Mapei, il bilancio 2024: ricavi verso i 4,5 miliardi e utile oltre i 200 milioni | OneFootball

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·28 luglio 2025

Mapei, il bilancio 2024: ricavi verso i 4,5 miliardi e utile oltre i 200 milioni

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Mapei ha chiuso il bilancio 2024 con un incremento del 4,7% dei ricavi che hanno raggiunto quota 4,4 miliardi di euro. A riportarlo è L’Economia de Il Corriere della Sera. Una crescita costante per la società della famiglia Squinzi che nel 2020 aveva ricavi per 2,7 miliardi. Quindi un balzo in avanti nel giro di soli quattro anni del 60%. In questo periodo, il fatturato di Mapei è quasi raddoppiato.

Il margine operativo lordo si attesta a 506,5 milioni (in calo rispetto ai 520,2 precedenti), mentre l’utile netto scende a 204 milioni dai 250 milioni dell’anno scorso. «Il gruppo ha sostanzialmente mantenuto inalterata la redditività operativa in percentuale». Questo risultato, come viene spiegato, è frutto degli investimenti continui in personale, impianti produttivi e logistici, tecnologia e innovazione di prodotto, nonostante un contesto geopolitico complesso.


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Dal 2020 a oggi, il numero di dipendenti è aumentato del 24%, passando da 10.680 a 13.252, di cui 3.104 in Italia, con un incremento di 164 persone nell’ultimo anno. «Parlare di conti da record è eccessivo, il +4,7% è contenuto. È però il frutto di un percorso costante, con parte degli utili reinvestiti e l’impegno di ogni azienda del gruppo nella crescita», ha commentato Marco Squinzi. Fa notare inoltre che i ricavi 2023-2024 sono cresciuti più del mercato globale dell’edilizia, che si è fermato al +2,3% secondo i dati Global Data; e che, tenendo conto del tasso di cambio costante, l’aumento sarebbe stato dell’8%.

Il piano per gli investimenti futuri è ambizioso e prevede l’apertura di nuovi stabilimenti e possibili acquisizioni. Nel 2024 sono state già finalizzate quattro operazioni: l’acquisizione di Bitumat in Arabia Saudita, dove è stato anche aperto un nuovo impianto a Tabuk; Wykamol nel Regno Unito; Wecal nei Paesi Bassi; e Diaplas in Canada. È stato inoltre avviato un nuovo sito produttivo in Egitto per rispondere alla crescente domanda del Nord Africa. Nel 2023 Mapei ha destinato 213 milioni agli investimenti in impianti e macchinari. La stima per i prossimi quattro anni è di almeno un miliardo.

Attualmente sono in corso otto cantieri per nuovi stabilimenti: a Modugno (Bari, Italia), Melbourne (Australia), Tuusula (Finlandia), Santiago del Estero (Argentina), Portland (USA), Baranquilla (Colombia), Calcutta (India) e Johor (Malesia). Altri cinque impianti all’estero sono in programma, oltre a un nuovo centro distributivo in Italia.

«Dobbiamo saper cogliere le opportunità esterne, ma anche investire su noi stessi e sulle nostre aziende per restare vicini ai clienti e ai grandi progetti infrastrutturali», spiega Veronica Squinzi. «Puntiamo a una crescita costante e responsabile. È il messaggio che ci hanno lasciato nostro padre e nostro nonno Rodolfo. Dal 1937, anno della nascita di Mapei, siamo rimasti fedeli all’edilizia, sviluppando soluzioni innovative e oggi anche a impatto zero. Guardiamo al mondo intero, non ci concentriamo su un singolo Paese. Cerchiamo valore dove c’è margine. Vogliamo continuare a crescere, e per questo continueremo a investire».

Ovviamente continua il legame sportivo con il Sassuolo, che si appresta a calcare nuovamente i palcoscenici della Serie A dopo una grande cavalcata in B che l’ha portata a ipotecare la promozione con un certo anticipo. Un ritorno nella massima serie che ha un forte valore simbolico all’interno del gruppo, anche per il ricordo di Giorgio Squinzi, padre di Veronica (vicepresidente del club neroverde) e Marco, già presidente di Confindustria, che aveva deciso di investire nel club per legame con il distretto delle piastrelle.

Tornando a Mapei e ai suoi numeri per il 2024, il mercato italiano rappresenta circa il 20% del fatturato di Mapei. Il terreno principale per la holding, però, resta comunque quello statunitense, che incide per il 27% dei ricavi e dove il gruppo è presente con 20 stabilimenti. «Negli Stati Uniti non risentiamo troppo dei dazi, perché abbiamo impianti produttivi in loco», spiega Marco Squinzi. «Ma resta un mercato enorme, con 340 milioni di abitanti, più i 40 milioni del Canada. È difficile che questi consumatori spariscano. La situazione politica, con Trump, cambia ogni settimana, ma non bisogna ragionare solo nel breve periodo».

Veronica Squinzi, infine, si mostra fiduciosa sull’economia italiana: «Il nostro Paese ha sempre dimostrato un’eccezionale capacità di rigenerarsi a livello imprenditoriale. Certo, ci sono criticità che possono frenare la produzione, ma l’energia del sistema imprenditoriale funziona. Bisogna continuare a sostenerla». E sul tema del passaggio generazionale nelle aziende familiari sottolinea: «Non ci si può improvvisare. Serve una gestione attenta, fatta per tempo e con il supporto di manager che condividano la visione aziendale».

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