allo stesso modo la liquidità è cresciuta in maniera anche per la Lazio (gestione di cassa in positivo per 1,4 milione e liquidità cresciuta di circa un milione) ma soprattutto per il Napoli, che tra le operazioni di calciomercato, lo scudetto e il percorso fino ai quarti di Champions League nella sua gestione ordinaria è riuscito a generare cassa per oltre 60 milioni di euro, con una liquidità al 30 giugno 2023 in aumento da 107 a 168 milioni di euro.

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