Calcionews24
·4 maggio 2024
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“Solitario nella notte d’Europa va, se lo incontri sulla fascia gran paura fa il suo volto ha la maschera”. Un riadattamento della tanto conosciuta sigla dell’uomo tigre che all’Atalanta è riconducibile soltanto ad un giocatore: l’esterno Matteo Ruggeri, autore fino ad ora di un percorso europeo sempre all’altezza della situazione.
Quel giocatore che sulla fascia, seppur pregi e difetti, si batte con furore indipendentemente dall’avversario, anche nel momento in cui la tecnica avversaria potrebbe addirittura farla da padrone: figuriamoci in Europa League dove il livello si alza notevolmente, seppur Matteo da due anni a sta parte sia cresciuto passo dopo passo.
Dalla cantera di Zingonia alla maturazione in quel di Salerno; dall’opportunità sfruttata l’anno scorso in una fascia sinistra in seria difficoltà fino all’appuntamento con i grandi ascoltando ogni indicazione di Gasperini che non ha mai risparmiato elogi e indicazioni. Il primo goal all’esordio contro lo Sporting, l’essere ad oggi l’under 23 nerazzurro con più minuti giocati in Europa League (competizione dove detiene un 50% di cross riusciti), ma soprattutto il farsi trovare sempre pronto dimostrando attenzione in ogni singola azione, nonostante la perfezione in certi tratti sia esente: senza rinunciare alla volontà di imparare dai propri compagni di squadra.
La consacrazione arriva nel tempio del calcio ad Anfield dove Ruggeri disputa la miglior partita della sua carriera con l’Atalanta. Compattezza, reattività, impegno, cross perfetti per gli attaccanti nerazzurri, un duello con Salah vinto a mani basse e soprattutto ogni singolo pallone recuperato per costruire una grande azione poco dopo: uno 0-3 orobico dove solo Scamacca ha fatto meglio di lui. Al ritorno altra prestazione da protagonista e una semifinale dove a Marsiglia ha tirato fuori il meglio di sé, senza tralasciare ovviamente campionato e Coppa Italia.
Un giocatore che può ancora migliorare soprattutto dal punto di vista offensivo, ma tra esperienza e dedizione da parte di Ruggeri non è mai venuta a mancare quella “Maglia Sudata” che insegnano già dal primo giorno che si entra a Zingonia: una cosa che rimane dentro, come “l’Uomo Tigre” da tirare fuori in ogni singolo incontro, puntando sempre più in alto.