Calcio e Finanza
·29 maggio 2024
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La Clivense continua nel suo progetto, iniziato tre anni fa da Sergio Pellissier e dal vice Enzo Zanin. E ora è arrivato il momento di far tornare nel mondo del calcio quel Chievo Verona che li ha visti protagonisti nel corso degli anni. Il nuovo capitolo di questa storia, ancora in via di scrittura, si chiamerà AC Chievoverona. Questo il nome scelto dai soci della Clivense dopo l’acquisizione del marchio avvenuta a inizio maggio, che farà così il suo esordio alla prima partita ufficiale della Serie D 2024/25. Il logo Chievoverona rimane, al momento, invariato: nei prossimi giorni sul sito e sui social media della società verranno progressivamente aggiornati logo e nome.
Proprio quel 10 maggio, si è visto un Pellissier in versione attaccante: esultanza sfrenata con i tifosi dopo aver ottenuto il marchio del suo tanto amato Chievo. «Quell’esultanza dopo l’ufficialità di aver ripreso il marchio ChievoVerona mi ha riportato indietro a quando giocavo: la stessa esultanza di un mio gol – ha ammesso a Calcio e Finanza l’ex attaccante ora 45enne –. È stata una soddisfazione che ci voleva. Dopo tre anni di fatica, impegno, anche sofferenza per quanti non hanno capito il nostro nuovo progetto. Ma noi stavamo solo lavorando per riportare il Chievo a casa. È stata una doppia felicità».
Come detto, la Clivense prende ora il nome di ChievoVerona: «Oggi possiamo dirlo: i soci, come promesso, hanno deciso. Ci chiameremo ChievoVerona e i nostri colori sociali saranno il bianco e l’azzurro (confermati quindi quelli adottati fin da subito dalla Clivense, ndr). L’impegno per riappropriarci di quel marchio è stato massimo, sia in termini di energie che economico. Sono contento e orgoglioso di questa scelta condivisa che unisce due anime: la storia, il nome AC Chievoverona, e l’eredità presente dell’esperienza di questi ultimi tre anni di Clivense, ovvero i colori bianco e azzurro. Queste anime oggi diventano una cosa sola: un nuovo sogno da costruire, una storia ancora tutta da scrivere. E che parte da un percorso iniziato tre anni fa con un progetto che, anno per anno, stiamo riuscendo a portare avanti, aggiungendo sempre qualcosa di diverso, ma estremamente importante».
Un traguardo raggiunto, l’ennesimo in questi tre anni, ma Pellissier vuole continuare sulla strada tracciata: «Il nostro obiettivo era quello di cercare di costruire un modello di società molto simile a quello in cui siamo cresciuti con un gruppo familiare di persone che tengono al progetto e con tifosi appassionati. Il marchio è stata la ciliegina sulla torta di questi tre anni che sono partiti con un business plan con le idee che volevamo portare avanti e che stiamo piano piano conseguendo. La prossima stagione? Abbiamo sempre detto che puntiamo a vincere e lo faremo anche l’anno prossimo. Non si punta mai a fare il minimo indispensabile altrimenti i risultati non arriveranno mai, ma cercheremo di non fare il passo più lungo della gamba. Lavoriamo ogni giorno per cercare di migliorarci. Il nostro obiettivo rimane sempre e solo quello di vincere».
L’avventura Clivense è iniziata con il grande sforzo degli attuali soci, che non sono venuti meno per portare a casa il marchio: «I mezzi finanziari, che moltissimi nostri soci hanno messo a disposizione per dare il proprio aiuto nel riportare il marchio a casa, saranno al servizio di un nuovo aumento di capitale che è stato disegnato precisamente in vista dell’acquisto di questo importante asset: è stato un sacrificio da parte di tutti ed è giusto che venga riconosciuto. Nell’immediato, non vedo un’altra campagna di crowdfunding (strumento scelto inizialmente per reperire le risorse economiche, ndr), ma chi vuole investire in una società nuova che ha delle ambizioni e dei progetti che pian piano sta portando avanti, è benvenuto e può far domanda».
Ma la prossima stagione è alle porte e Pellissier guarda al futuro con un obiettivo chiaro: «Da parte di tutti c’è il desiderio di tornare a giocare nei professionisti e di farlo nuovamente al Bentegodi. Ho imparato tantissimo in questi tre anni nei dilettanti, ma so anche quanto è importante per tutti, e per il nostro progetto, andare nei professionisti. Ma sono consapevole, anche, di quanto è difficile e complicato arrivarci nei professionisti, quindi c’è da lavorare tanto. Noi siamo una comunità. E anche se siamo in minoranza a Verona, ci sono tanti tifosi del Chievo e lo hanno dimostrato: sia nel sottoscrivere il crowdfunding, sia ora quando ci siamo fissati l’obiettivo di rilevare il marchio. Ci sono tanti appassionati di calcio che lo seguono con piacere, che hanno amato il Chievo per tanti anni perché era una squadra simpatica e familiare».
«Noi vorremmo essere quello: una squadra familiare – ha concluso il presidente dell’AC Chievoverona –. Non abbiamo alcun sentimento di rivalsa verso nessuno. Vogliamo fare i nostri campionati cercando di vincere più partite possibili e provare di fare la nostra scalata per raggiungere i professionisti. Credo che il nostro modello non debba essere ora l’Atalanta, che sta raggiungendo dei grandissimi obiettivi, ma che ha comunque ha alle spalle una proprietà economicamente solidissima con un presidente che sa come si gestiscono certe realtà imprenditoriali. Inoltre, hanno una tifoseria e una piazza importantissima. L’Atalanta riempie lo stadio, visto che sono anche l’unica squadra della città e tutti a Bergamo, e non solo, la tifano. L’Atalanta non credo sia una favola, anche se i risultati che sta ottenendo ora sono strepitosi. Bergamo è comunque una città importante e l’Atalanta non è mai stata una realtà sconosciuta, come magari lo era il Chievo all’inizio della sua storia».