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·3 luglio 2025
L’ex DS Salvatori sul mercato: “Immobile come il mio Di Vaio. Sono grandi intuizioni”

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·3 luglio 2025
Fabrizio Salvatori, nato a Pesaro nel 1955, è stato un calciatore di Modena, Catania, Pescara e Padova tra le altre, prima di diventare direttore sportivo.
Nei panni di dirigente ha ottenuto le promozioni in Serie A con Perugia, Torino e, soprattutto, Bologna (nella stagione 2007-08). In rossoblù ha lavorato dal 2006 al 2010 e oggi si è concesso al Resto del Carlino per raccontare sé stesso e il nuovo Bologna di Italiano.
Vi ricordate qual era il mio motto di mercato? Vendi, incassa e pentiti.
Sartori e Di Vaio sanno il fatto loro e le belle stagioni del Bologna sono lì a dimostrarlo. lo credo che durante l'ultimo anno abbiano già individuato non solo i potenziali sostituti di quei tre ma di tutti i venticinque componenti della rosa. Perché così devono fare gli uomini mercato bravi.
Beukema, Ndoye e Lucumí (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images Via OneFootball)
Presumo di sì. E dico di più: se incasserà cento spenderà trenta, quaranta, massimo cinquanta: perché cosi deve fare un club come il Bologna se vuole proseguire nel solco delle ultime due stagioni. A meno che non ci si aspetti che questa squadra possa lottare per lo scudetto: ma non credo che a Bologna qualcuno oggi se lo aspetti.
Nel 2008 Salvatori portò a Bologna Marco Di Vaio e oggi il club sta chiudendo la trattativa per Ciro Immobile, due giocatori simili per certi versi.
Sono storie che si assomigliano. Marco al Genoa non si trovava bene e aveva bisogno di nuovi stimoli. A noi serviva un attaccante e così pensai a lui, contando sul fatto che Preziosi non avrebbe chiesto nulla per il cartellino e anzi avrebbe contribuito a pagare parte dell'ingaggio. Se sei nato per fare gol mica te lo dimentichi: vale anche per Immobile. Nell'ultima stagione alla Lazio di gol ne ha fatti pochi, ma si vede che l'anno al Besiktas gli ha fatto venire la voglia di rimettersi in gioco in serie A. E' una scommessa? Sì, ma per modo di dire: come nel caso di Di Vaio, alle spalle c'è carriera che parla.
Federico Bernardeschi (Photo by Vaughn Ridley/Getty Images Via OneFootball)
Bernardeschi ha trentuno anni e al nostro calcio può ancora dare tanto. Il suo valore tecnico è fuori discussione: e qui torniamo al discorso delle motivazioni. Se torna in Serie A con la testa giusta è uno di quei giocatori che ti possono cambiare la stagione.
Il Ds Salvatori ha sfiorato Vincenzo Italiano al Trapani, gestendo i siciliani poco prima che l’attuale tecnico del Bologna li portasse in Serie B.
Nel mio Trapani c'era già Piero Campo, il preparatore atletico che Italiano ha portato anche a Bologna. Campo è una persona squisita oltre che un grande professionista: fateci caso, le sue squadre corrono sempre tanto, dall’inizio alla fine.
Settant’anni il prossimo 30 luglio e un nipotino di cui prendersi cura: oggi Salvatori ha preso una pausa dal calcio, ma si tratta di una situazione tutt’altro che definitiva.
Sono sincero: i settant'anni non me li sento. Mi sento più giovane e, lo confesso, mi piacerebbe vincere ancora qualche campionato. Però i presidenti probabilmente si sono dimenticati delle mie promozioni. C'è anche da dire che nel panorama attuale della serie C non è facile trovare un club che ti possa fare una proposta seria. Nell’attesa faccio il nonno, ma non mollo il pallone. Vado a veder giocare la Vis Pesaro o il Cesena, e quando capita anche le partite dei dilettanti. Il calcio è una passione che non ti abbandona mai.