Pedro: "Ci aspetta un anno difficile. Dobbiamo raggiungere l'Europa. E su Sarri..." | OneFootball

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·16 luglio 2025

Pedro: "Ci aspetta un anno difficile. Dobbiamo raggiungere l'Europa. E su Sarri..."

Immagine dell'articolo:Pedro: "Ci aspetta un anno difficile. Dobbiamo raggiungere l'Europa. E su Sarri..."

La stagione della Lazio ha ufficialmente preso il via: oggi siamo al terzo giorno del ritiro estivo nel Centro Sportivo di Formello, dove Maurizio Sarri è a lavoro con la squadra e anche in piena fase di valutazione dei nuovi profili, con cui non ha avuto modo di lavorare lo scorso anno. Un nome che conosce bene, ormai da anni, è quello di Pedro, intervenuto ai microfoni ufficiali della società.

Pedro a Lazio Style Radio

Il rinnovo, la conferma alla Lazio? Sono molto contento di essere un altro anno qui. La verità che sono molto gradito a tutti, aspetta un anno difficile, ma dobbiamo lavorare tutti per raggiungere gli obiettivi.  I primi giorni sono sempre difficili, perché è passato del tempo, ma alla fine penso che con l'ambizione dobbiamo lavorare forte e insieme e andare avanti in questo nuovo anno. Com'è cambiata la preparazione estiva? Cambia tanto, quando sei più esperto devi lavorare un po' di più, è vero che mi sono allenato in tanti posti per essere un po' in forma. Ma quando comincia è sempre un po' difficile perché non lo stesso allenarsi con la squadra. A volte costa tanto, ma penso che sia normale. Abbiamo due tre settimane di lavoro forte, per avere una condizione ottima poi vediamo come arriviamo sul campo a inizio stagione. Prima si lavorava su altri aspetti. Prima si lavorava più su aspetti tattici, oggi più sul lavoro fisico. In dieci anni è cambiato, ma è normale: a volte si fa un lavoro più tecnico o al volte più fisico, anche perché ci sono tanti impegni oggi, e si lavora sulla prevenzione dell'infortunio e sul fisico, dati gli impegni ravvicinati sul calendario. Adesso costa recuperare. Oggi si fanno tre quattro blocchi di corsa, io prima non lavoravo cosi, è un'idea diversa di calcio, ora è tutto molto più controllato. È difficile perché è un lavoro molto esigente e fisico perché prima non era così. Pure la tecnologia fa questo, prima ora si vedono tanti dati, mentre prima no. La mia esperienza fuori dal campo? Penso che sia importante, sono il giocatore più esperto, ho vissuto tante cose nel mondo del calcio e penso possa dare un aiuto ai giocatori più giovani, ho l'ambizione di aiutare la squadre con l'idea che insieme possiamo fare cose grandi. L'anno scorso abbiamo perso un po' di ambizione, siamo calati e poi abbiamo finito male. Dobbiamo ritrovare quell'entusiasmo che avevamo a inizio stagione. Abbiamo l'opportunità magari di non giocare l'Europa, avendo tutta la settimana per preparare la partita. Per fare un bell'anno, dall'altra parte può essere un anno difficile dato che siamo abituati a giocare l'Europa.

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Alla Lazio è arrivato Sarri. È sempre buono avere Maurizio, lo conosciamo tutti qui, è un allenatore con un carattere forte, è una buona opzione lavorare con lui. Sta provando tanto anche i giocatori che non conosce. Oggi abbiamo un livello in cui possiamo essere lì: per raggiungere l'obiettivo Champions.  Se possiamo competere in Europa? È molto difficile, abbiamo avuto una stagione in cui ci sono 8/9 squadre che competono per lo stesso obiettivo, è molto complicato. La serie A è un campionato difficile. Se vogliamo fare un passo in avanti dobbiamo puntare al massimo, sull'Europa. Il mio ruolo nel tridente di Sarri? Sul tridente è difficile, l'anno scorso era dentro sempre la punta. Lui lavora pure su questo, l'unica cosa importante è che posso fare il trequartista o l'esterno, ma vediamo, sarà difficile, ma sono sempre disposto a dare il contributo alla squadra. Voglio lavorare su come aiutare la squadra. Se quando subentro cambio ritmo alla partita e quanto indice la testa? Molto, è un altro stimolo per i giovani, è difficile per chi sta in panchina poi entrare. Penso che ci sia un lavoro mentale molto forte, bisogna sfruttare ogni minuto. Le opportunità passano, bisogna essere concentrati, è una questione mentale. Non è facile. Ci sono giocatori a cui costa di più, mentre c'è chi entra subito in questa mentalità. Penso che si debba avere un po' di pazienza con i giocatori giovani. È un meccanismo che uno deve mettersi in testa per aiutare la squadra.  La mentalità è fondamentale. Se sei concentrato sull'allentamento poi sei in partita, si può sbagliare ma se sei concentrato la questione cambia, devi stare sempre sul pezzo. L'obiettivo è lavorare tutta la settimana per arrivare bene in partita. La partita di vince ancora prima di entrare in campo, ci possono essere errori imprevedibili, ma si deve reagire, e devi essere pronto e concentrato. La risposta dei tifosi? Sono un forza importante per noi, danno un supporto forte. Abbiamo finito molto molto male lo scorso anno, ma deve essere uno stimolo per ognuno giocare davanti ai tifosi in casa. Sono una forza per noi. Fabregas a Como alla prima di campionato? Sta facendo un lavoro molto impressionate. È giovane, ma ha un'idea molto chiara di gioco, ha dato fastidio a tutti. Sarà una partita molto difficile per noi. Hanno fatto un progetto di crescita con giocatori giovani. Mi aspetto una partita difficile. Le vacanze fanno bene alla testa e al corpo per risposare, ma dopo questo la stagione è iniziato. Ci dobbiamo mettere in testa che sarà una stagione difficile. La mia fondazione? Facciamo tante cose, la cosa importante è aiutare le persone per trasmettere i valori ai bambini, come la solidarietà, ambizione, essere una buona persona e rispettosa. Niente arriva senza costanza, o come i tanti valori che stanno dietro al calcio o allo sport. Vogliamo trasmettere quello e aiutare le persone e i bambini. Lavoriamo con i centri medici, con tante scuole, alla fine è importante aiutare le persone in questo momento: un momento difficile per tutti per com'è oggi la vita, ogni giorno più cara, e per le famiglie è sempre più difficile avere i soldi o semplicemente anche vedere una partita di calcio. Sono contento di aiutare. Lavoriamo con tante famiglie in difficoltà che non hanno risorse. In tutte le canarie lo facciamo. Lavoriamo con i centri medici con bambini con il cancro, abbiamo aiutato i centri medici a creare sale pediatriche, o aiutiamo coloro che non riescono a fare la spesa, o per coloro che non sono riusciti ad andare a scuola.

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