Occhi sulla Coppa d’Africa: Algeria, Guinea Equatoriale, Costa d’Avorio, Sierra Leone | OneFootball

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Riserva di Lusso

·11 gennaio 2022

Occhi sulla Coppa d’Africa: Algeria, Guinea Equatoriale, Costa d’Avorio, Sierra Leone

Immagine dell'articolo:Occhi sulla Coppa d’Africa: Algeria, Guinea Equatoriale, Costa d’Avorio, Sierra Leone

Algeria e Sierra Leone daranno il via alle 14 anche al Gruppo E di questa Coppa d’Africa e che vedrà impegnate anche Costa d’Avorio e Guinea Equatoriale.

Algeria: il peso del pronostico

di Matteo Speziale

L’Algeria che si appresta a difendere il titolo conquistato nella torrida (unica a giocarsi in estate) scorsa edizione è una squadra forse addirittura migliore di quella che ha trionfato 30 mesi fa. La generazione d’oro che ha già conquistato lo scorso trofeo infatti sembra ancora lontana dall’esaurire le sue cartucce. Dopo aver passeggiato nel girone di qualificazione a questa Coppa d’Africa ad attenderli ci sarà subito una delle più credibili competitors al titolo finale come la Costa d’Avorio.


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I nordafricani, come accennato, col titolo da difendere e con tutti i favori del pronostico, non possono permettersi passi falsi o nascondimenti di sorta. L’allenatore è ancora Belmadi, il suo gioco fluido posizionalmente è fondamentale per mettere tutti i calciatori di maggior talento nella propria ideale comfort zone. Proprio a testimoniare questa estrema fluidità ci sono anche i moduli utilizzati in tutto il suo trascorso: ha variato (almeno nominalmente) il 4-2-3-1, il 4-4-2, il 4-3-3. L’unica costante è rimasta la difesa a quattro, dal centrocampo in poi invece è più la partita che va a formare le posizioni ideali da coprire per i calciatori. Un allenatore insomma moderno e con idee molto solide. Difficilmente, ma questa è un’opinione, Belmadi esaurirà la sua verve in nazionale.

In porta il titolare sarà probabilmente lo stesso del 2019, il veterano Rais M’Bolhi. La difesa è composta sulle fasce da due terzini con una spiccatissima vocazione offensiva come Atal del Nizza e Bensebaini del Gladbach; al centro a far coppia col sempreverde Mandi sarà ancora una volta Benlamri, che dopo aver stregato il Lione nella scorsa edizione del trofeo continentale ha preferito ritornare nuovamente in Qatar.

Dal centrocampo in poi, ci sono dei “nuovi innesti” rispetto al 2019. Se nella passata edizione, insieme ad uno scintillante Bennacer (non a caso eletto MVP della manifestazione) c’era un giocatore di sostanza ed esperienza ma sostanzialmente alla fine della sua parabola come Guedioura, ora vicino al milanista i nomi che si affacciano sono al contrario molto promettenti e di giovanissima età. A contendersi il posto in mediana sono infatti Zerrouki, iper-dinamico frangiflutti del Twente, e Zorgane, elegantissimo costruttore in forza allo Charleroi. Se Belmadi confermerà la voglia di far giocare solo due centrocampisti puri, i nomi saranno questi tre e ha davvero l’imbarazzo della scelta.

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Mahrez è indubbiamente una delle stelle di questa Coppa d’Africa (Foto: Charly Triballeau/Getty Images – OneFootball)

Ma se l’appetito vien mangiando, avanzando ancora di qualche metro sulla trequarti di sicuro non ci si pente di vedere una partita degli algerini. Insieme a Ryiad Mahrez, che non ha bisogno di troppe presentazioni, si alternano: Benhrama, gioiello del West Ham che sta facendo faville in Premier League; il redivivo Brahimi, Feghouli e una nostra conoscenza come Ounas. La parola d’ordine di questa trequarti insomma è dribbling spasmodico, misto a creatività a frotte. Come terminale offensivo il CT ha ben due feticci: davanti al più “noto” Slimani, nelle sue gerarchie ci sono sia Boundjah con le sua valanghe di gol segnati nel campionato qatariota, che Belaili. Quest’ultimo è il classico giocatore adorato da ogni allenatore: duttile e sempre disponibile, al momento è svincolato ma nonostante questo Belmadi non ha pensato neanche per un secondo a lasciarlo fuori.

Le “Volpi del deserto” dovranno riuscire nell’unica impresa più ardua di vincere: ripetersi. E dovranno riuscire a farlo con il macigno dell’essere favoriti addosso. Se riusciranno a scrollarsi un po’ di pressione e a giocare il loro calcio estroso e proattivo il back-to-back è probabilissimo.

Guinea Equatoriale

di Matteo Speziale

Per la Guinea-Equatoriale essere arrivata alla fase finale della Coppa d’Africa è già un’enorme conquista. I guineani, hanno già all’attivo due partecipazioni nel torneo continentale, ma in nessuno dei due casi avevano guadagnato la competizione sul campo. Nel 2012 erano co-paese ospitante, mentre nel 2015, sfruttando la rinuncia del Marocco (causata dall’epidemia di Ebola) organizzarono last-minute in solitaria; dando vita tra le altre cose ad una delle edizioni più divertenti degli ultimi anni.

La storia calcistica degli “Nzalang” (tuoni in lingua xhosa) è molto poco ricca di avvenimenti di spessore: escluse le due partecipazioni sopra citate (2012 e 2015), dall’indipendenza dalla Spagna raggiunta nel 1968, non vi è mai stata nessun’altra competizione internazionale che li ha visti nella fase finale. Quella che è stata compiuta a cavallo tra 2019 e 2021 è una vera e propria impresa insomma: una qualificazione in un gruppo che prevedeva Tunisia, Libia e Tanzania. I dubbi più consistenti riguardano proprio il valore di quella squadra capace di quell’impresa.

Infatti al contrario di quel girone, i guineani saranno orfani di Pedro Obiang. Il calciatore del Sassuolo, all’epoca capitano degli nzalang, a causa di imprecisati problemi di salute non ha giocato neanche un minuto da agosto ad oggi e pertanto non è stato convocato. Un vero peccato dato che insieme a Machìn, tuttocampista militante nel Monza e a Fede Bikoro, trequartista dell’Hercules, formava un triangolo di centrocampo molto interessante, vero punto di forza della selezione centrafricana.

Il resto dei calciatori milita per larga parte nelle varie leghe spagnole; segno che la dominazione iberica è ancora molto presente nella cultura guineana, nonostante la durissima dittatura di Teodoro Obiang (zio del calciatore del Sassuolo) stia facendo di tutto per farla “dimenticare” costruendo addirittura di sana pianta una nuova capitale. Tra loro: Pablo Ganet, il probabile sostituto di Obiang milita nel Real Murcia e Carlos Akapo Martinez, esterno offensivo del Cadice, sono i più interessanti. Il terminale offensivo del 4-2-3-1 sarà probabilmente Oscar Siafà, possente e spigoloso centravanti che milita nella seconda serie greca. A guidarli, dopo l’improvviso addio di Mignè ad ottobre 2020, è Juan Micha, ex calciatore del Fuenlabrada. E’ stato lui riconosciuto come l’autore del miracolo che ha permesso ai guineani di battere la Tanzania a marzo 2021 e staccare il pass decisivo.

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Carlos Akapo è uno dei pochi della selezione guineana per questa Coppa d’Africa abituati a giocare ad alti livelli (Foto Javier Soriano/Getty Images – OneFootball)

Con le premesse di una rosa non esattamente all’altezza e priva anche del suo miglior giocatore le prospettive di passare il turno sono molto lontane, soprattutto guardando alla concorrenza già nel girone di due squadre accreditate ad arrivare in fondo come Algeria e Costa d’Avorio. La Guinea Equatoriale venderà comunque cara la pelle, cercando di racimolare qualcosa contro le due favorite nelle prime due giornate per poi giocarsi tutto nell’ultima partita contro la Sierra Leone. Le possibilità sono basse ma sicuramente gli “Nzalang” non hanno granché da perdere

La Costa d’Avorio può arrivare in fondo

di Federico Sborchia

Dal trionfo nella Coppa d’Africa del 2015, la Costa d’Avorio ha cambiato forma fondendo il nucleo dei campioni rimasti con alcuni profili nuovi e in rampa di lancio nel panorama europeo.

Gli elefanti hanno dominato il girone di qualificazione raccogliendo 15 punti su 18 disponibili mettendosi dietro Etiopia, Niger e Madagascar e arriveranno alla coppa forti di uno score di 6 vittorie in 8 partite nel 2021. A guidare la nazionale ivoriana in Coppa d’Africa sarà il francese Patrice Beaumelle, storico assistente del maestro Hervé Renard e che da marzo 2020 si è messo in proprio dopo averlo seguito per tutta l’Africa.

La stragrande maggioranza della rosa degli elefanti proviene da realtà di rilievo in Europa con la sola eccezione della batteria di portieri. Il titolare sarebbe Sylvain Gbohouo, ex titolare nei congolesi del Mazembe e ora in Etiopia; il condizionale è d’obbligo in quanto pochi giorni fa per lui è arrivata una squalifica per doping; nonostante la federazione abbia presentato ricorso è chiaro che la situazione portiere potrebbe evolvere e premiare Badra Ali, trentacinquenne attualmente in forza ai sudafricani del JDR Stars.

In difesa Beaumelle ha già perso un profilo importantissimo come Willy Boly, fermo per infortunio da mesi e da qualche giorno si è trovato a fare i conti con la possibile assenza di uno dei profili più importanti del reparto e in generale della rosa come Eric Bailly. Il difensore del Manchester United è stato richiamato in Inghilterra per la moria di centrali a disposizione di Rangnick ed è uscito infortunato dall’ultimo match del 2021; tuttavia, le condizioni sembrano sufficientemente buone da consentire un impiego in Coppa. Un profilo molto interessante e molto giovane che con ogni probabilità sarà titolare in Camerun è Odilon Kossounou, classe 2001 formatosi tra Svezia e Belgio e da quest’estate al Leverkusen di cui è attualmente un titolare. A completare il reparto, vista l’assenza di Boly, dovrebbe essere uno tra un campione del 2015 come Wilfried Kanon – prodotto delle giovanili dell’Empoli e da sempre in giro in realtà minori europee prima di arrivare in Egitto, dove ora milita nel Pyramids FC – e Simon Deli, attualmente titolare dell’Adana Demirspor dopo numerose esperienze in Repubblica Ceca.

La coppia di esterni sarà con ogni probabilità impostata su un esterno di stampo più difensivo che salvo soprese sarà il capitano Serge Aurier, da ottobre al Villarreal dopo la rescissione con il Tottenham di cui è stato a lungo comprimario sulla fascia destra. L’altro lato del campo potrebbe essere presidiato da un giocatore più offensivo come Maxwel Cornet, ex Lione attualmente al Burnley dove ha trovato 6 gol in 10 partite di Premier League sfiorando anche il premio di giocatore del mese di settembre in Premier.

Fondamentale per le sue qualità di palleggio sarà sicuramente Jean-Michael Seri, ormai uscito dai radar del grande calcio ma protagonista in Championship con il suo Fulham, di cui ha ripreso le redini del centrocampo dopo la brutta esperienza in Premier di qualche anno fa. In virtù delle sue qualità da equilibratore, l’altro slot di centrocampo non potrà che spettare al milanista Franck Kessie; complici le polemiche sul suo contratto, la stagione di Kessie non è stata proprio esaltante, ma d’altro canto solo pochi altri individui in rosa possono dire di competere a un livello così alto. Uno dei primi ricambi a centrocampo sarà con ogni probabilità Ibrahim Sangaré, attualmente uno dei migliori centrocampisti dell’Eredivisie e riferimento assoluto del PSV, con i due italiani Jean-Daniel Akpa-Akpro della Lazio e Hamed Junior Traoré del Sassuolo a completare un pacchetto molto ricco di opzioni.

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Dopo le Olimpiadi Franck Kessié guiderà la Costa d’Avorio anche alla Coppa d’Africa (Foto: Yoshikazu Tsuno/Getty Images – OneFootball)

Il reparto avanzato degli Elefanti è forse uno dei migliori di tutto il continente per quantità e qualità a disposizione. Sugli esterni Beaumelle potrà contare su due dei migliori dribblatori del panorama internazionale, ossia Wilfried Zaha e il neo-atalantino Jérémie Boga; entrambi sono reduci da sei mesi abbastanza complicati e potrebbero sfruttare l’occasione della coppa per cercare di rilanciare le rispettive stagioni e mostrare di nuovo tutte le loro qualità. A completare la batteria degli esterni ci saranno anche Nicolas Pépé, attualmente passato in secondo piano all’Arsenal ma ancora capace di incidere a buoni livelli e Jean Kouassi, appena approdato in Turchia dopo una buona esperienza in Cina.

Nonostante abbia scelto la nazionale ivoriana da poco più di un anno, il nome di Sebastién Haller sarà sicuramente quello più cercato in un gruppo comunque molto ricco di talento; il centravanti dell’Ajax è reduce da sei mesi incredibili in cui ha segnato 22 gol in 23 partite tra Eredivisie e Champions League, primeggiando in entrambe le classifiche marcatori e regalandosi anche un poker al suo debutto nella massima competizione europea. Alle spalle di Haller invece troveremo un italiano di adozione e passaporto come Christian Kouame, che in estate ha lasciato la Fiorentina per tentare un’esperienza in prestito all’Anderlecht con cui ha trovato 4 gol in 15 partite.

Nel complesso la rosa a disposizione di Beaumelle sarà di alto livello, con interpreti di spessore soprattutto nei reparti più avanzati, per cui è lecito aspettarsi dei risultati importanti. Importante sarà già passare il girone visto che per gli Elefanti, l’urna ha previsto i campioni uscenti dell’Algeria come ultima avversaria della prima fase, in cui sarà fondamentale non mollare nessun colpo contro le più modeste Sierra Leone e Guinea Equatoriale. Ciò che è certo è che questa squadra non può non puntare a un posto tra le migliori quattro del continente.

Non date per morta la Sierra Leone

di Nicola Boccia

Possono 7 punti in sei partite, con quattro pareggi e con a referto 6 gol fatti e altrettanti subiti, bastare a conquistare un secondo posto nel proprio girone valevole per la qualificazione alla Coppa d’Africa? La risposta sarebbe probabilmente no, a maggior ragione considerando di aver perso uno degli scontri diretti con l’altra pretendente a quel posto, il Benin. Ed invece, secondo una non so quale logica – e non dovrei sorprendermi, stiamo pur sempre parlando dello sport senza logica per antonomasia – la nazionale della Sierra Leone è riuscita a guadagnarsi la qualificazione tanto desiderata.

Come ci è riuscita? Nell’effettivo non credo ci sia qualcuno che l’abbia capito con certezza, ma stando ai fatti la selezione di John Keister – sierraleonese nativo di Manchester con un discreto passato nelle leghe minori inglesi – sarebbe riuscita a strappare il pass grazie ad un doppio pareggio tra andata e ritorno contro la Nigeria, di cui un surreale 4-4 nella gara d’andata ottenuto in rimonta dopo essere andati sotto 4-0 nella prima mezz’ora, seguiti da un ulteriore pareggio con il Lesotho e soprattutto dalla vittoria finale in casa per i 1-0 contro il Benin, che pareggiando il risultato dell’andata ha di fatto consegnato la qualificazione alla Sierra Leone, in virtù della differenza reti nel girone (6:6 contro il 3:4 del Benin).

Un percorso che se da un lato ha portato la Sierra Leone a conquistare un tifoso in più per questa Coppa d’Africa (il sottoscritto), dall’altro lascia di sicuro qualche perplessità su quello che potrebbe essere il cammino della selezione in questo torneo. Il sorteggio nel Gruppo E con Algeria, Costa d’Avorio e Guinea equatoriale non ha certo sorriso ai Leone Stars, che difficilmente potranno fare meglio dell’eliminazione al primo turno subita nelle altre due precedenti partecipazioni alla competizione, nel 1994 e nel 1996.

Tuttavia come già osservato per molte delle selezioni più modeste prendenti parte, la formula del torneo lascia quantomeno un barlume di speranza nel passaggio del turno praticamente a tutti. Neanche il calendario ha detto però bene alla Sierra Leone, che dovrà affrontare nei primi due incontri Algeria e Costa d’Avorio, dunque con il rischio di arrivare all’ultima partita con la Guinea Equatoriale già con un piede e mezzo, se non due, fuori dalla Coppa d’Africa. In tal senso sarà importante anche perdere subendo pochi gol, e sperare che 3 punti contro la Guinea (non comunque scontati) possano bastare a piazzarsi tra le migliori terze, magari proprio grazie alla differenza reti.

Vietato però sottovalutare la selezione sierraleonese (sì Nigeria, questa è una frecciatina), che può comunque contare su una discreta qualità generale, basata su un mix tra nuovi talenti e vecchie glorie. A metà strada tra i due estremi troviamo invece Steven Caulker, nome che sicuramente in molti già conosceranno soprattutto in via del suo passato in Premier League, dove tra le numerose piazze girate ha avuto anche l’onore di indossare le maglie di due club storici come Tottenham e Liverpool. Oggi gioca invece al Gianzatep, arrivato in prestito da un altro club dalla storia decisamente importante come il Fenerbache. Sarà lui a guidare la linea difensiva a 4 di Keister, al cui centro verrà affiancato con buone probabilità da Umaru Bangura, altra conoscenza del calcio europeo ed uno degli uomini con maggiore esperienza della rosa. Difenderanno i pali di Mohamed Kamara insieme a loro Osman Kakay, terzino destro 24enne del QPR, e probabilmente uno tra il 20enne Saidu Mansaray ed il 26enne Kevin Wright, quest’ultimo ex prospetto del settore giovanile del Chelsea, fino allo scorso dicembre in forza in Svezia all’Orebro.

Ad infoltire la presenza “inglese” nel 4-3-3 di Keister sarà la mezzala dinamica e di discreta tecnica dei Wycombe Wanderers Sullay Kaikai, affiancato da John Camara in mezzo e da Kwame Quee dall’altro lato. Centrocampo che forse rappresenta il reparto più debole della Sierra Leone, non tanto per il livello dei giocatori, quanto per la mancanza di un elemento che sappia amministrare il pallone e gestire i tempi della squadra.

Decisamente più interessante la situazione nel trio davanti dove il ct potrà contare oltre che sul 37enne Kei Kamara – girovago con un passato anche in Premier e con all’attivo più di 100 gol in MLS – su un pacchetto di prime/seconde punte davvero interessanti. Tra queste avranno sicuramente un ruolo di primo piano la prima punta del Randers, Alhaji Kamara, e quella dell’Aarhus, Mustapha Bundu. La forza del reparto sta però proprio nella presenza di alternative più che valide, oltre che complementari, tra loro. Keister potrà infatti fare affidamento anche su giocatori come Augustin Kargbo (Crotone), Augstine Williams (ex L.A. Galaxy), o ancora Mohamed Buya Turay (ex Djugardens). Tutti giocatori di sicuro rendimento e comunque di buon profilo che potrebbero dare una grande mano a gara in corso, permettendo all’allenatore di stravolgere e rigirare i piani d’attacco in base alle necessità.

Il cammino si prospetta naturalmente piuttosto ostico, se non proibitivo, ma il doppio scontro con la Nigeria nel girone di qualificazione dovrebbe aver insegnato agli uomini di Keister che nulla è impossibile. Fossi nei loro avversari non darei la Sierra Leone tanto per spacciata.

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