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·21 luglio 2022
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Il Bitcoin, prima e più famosa tra le cripto attualmente in commercio, ha avuto un exploit immenso dalla sua creazione alla data attuale, rendendo felici o facendo disperare molti investitori con le sue fluttuazioni. Ma chi controlla queste variazioni e soprattutto è possibile cercare di anticiparle e predirle?
Nessuna singola persona o entità può influenzare in maniera significativa il prezzo del Bitcoin, in quanto lo stesso è determinato dal numero totale di ordini di acquisto e vendita effettuati, in qualsiasi momento, in qualsiasi parte del mondo, da investitori grandi e piccoli.
Tuttavia ci sono alcuni utenti, organismi politici o finanziari che volendo potrebbero influenzare la quotazione del Bitcoin. In particolare:
Ma lasciando per un attimo da parte questi tre fattori su cui l’investitore medio non ha controllo, ne esistono altri che invece possono essere cavalcati, seguiti ed ascoltati per anticipare un crollo, un brusco rimbalzo o uno di quegli exploit che possono cambiare la vita? Secondo qualcuno sì e non parliamo di certo di santoni o pseudo-guru, ma di fisici, matematici ed esperti economisti.
Due economisti dell’Università di Yale: Aleh Tsyvinski e Yukun Liu, hanno pubblicato uno studio intitolato ”Rischi e rendimenti delle criptovalute”, dove spiegano come il mercato volatile di Bitcoin e altre valute, secondo le loro analisi, stime e controlli possa essere interpretato e anticipato.
Ma cos’è uscito in particolare da questo studio?
La finanza tradizionale, i modelli usati da sempre potrebbero diventare presto obsoleti o quantomeno poco utili se pensati per il mercato delle cripto. Esistono infatti alcuni fattori non solo tecnici (perché sotto quell’ambito esistono già le “aggravanti” relative al processo di mining e quelle della sicurezza dell’algoritmo) ma psicologici e populistici che potrebbero essere cruciali per la quotazione del Bitcoin.
L’effetto Momentum o “dello slancio” è molto conosciuto nell’ambito della fisica dei corpi. Questo effetto spiega che qualcosa in movimento in una certa direzione, per un determinato tempo, tenderà a proseguire nello stesso percorso. Magari lo farà con un indice di crescita diverso, ma proseguirà nella sua tendenza.
Ecco quindi che, individuando una tendenza stabile nel tempo, potremo decidere di “salire anche noi su questo ascensore”, stando ovviamente ben attenti a individuare il punto d’inversione, che prima o poi, statisticamente arriverà.
Un esempio che fanno i due economisti è quello in cui una cripto, come ad esempio ETH, è impegnata in un rally settimanale che tocca il 20%. Secondo gli economisti questo è un ottimo segnale che dovrebbe essere considerato come un segnale per acquistare, accrescere la quantità in proprio possesso o mantenere, se già in proprio possesso, la criptovaluta.
Allo stesso modo, l’effetto Momentum vale anche nella direzione contraria, ossia quando la cripto è in calo da almeno una settimana. Secondo gli economisti, questo è un segnale molto evidente che la cripto in questione è in fase di declino: meglio starci lontani e se possibile liquidarla.
Il secondo parametro da considerare, secondo i due economisti è quello delle tendenze social, per qualcosa di totalmente slegato alla matematica ed alla statistica e che confina nella psicologia e nei trend.
Gli economisti hanno infatti scoperto che seguendo gli andamenti di Google Search e Google Trend, ma anche il volume di tweets su Twitter, per alcune parole chiave determinanti, all’accrescere delle stesse su base settimanale corrisponderà dopo pochi giorni un aumento del valore della cripto coinvolta.
Lo stesso avviene anche per eventuali hashtags negativi, che possono essere anticipatori di un sicuro calo.
Per concludere, possiamo quindi affermare che chi vuole investire in Bitcoin ma anche in altre valute deve avere un approccio inedito e a 360° rispetto al trading tradizionale se vuole avere risultati diversi da quelli tradizionali.