Napoli-Torino: il tempo effettivo è imbarazzante: solo 53 minuti giocati! Il calcio urla al cambiamento |FOCUS | OneFootball

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·9 marzo 2024

Napoli-Torino: il tempo effettivo è imbarazzante: solo 53 minuti giocati! Il calcio urla al cambiamento |FOCUS

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“Nel secondo tempo non si è mai giocato.” È stato questo il principale commento dei tifosi, ma non solo, del Napoli al termine del pareggio contro il Torino. In effetti, la gara di ieri tra interruzioni varie si è giocata per meno di un’ora. Nel mondo del calcio, la durata delle partite è sempre stata oggetto di compromessi. Ma in realtà, nelle competizioni più importanti, è raro che il pallone sia effettivamente in gioco per un’ora intera. Questo ha portato a discussioni sull’introduzione del tempo effettivo nel calcio, simile a quanto avviene nel rugby o nel basket, dove il cronometro si ferma quando la palla non è in gioco. Questo potrebbe significare una riduzione della durata delle partite, passando dai 90 minuti attuali ai 60 effettivi.

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Secondo i recenti dati elaborati da Opta, una società di analisi, in questa stagione la Premier League inglese ha registrato una media di 55 minuti e 45 secondi di gioco effettivo, seguita dalla Bundesliga tedesca con 54 minuti e 31 secondi, la Serie A italiana con 54 minuti e 30 secondi e infine la Liga spagnola con 54 minuti e 28 secondi. Secondo lo stesso Opta, la Ligue 1 francese è il campionato europeo in cui si gioca mediamente di più, con una media di 56 minuti e 19 secondi di tempo effettivo. Nonostante ciò, la Ligue 1 non è considerata la più competitiva tra i cinque principali campionati europei.


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Nel match di ieri sera tra Napoli e Torino, i tifosi partenopei, così come molti altri, si sono trovati a fare un’amara constatazione: nel secondo tempo, non si è mai giocato. Questo ha sollevato numerose critiche e dibattiti sulle modalità di calcolo del tempo effettivo nel calcio. Alcune proposte prevedono l’introduzione di un sistema simile a quello utilizzato nel rugby o nel basket, dove il cronometro si ferma quando la palla non è in gioco. In questo modo, si potrebbe garantire una maggiore equità e una riduzione effettiva della durata delle partite, passando dai 90 minuti attuali ai 60 effettivi.

Napoli-Torino è stata l’ennesima dimostrazione di come il calcio sia ancora lontano da una gestione ottimale del tempo di gioco. Nel primo tempo, si è giocato per soli 25 minuti su 48, corrispondenti al 52% del tempo totale. Nel secondo tempo, la situazione non è stata migliore, con appena 27 minuti effettivi su 52, sempre il 52% del tempo totale. È evidente che qualcosa non funziona.

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Fonte Foto: Lega Serie A

Ma a chi attribuire la responsabilità di questo scempio calcistico? Sicuramente, l’atteggiamento del Torino non è passato inosservato. La squadra granata ha adottato una tattica votata alla perdita di tempo, cercando di frenare il ritmo di gioco in ogni occasione possibile. Una strategia che ha portato a un rallentamento costante e a una minore effettività del tempo di gioco.

Ma non solo il Torino è da biasimare. Anche l’arbitraggio di Orsato ha contribuito a questa situazione. Troppo indulgente verso le perdite di tempo e le continue interruzioni, l’arbitro non è stato in grado di garantire un gioco fluido e continuo. Invece di intervenire con decisione e autorità, ha lasciato che la partita si trasformasse in una lunga e noiosa sequenza di stop and go.

È arrivato il momento di prendere seri provvedimenti per garantire una maggiore qualità e intensità delle partite di calcio. L’introduzione del tempo effettivo potrebbe essere la soluzione, ma occorre anche una maggiore fermezza da parte degli arbitri nel gestire le perdite di tempo e le interruzioni di gioco.

Carlo Gioia

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