Il Posticipo
·24 gennaio 2021
Mai fare arrabbiare Ibra: una carriera di...frasi a effetto, tra religione, autostima e polemiche

In partnership with
Yahoo sportsIl Posticipo
·24 gennaio 2021
Gli anni passano, ma Zlatan Ibrahimovic resta sempre lo stesso, in campo e fuori. E in uno scontro con Zapata arriva l'ultima delle dichiarazioni del Colosso di Malmö destinate a passare alla storia... Tra dimostrazioni di modestia, risposte piccate e attacchi agli avversari, il campionario è lungo.
Gli anni passano, ma Zlatan Ibrahimovic resta sempre lo stesso, in campo e fuori. E come sempre, guai a farlo arrabbiare, soprattutto se la partita non va come dice lui. A dimostrazione c’è lo scontro con Zapata, che nella vittoria della sua Atalanta sui rossoneri ironizza sui calci di rigore ricevuti in stagione dal Milan. Quanto basta per beccarsi una classica risposta alla Ibra, che prende in mano gli almanacchi e chiosa: “Ho fatto più gol io che partite tu in carriera“. Tra l’altro, dato perfettamente realistico. E queste sono solamente le ultime delle dichiarazioni del Colosso di Malmö destinate a passare alla storia… Tra dimostrazioni di modestia, risposte piccate e attacchi agli avversari, il campionario è lungo.
(Photo by Claudio Villa/Getty Images)
Che Ibra abbia una grande autostima non sorprende nessuno. Quindi, quando accompagnando una foto notturna davanti al Duomo di Milano, l’attaccante scrive nella didascalia…”La casa del Signore”, la domanda si pone: il Signore sarà lui? Considerando che quando è tornato dalla Svezia, dove ha trascorso il lockdown, il rossonero ha sfoggiato la solita fiducia in se stesso scrivendo: “Dio è tornato. E vi osserva dall’alto”, forse sì.
(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)
La modestia, del resto, non fa esattamente parte del bagaglio di Zlatan Ibrahimovic. E quindi non c’è mica da sorprendersi se lo svedese, salutando Los Angeles e i tifosi dei Galaxy, non è certo poco autoreferenziale: “Volevate Zlatan e ve l’ho dato. Prego. La storia continua. Ora tornate a guardare il baseball…“. Una frase destinata a rimanere nella storia.
(Photo by Alexander Hassenstein/Getty Images)
Del resto, qualche settimana prima Zlatan aveva già lanciato una punzecchiata niente male alla MLS. Parlando del suo futuro aveva infatti dichiarato che “se vado via nessuno si ricorderà della MLS“. Riguardo al campionato americano, del resto, era già stato molto chiaro quando è arrivato: “La MLS non è al livello di quello europeo. Bisogna essere onesti. Non accetto che non mi arrivi la palla o che mi arrivi troppo tardi”.
(Photo by Friedemann Vogel/Bongarts/Getty Images)
Non che da giovane Ibra fosse meno sicuro di sè. È celebre la risposta ad Arsene Wenger, che chiede all’allora promettente attaccante del Malmö di presentarsi a Londra per un provino. Sacrilegio assoluto. “Zlatan non fa provini“. Questa teoria non viene accettata dall’Arsenal, a tutto favore dell’Ajax, che il provino non glielo fa e lo porta in Eredivisie.
(Photo by Mike Hewitt/Getty Images)
Al PSG ci sono tanti calciatori con cui condividere i riflettori? Ibra la prende con filosofia. “Non c’è bisogno che io sappia tutto degli altri calciatori, tanto tutti i calciatori conoscono me”. E quando Ancelotti teme di non riuscire a vincere il campionato, arriva uno scambio di battute illuminante. Nel vero senso della parola! “Credi in Dio?”, “Sì” risponde Ancelotti. “Allora credi in me, rilassati“. Lo svedese è sempre molto modesto al momento di andarsene dalla Ville Lumiere. Lo fa con una frase…da Zlatan: “Sono venuto da re, me ne vado da leggenda“.
Persino gli infortuni non abbattono la voglia dello svedese di sentirsi il numero uno. Quando allo United si rompe i legamenti, accetta il primo grave incidente della sua carriera con filosofia. Del resto, il problema è più dei Red Devils che il suo: “Sono infortunato, e uno Zlatan infortunato è una cosa molto seria per qualsiasi squadra”. Difficile dargli torto…
PARMA, ITALY – MAY 18: Zlatan Ibrahimovic of Inter in action during the Serie A match between Parma and Inter at the Stadio Tardini on May 18, 2008 in Parma, Italy. (Photo by New Press/Getty Images)
Anche fuori dal campo, la modestia non fa mai capolino nella vita dello svedese. Che quando arriva a Parigi si trova di fronte alle difficoltà del mercato immobiliare della capitale francese. La casa è complicata da trovare? E che problema c’è? “Stiamo cercando un appartamento. Se non dovessimo trovare niente, probabilmente comprerò l’albergo“. Stesso ragionamento per le macchine. Un giornalista gli chiede se ha intenzione di comprarsi una Porsche. E la risposta è tagliente: “Meglio un aereo, è più veloce“.
(Photo by Michael Regan/Getty Images)
Per chi si sente il migliore, anche i nemici devono essere della stessa caratura. Ibra si sceglie Guardiola, con cui vive un anno burrascoso a Barcellona. Un problema…di cilindrata, come spiega lo svedese: “Chi mi compra, compra una Ferrari. E chi ha una Ferrari mette benzina super e va in autostrada a tutta velocità. Guardiola invece aveva messo il diesel. Avrebbe dovuto comprare una Fiat“. E infatti in Catalogna la fuoriserie…quasi si ingolfa.
(Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)
Ma qual è il ruolo di Ibrahimovic? Centravanti? Seconda punta? Libero di inventare? L’opinione dell’interessato, ovviamente, travalica i confini della disquisizione tattica. “Io posso giocare in tutti 11 i ruoli, perché un bravo giocatore può giocare ovunque“. Strano infatti che non si sia ancora cimentato in uno spezzone di partita da portiere…
(Photo by Laurence Griffiths/Getty Images)
Ibra è talmente superiore al mondo che…persino il mondiale non è lo stesso senza di lui. “I Mondiali in Russia? Certo che ci sarò, altrimenti che Mondiale sarebbe senza di me?”, si chiede a inizio 2018. Peccato che alla fine la Svezia si comporti bene anche senza di lui. Che però non può comunque mancare e va in Russia da commentatore, lanciando frecciatine poco apprezzate ai suoi ex compagni di nazionale. Ma lui può visto che, parole sue, “ho messo la Svezia calcistica sulle cartine“.