Inter News 24
·4 agosto 2025
Lookman Inter, da Bergamo attaccano: «Questi sono i professionisti di oggi, un anno dopo si ripete il caso. Ora l’Atalanta…»

In partnership with
Yahoo sportsInter News 24
·4 agosto 2025
L’edizione odierna del Corriere di Bergamo fa il punto sul caso Ademola Lookman. L’attaccante dell’Atalanta è infatti al centro degli interessi di mercato dell’Inter.
CASO LOOKMAN – Ci risiamo. Ma il caso Lookman, un anno dopo Koopmeiners, offre una linea di interpretazione più chiara per coloro che pensano che il calcio riveli lo spirito dei tempi. Si tratta di qualcosa che è emerso chiaramente con la rielezione di Donald Trump. Vale a dire: il declino delle regole scritte e condivise a favore di una pura applicazione dei rapporti di forza. Nel mondo civile esistono contratti che obbligano le parti a reciproci impegni: così uno come Lookman gioca per l’Atalanta e l’Atalanta lo paga. Un contratto firmato senza coercizione, come libera scelta: e per scioglierlo è necessaria un’altrettanto comune intenzione. Ma dato che (per ora) non succede così, le regole imporrebbero il loro rispetto. Invece, come già Koop, Lookman punta i piedi. Insomma, vuole l’Inter come già Trump ha detto di volere la Groenlandia; e non conta che il diritto (se non il buon senso) dicano diversamente. Vediamo nel nostro piccolo orticello atalantino ciò che si dispiega in modo più clamoroso a livello globale: una postura del tipo «voglio perché posso, anche se non posso». Certo, non siamo ingenui e si sa che i calciatori non sono figure ideali, ma «professionisti». Però anche in questo caso assistiamo a un interessante slittamento di significato.
ESSERE PROFESSIONISTI – La prima volta che sentii parlare di «professioniste» fu da piccolo, in una conversazione (che loro pensavano inascoltata) tra mio padre e suoi amici. Le «professioniste» in questione erano le passeggiatrici di via Paleocapa, allora centro della prostituzione locale. In quei tempi, infatti, il «professionismo» non godeva di una gran fama: all’idea che uno facesse una cosa per i soldi, si preferiva il pensiero romantico di uno che lavorasse per un’idea, per vocazione o per dovere. Infatti, allora, gli atleti erano quasi tutti dilettanti e alle Olimpiadi potevano partecipare solo loro. Ma con gli anni Ottanta e la vittoria globale del neoliberismo essere «professionisti» è diventato positivo, portando con sé l’idea implicita che qualsiasi cosa va bene purché ti diano dei soldi in cambio. Infatti, anche il lavoro delle passeggiatrici, diventate escort, è oggi considerato accettabile. E così nel calcio ci siamo rassegnati al mercenariato della passione, ben sapendo che i nostri idoli di oggi saranno gli avversari di domani
CASI – Da cui il ragionamento dell’inizio: mi impegno a giocare con te perché mi paghi. I casi Koopmeiners e Lookman, però, spostano l’idea di «professionismo» più in là. «Professionista» oggi significa qualcuno che vuole andare dove lo pagano di più, anche se impegnato altrove: fatto che viene rivendicato come un diritto superiore a quello che pure sta scritto e firmato. Però il medesimo clima sociale e morale che ci ha portati a questo punto produce un paradosso. Siccome contano solo i soldi e l’Inter non ne ha abbastanza, è l’Atalanta che dice no alla vendita di Lookman. Chi l’avrebbe detto. La bilancia della giustizia si riequilibra con la giustezza dei bilanci.