Marchisio: «La Roma voleva me Buffon, ma per amore abbiamo proseguito alla Juve. Su Thiago Motta e Dybala…» | OneFootball

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·5 maggio 2024

Marchisio: «La Roma voleva me Buffon, ma per amore abbiamo proseguito alla Juve. Su Thiago Motta e Dybala…»

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Marchisio: «La Roma voleva me Buffon, ma per amore abbiamo proseguito alla Juve. Su Thiago Motta e Dybala…». L’intervista

Marchisio ha concesso un’intervista a Il Messaggero per parlare di Roma Juve e non solo.

DE ROSSI – «Non mi sorprendono le sue qualità. Mi ha stupito la sua capacità di rientrare in un mondo di grande amore e pressione. Viverlo da allenatore è diverso che da calciatore. Devi essere sempre il primo in protezione della squadra».


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MARCHISIO VICINO ALLA ROMA – «Si, era l’estate in cui arrivò Conte a Torino. La Roma voleva me e Buffon ma Conte fu irremovibile e per amore della nostra squadra abbiamo proseguito a Torino».

VOGLIA DI ALLENARE – «Sono giovane, il tempo ci sarebbe in futuro. Ma adesso ho scelto un percorso diverso»

LA SUA SFIDA CON LA ROMA – «Il 4-0 del primo scudetto in casa. In quel periodo non ne abbiamo sbagliata una».

IL DYBALA GIALLOROSSO – «Sta facendo innamorare i tifosi della Roma come ha fatto con quelli della Juve. E’ un piacere vederlo giocare».

IL NUOVO MARCHISIO – «Barella, per intensità ritmo inserimento e corsa. Fa pochi gol, ma di gran classe. E’ tra i più forti in Europa».

NUOVO CICLO NAZIONALE CON SPALLETTI – «Mi piace la sua idea di convocare giocatori che stanno bene oltre allo zoccolo duro. Una filosofia vincente».

THIAGO MOTTA DA JUVE – «E’ il momento giusto per fare lo step successivo. Lui è l’unico mio ex compagno che aveva la testa da allenatore già in campo. In Nazionale se non giocava dava consigli a tutti, anche ai veterani».

CHE PARTITA RIGIOCHEREBBE – «La finale Champions contro il Barcellona. L’altra invece è ii mio primo derby in A, abbiamo vinto 3-0 con una mia doppietta».

IL GRANDE TORINO – «Il Grande Torino è stato invincibile anche per la Nazionale. Ho sempre ammirato la storia granata per quello che ha dato al calcio. Le loro battaglie devono essere un ricordo da portare per le generazioni future».

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