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Giovanni Armanini·6 gennaio 2023

L'essenza di un leader: chiedimi chi era Gianluca Vialli

Immagine dell'articolo:L'essenza di un leader: chiedimi chi era Gianluca Vialli

Se nel calcio esiste un senso dell’essere capitano, leader, ispiratore di grandi vittorie, Gianluca Vialli lo ha incarnato alla perfezione.

Di lui si ricordano i gesti tecnici, le rovesciate “alla Vialli”, la sua evoluzione da attaccante rapido a granatiere di peso, passando per un improbabile e mai digerito arretramento.


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Ma l’essenza del Vialli calciatore è racchiusa in due momenti, a distanza ravvicinata.

4 dicembre 1994, Juventus – Fiorentina. Bianconeri sotto 2-0.

Vialli in 4’ (al 73’ e 76’) firma la rimonta.

Il primo gol di testa non lo celebra minimamente: raccoglie la palla in rete e corre verso il centro.

Il secondo è, se possibile, ancor più evocativo: mentre i compagni corrono ad abbracciarlo Gianluca si divincola furiosamente e una volta uscito dal mucchio corre, con sguardo quasi contrariato, verso il centro. Con la mano sinistra fa rabbiosamente cenno a tutti di seguirlo.

Sono i due momenti che portano a quello che molti considerano il gol più bello della carriera di Alex Del Piero.

Finirà 3-2 per i bianconeri, e forse, col senno di poi, quelli sono i momenti che convincono la Juve a credere ad un’impresa, lo scudetto, che in quel momento manca da quasi un decennio.

Cosa vuol dire essere leader?

Alla Sampdoria, con Roberto Mancini, Gianluca Vialli ha firmato quella che forse è la più iconica leadership condivisa della storia del calcio. In questo senso hanno incarnato l’essenza di un gioco che è fatto di talenti, ma soprattutto di talenti esaltati dalle collaborazioni, dal reciproco riconoscimento, dal senso di squadra.

Senza questo non si vince, e il talento finisce per essere solo un quadro senza cornice, da riporre in uno scantinato della memoria.

Il 2021 li vide ancora insieme, dentro e fuori dal campo, ancora vincenti. C’era un Europeo da vincere.

Se la loro Sampdoria fu una somma di talenti incorniciata da un’irripetibile spirito di squadra, la Nazionale del 2021, meno talentuosa – forse – fu altrettanto vincente con quella stessa formula, da loro ispirata a bordo campo.

Leader con l’esempio. Vialli ha incarnato questo: un finalizzatore che sapeva essere ispiratore, dote non comune.

Il calcio italiano lo saluta con commozione. Quello inglese ha imparato molto da lui, che ha incarnato ciò che il calcio è per noi.

La nazionale perde un grande tecnico, che da calciatore venne ostracizzato in azzurro da chi non amava i caratteri forti. Tornando da tecnico le ridiede gloria senza chiedere nulla in cambio. Leader morale, anche in questo.

Leader, un’altra volta, anche quando davanti ai riflettori stavano altri.

Ed ora che i riflettori si sono spenti sulla sua esistenza, il lascito spirituale di Gianluca Vialli al mondo del calcio è soprattutto questo: essere Capitano, nella sua essenza.


Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram @sampdoria