
OneFootball
Marco Alessandri·21 settembre 2023
No Calha no party e 5️⃣ cambi: Inter, ecco cosa non ha funzionato in Europa

OneFootball
Marco Alessandri·21 settembre 2023
Una brutta Inter esce con un ottimo pareggio dalla Reale Arena, ma anche con tanti punti di domanda. Dopo un derby dominato appena quattro giorni prima, chiuso con il divario più ampio dal 4-0 del 2010, al debutto in Champions ci si aspettava ben altra prestazione dai vice campioni d’Europa.
Qualcosa, invece, non ha funzionato e non solo a causa dell’errore da mani nei capelli di Bastoni, al primo vero scivolone da quando veste il nerazzurro. Come ammesso da Inzaghi nel post partita, la Real Societad avrebbe meritato i tre punti, ma è anche vero che nel finale, con qualche certezza in più in campo, l’Inter ha rischiato di portarsi a casa il bottino. Da qui, dunque, devono partire le prime riflessioni del tecnico.
Il primo grande punto riguarda la profondità della rosa. I nerazzurri hanno sì un parco giocatori tra i migliori in Italia, ma forse non abbastanza per pensare di poter schierare due formazioni diverse e ottenere la stessa prestazione.
In altre parole, Arnautović non vale Thuram, Bisseck e Cuadrado ancora non si sono visti per davvero, Asllani fa mancare eccome un giocatore del peso di Çalhanoglu. Capitolo a parte per Carlos Augusto. L’ex Monza è stato comunque positivo, ma il sinistro di Dimarco è troppo importante.
Troppi i cinque cambi rispetto al derby con cui Inzaghi ha deciso di affrontare il match di ieri sera. Risultato? Squadra spaesata, senza idee, quasi impaurita di fronte a un avversario ben messo in campo e spinto dal calore del proprio pubblico.
Un anno fa Inzaghi si trovava a dover fare a meno del perno del centrocampo, Marcelo Brozović, e scopriva Hakan Çalhanoglu. Da allora, il turco non è quasi mai tornato a giocare nel suo vecchio ruolo, prendendo in mano le redini dell’Inter.
Una presenza, quella del 20, che è diventata fondamentale per le fortune interiste. Senza di lui, infatti, i nerazzurri dall’anno scorso hanno vinto appena tre gare su nove uscite, il 33 per cento. Dato che si ribalta se Hakan scende in campo: con l’ex Milan a guidare il centrocampo di Inzaghi la percentuale di vittorie sale a 68 per cento (36 match vinti su 53).
Una statistica che rischia di non aiutare la crescita di Asllani, finito tra i bocciati ieri sera. L’albanese ha qualità e voglia, ma per emergere avrebbe bisogno di giocare. Colpa sua se l’Inter ieri non ha girato? Difficile, considerando come quello di ieri per lui fosse praticamente un vero debutto in gare di questo valore. Certo è, però, che chi si aspettava di non rimpiangere la regia di Çalhanoglu all’Anoeta è rimasto deluso.
Sembra un’ovvietà, e forse lo è, ma l’anno scorso era tutto un altro andare, almeno davanti. Se l’inizio stagione di Marcus Thuram è stato abbagliante, tanto da far dimenticare in poco tempo il tradimento di Lukaku, altrettanto non si può dire della prima di Marko Arnautović.
L’austriaco non è riuscito in quello che gli chiedeva Inzaghi, tenere su la squadra e far uscire il centrocampo con le proprie sponde. Sarà un caso, ma con l’entrata di Thuram la musica è cambiata. La sensazione è che, mentre con il francese l’Inter sembra aver completato al meglio la coppia d’attacco titolare, con l’ex Bologna si sia di fronte a una buona alternativa, ma difficilmente a un giocatore in grado di fare la differenza dal 1′ minuto in gare importanti.
Altro discorso per Sanchez. El Niño è entrato con il piglio giusto, andandosi a prendere il pallone fino a centrocampo e cercando più di una volta l’imbucata. In questo caso, il confronto con la quarta punta dell’anno scorso, Correa, non può che pendere dalla parte del cileno. Qui sì che Inzaghi ha trovato un’alternativa valida.
Live
Live