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·28 luglio 2025

Marotta: «Lookman? Parlato con Percassi. Affondo Inter vicino se…»

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Beppe Marotta, presidente e Ceo Sport dell’Inter, ha presentato in questo modo la stagione dell’Inter 2025-26, rispondendo anche ad alcune domande di mercato.

MAROTTA ALLA PRESENTAZIONE DELL’INTER 2025-26

DICHIARAZIONI – Il presidente dell’Inter Beppe Marotta ha presentato così la nuova imminente stagione.


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Come sta cercando di puntellare la rosa?

Il mercato avrà vita per ancora un mese. Sottolineo un concetto che spesso sfugge ad un’analisi attenta anche dei più bravi di voi giornalisti. Il fatto che una squadra riesca a confermare i giocatori che l’hanno resa protagonista nella stagione passata o precedente significa già mettere un tassello molto importante. Il mercato interessa tifosi e giornalisti, però bisogna anche capire che se una squadra come la nostra è arrivata dove è arrivata, significa che all’interno ha dei valori oggettivi molto importanti. Valori che anche il mister poco fa ha riconosciuto come determinati.

L’Inter oggi annovera nella gran maggioranza dei campioni, oltre che giovani interessanti. Sono giocatori anche dati, sicuramente, ma che recitano un ruolo importante. Questa è stata la prima fase, la seconda invece riguarda il nuovo modello che insieme ad Oaktree abbiamo deciso di sviluppare. Ovvero, abbassare l’età media, cercare di fare investimenti mirati, con profili giovani che possano rappresentare il presente e il futuro ed anche incrementare il valore patrimoniale. Noi avevamo perso, negli ultimi anni, questo aspetto patrimoniale e lo stiamo recuperando con investimenti mirati che Oaktree ci ha permesso di fare.

Marotta, qual è la situazione legata a Lookman?

Non nascondo che un elemento importante sia Lookman, che su indicazione dell’area tecnica – quindi anche dell’allenatore – è un giocatore che non scopriamo noi. Penso sia sul taccuino di tutti i direttori sportivi, non solo italiani ma anche europeo. Ma comunque oggi Lookman è un giocatore dell’Atalanta. All’Atalanta va il massimo rispetto, ci mancherebbe che noi dovessimo fare azioni di ostruzionismo. Abbiamo un rapporto ottimo con la famiglia Percassi e con la nuova proprietà. Non nascono che con Luca Percassi qualche parola l’ho scambiata, questa fa parte della logica, bisogna sempre alzare l’asticella e non aver paura di chiedere giocatori bravi. Questo è quello che posso dirvi, quello che succederà è prematuro. Lookman rientra tra i quei giocatori che nel taccuino dell’allenatore, di Ausilio, di Baccin, mio, esiste ed è vero.

Da Leoni a Lookman: Marotta svela le carte dell’Inter

Questa è la settimana da considerare decisiva per Lookman?

Sì, certamente, perché comunque con l’allenatore abbiamo condiviso la ricerca di calciatori che abbiano una certa duttilità e che diano a lui la possibilità di giocare con questo o quello schema. Quindi è chiaro che Lookman rappresenta un profilo adatto a questo modello, ma non è l’unico. Piero Ausilio e Dario Baccin hanno anche altri obiettivi. Non nascono che nel giro di due o tre giorni arriveremo a una conclusione di quello che è un confronto tra Inter e Atalanta. Se ci saranno le condizioni e l’Atalanta è decisa a venderlo vedremo di attivare una negoziazione concreta e, forse, arrivare a una conclusione. Altrimenti ci sarà la cosiddetta “scelta differente”.

Lookman, che ha 28 anni, è un’eccezione rispetto alla linea dei giovani che ha deciso di intraprendere l’Inter? Come mai?

Nel gioco del calcio se metti undici talenti, difficilmente vincono. Accanto al talento ci vuole l’esperienza e l’aspetto caratteriale molto forte. Quindi è chiaro, giustamente, che Lookman probabilmente non rappresenta il profilo di un giocatore “rivendibile”, perché ha la sua età. Però il vantaggio che ci può dare sta nella sua qualità, perché è un giocatore importante, ma soprattutto perché può trasmettere dei concetti importanti e fa crescere il valore dei più giovani di talento. Il meno giovane è più importante, ma una squadra di soli giovani non vince. Un mix, invece, garantisce un valore maggiore all’intera rosa e aiuta a raggiungere gli obiettivi della vittoria.

Marotta, Giovanni Leoni può arrivare all’Inter?

Mi sembra giusto che Chivu abbia riconosciuto il valore sia di Pio Esposito che di Leoni. Li ha avuti entrambi a disposizione, uno nell’Inter e l’altro nel Parma. Leoni è un giocatore del Parma, con cui non abbiamo avviato nessuna trattativa. In questo momento possiamo solo dire che è un giocatore che farebbe comodo a tante società ma la priorità in questo momento riguarda altri tipi di ruoli. Dopo di che, vedremo quello che può succedere. Ma vorrei anche sottolineare come da una parte riconosciamo il valore di Leoni e dall’altra rimarcare che Pio Esposito arriva dal settore giovanile dell’Inter, che è tra i migliori in circolazione.

Oggi abbiamo due allenatori che negli ultimi anni hanno fatto la storia, in termini di risultati ma anche di valorizzazione dei giovani. Abbiamo attraversato dei momenti difficili, in cui siamo stati costretti a cedere alcuni nostri giocatori. Oggi siamo nelle condizioni di poterli tenere e abbiamo l’auspicio che il Leoni dell’Inter lo possiamo trovare qua e che possa svolgere un ruolo con quelle qualità. Sottolineo che Leoni sia bravo, ma forse è esagerata la pressione che attorno a lui è stata data da tutti i media negli ultimi mesi. Però ribadisco che il Parma ha fatto un’operazione intuitiva l’anno scorso e oggi ha un bel patrimonio.

È consapevole che il “nuovo” richiede dei test e una tutela?

Se per “nuovo” si intende l’allenatore, dico che Chivu non è un ragazzino. Il Parma ha fatto una scelta coraggiosa, di affidare la panchina a un allenatore molto giovane. E proprio in questo valore c’è il nostro leit motiv: il coraggio di agire. Noi siamo una società che ha avuto e ha molto coraggio. Se si sbaglia di sbaglia, ma bisogna avere il coraggio di osare. Noi abbiamo avuto il coraggio ma consapevoli. Non con l’istintività ma con la razionalità di scegliere un allenatore bravo e di scegliere dei giocatori giovani e bravi. Come società e patrimonio dei tifosi accompagneremo questa squadra nelle difficoltà perché il nostro compito è supportare tutto quello che l’allenatore fa. Abbiamo una struttura forte, abbiamo delle competenze e delle componenti forti.

Noi garantiamo sempre la presenza quotidiana, siamo un gruppo solo (società-squadra). Con l’occasione ringrazio quella che vinee definita la “squadra invisibile”, che è costituta dai 300 dipendenti dell’Inter che lavorano tutti per supportare il lavoro delle squadre. Sono molto fiducioso perché abbiamo un allenatore che ha dei valori importanti: il senso di appartenenza fortissimo, perché avendo vinto un Triplete sa cosa significa, la cultura del lavoro. Da questi valori non si possono che trarre dei benefici. Questo aiuta a vincere e non è poco.

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