Inter News 24
·11 luglio 2025
Sensi si racconta: «All’Inter tanti problemi. Inzaghi? Non sono uno che cerca lo scontro, in quel centrocampo…»

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·11 luglio 2025
Stefano Sensi ha parlato a Radio Sportiva della sua carriera e dell’avventura all’Inter.
MOMENTO – Sto bene, mi posso godere la famiglia, i bambini stanno coi nonni. Però più passano i giorni e più un po’ di tensione sale. Anche l’anno scorso ho passato questo periodo. Ci sono quasi abituato anche se non è una gran cosa.
FUTURO – La cosa principale è scegliere il progetto giusto. Adesso che ho famiglia e bambini bisogna valutare tutto a 360°. Bisogna fare una scelta di vita e stare attento a tutto. Sto bene. Ho passato momenti difficili fisicamente, specialmente all’Inter, ma adesso mi sento bene. Da un paio d’anni sto bene. Qualche infortunio fa parte del gioco. Ho incontrato un ragazzo che mi segue da un paio d’anni e mi sta dando una mano incredibile.
ALLENATORI – Conte devo solo ringraziarlo, con lui ho fatto il salto di qualità e non era scontato che all’Inter prendessero me dal Sassuolo. Lui è molto esigente dal punto di vista fisico e tecnico, ma ne parlo sempre in positivo. Gli allenamenti fatti con lui non li ho fatti con nessuno, ma poi in campo mi sentivo veramente bene. Di lui mi è piaciuto tanto che ci ha sempre dato la possibilità di sbagliare, l’errore tecnico era concesso se c’era voglia di fare. De Zerbi? Mi spiace che in Italia non ci abbiano puntato. Mi sono trovato veramente bene, la mia idea di calcio si sposa con la sua. E’ un allenatore top, può stare in un top club per carisma, idee di calcio, mi spiace che non possa far parte del nostro calcio.
INZAGHI – Ho sempre avuto un bel rapporto, se hai un problema è sempre presente. Io non sono uno che va allo scontro, mi metto sempre nei panni di tutti. Sono arrivato in una gerarchia importante all’Inter, con giocatori forti. Ho cercato di dare il mio meglio, chiaro che ognuno si crea il suo rapporto ma mi sono sempre trovato bene. Io in Arabia? Io terrei in considerazione tutto, non voglio chiudere porte. Sono scelte personali, non giudico nessuno e non mi piace quando la gente giudica situazioni non trovandosi dentro. Mi sarei voluto allenare di più con Mancini perché mi ha dato la possibilità di giocare in nazionale quando in pochi credevano in me. Ed è uno che anche durante i miei infortuni mi ha sempre convocato.
RIMPIANTI – Non ho rimpianti per la mia carriera, guardando al passato magari avrei fatto valutazioni diverse in alcune situazioni. Ma per me la vittoria più grande è che ho una famiglia, due bambini. Non cambierei nulla di quel che mi ha portato qui.