Milannews24
·24 agosto 2025
Milan Cremonese, San Siro delude come la squadra! Fattore negativo, si è avvertita una sensazione precisa

In partnership with
Yahoo sportsMilannews24
·24 agosto 2025
La stagione del Milan è un enigma, un groviglio di aspettative disattese e prestazioni altalenanti. Ma a volte, il problema non è solo ciò che accade in campo, ma anche ciò che non si sente dagli spalti. A sollevare la questione è stato Bianchin in un articolo per la Gazzetta dello Sport, analizzando il recente match tra Milan e Cremonese a San Siro. L’osservazione è cruda, ma veritiera: un San Siro stranamente silenzioso, quasi apatico, che amplifica le difficoltà della squadra. “Così silenzioso, aggiunge un problema” scrive Bianchin, sottolineando come l’assenza del tifo incandescente, tipico della Curva Sud, si faccia sentire in maniera pesante, influenzando anche il comportamento dei tifosi “neutri”. La gente, secondo il giornalista, potrebbe e dovrebbe “cantare di più”, a prescindere dai cori organizzati.
Questa riflessione ci porta a un punto cruciale: il legame tra squadra e tifosi. Il calcio non è solo una partita, è un’emozione condivisa. L’energia che i tifosi trasmettono può fare la differenza, spingendo la squadra oltre i propri limiti. Un San Siro che non ruggisce è un San Siro che non incute timore agli avversari e che, soprattutto, non dà la spinta decisiva ai propri giocatori. L’arrivo di un allenatore esperto come Massimiliano Allegri, noto per la sua capacità di gestire le pressioni e le dinamiche complesse dello spogliatoio, è un tentativo di rimettere a posto le cose in campo. Allegri ha un compito arduo: non solo far giocare bene il Milan, ma anche ridare fiducia a un ambiente che sembra averla persa.
Il nuovo direttore sportivo, Igli Tare, è un’altra pedina fondamentale in questa scacchiera. La sua esperienza nel mondo del calcio, unita alla sua visione strategica, sarà cruciale per costruire una squadra che non solo sia competitiva, ma che sappia anche entusiasmare. Tare dovrà operare sul mercato per portare a Milano giocatori che si sposino con la filosofia di Allegri, ma anche elementi che possano infiammare il cuore dei tifosi. L’obiettivo è chiaro: non solo vincere, ma anche riconquistare l’amore e la passione del popolo rossonero.
La sfida è dunque duplice. Da un lato, il Milan deve trovare la sua identità in campo, un modulo e un assetto che permettano ai giocatori di esprimersi al meglio. Dall’altro, deve ricostruire il legame con la sua gente, trasformando quel San Siro silenzioso in un vulcano di emozioni. La speranza è che le prossime partite possano invertire la rotta, non solo dal punto di vista dei risultati, ma anche da quello dell’atmosfera. Un Milan vincente e un San Siro ruggente sono le due facce della stessa medaglia e, per tornare a splendere, il club ha bisogno che entrambe brillino.
L’articolo di Bianchin sulla Gazzetta dello Sport è un campanello d’allarme che risuona forte e chiaro. La sua riflessione sul match Milan-Cremonese va oltre la semplice cronaca sportiva, toccando un nervo scoperto: il ruolo del tifo e l’importanza del dodicesimo uomo. In un calcio sempre più globalizzato e mercificato, il legame con la propria squadra è il vero patrimonio, l’anima che resiste ai cambiamenti. E quando quest’anima tace, come nel caso del San Siro “così silenzioso”, la squadra ne risente inevitabilmente. Non si tratta solo di incitamento, ma di un’energia collettiva che può ribaltare una partita.
La scelta di affidarsi a un tecnico del calibro di Massimiliano Allegri e a un direttore sportivo esperto come Igli Tare testimonia la volontà del Milan di agire su più fronti. Allegri, con il suo pragmatismo e la sua mentalità vincente, ha il compito di ridare solidità e fiducia a una squadra che sembra averla smarrita. Tare, dal canto suo, dovrà costruire una rosa all’altezza delle ambizioni del club, ma anche in grado di infiammare l’entusiasmo dei tifosi. L’obiettivo non è solo vincere, ma riconquistare l’anima del club. Un obiettivo che passa anche e soprattutto per il cuore pulsante dei tifosi, l’unico vero motore che può spingere il Milan a tornare grande.