Zerocinquantuno
·25 novembre 2024
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·25 novembre 2024
Un fallo da ‘primo uomo’ ha chiuso una gara che comunque si stava dimostrando molto complicata: perché non si può negare che il piano partita della Lazio si è dimostrato più funzionale e il Bologna è andato in evidente difficoltà tattica.
La fase difensiva dei rossoblù è a tutti gli effetti uomo contro uomo, e se gli accoppiamenti risultano errati diventa difficile reggere il confronto. A mio avviso (ricordo che di mestiere faccio lo speaker, non l’allenatore professionista) c’erano alcune evidenti marcature da cambiare, come quella sulla fascia destra di De Silvestri: il capitano veniva portato dentro al campo da Zaccagni e liberava così la corsia per Pellegrini, che rimanendo alto e largo obbligava Orsolini ad abbassarsi troppo e tante volte. Centralmente Beukema marcava Castellanos, Lucumí non aveva un vero riferimento e sulla sinistra Miranda controllava Pedro.
Col senno di poi, cioè vedendo come si erano messe le cose in campo, perché l’aggressività dei padroni di casa stava condizionando questa anomalia difensiva, si potevano rimodellare le marcature per liberare ‘Orso’ da compiti prevalentemente di copertura (De Silvestri-Pellegrini, Beukema-Zaccagni, Lucumí-Castellanos, Miranda-Pedro), consentendo al BFC di distendersi meglio in ripartenza.
Parlavo del piano tattico della Lazio: notevole l’aggressività dei biancocelesti, perché in pressione andavano addirittura con le mezzali sui nostri centrali, Guendouzi su Lucumí e Vecino su Beukema (anche alternati, perché i centrocampisti laziali ruotano le loro posizioni), permettendo così spesso a Castellanos di schermare il giro palla difensivo del Bologna (da esterno a esterno passando per il portiere, solitamente utile per far partire la manovra), facilitando il recupero palla dei centrali difensivi e di Rovella, libero di lavorare sulla riconquista mettendo così in ritmo tutta la manovra laziale.
Cosa sarebbe successo se Pobega non avesse fatto quella follia?
Il BFC stava riguadagnando un po’ di possesso palla dopo aver sofferto tremendamente per la prima mezzora: non a caso il fallo di Pobega arriva su una pressione altissima (non la prima) proprio perché i rossoblù erano riusciti ad abbassare un po’ la spinta capitolina.
Credo che si sarebbe potuto assistere ad una gara più equilibrata, perché il Bologna ha dimostrato che raramente cala nella ripresa, anche se fino a quel momento aveva sofferto gli avversari come mai fino a ieri (forse il primo tempo di Como aveva dato segnali simili).
In ultimissima analisi, sempre per amore della disamina e non certo per incolpare Italiano, anche l’assetto in inferiorità numerica si presta a qualche interpretazione: la Lazio stava mettendo in difficoltà i felsinei sulle fasce, non solo a sinistra con Pellegrini stabilmente nella metà campo del Bologna ma anche a destra con le ripartenze di Lazzari, mai veramente contenuto da Karlsson; pensare ad un 4-4-1 con un giocatore più di copertura come Urbanski a sinistra (lasciando Orsolini sulla destra) e il doppio mediano in mezzo sacrificando Odgaard, col solo Castro davanti, poteva sembrare la soluzione più logica.
Ma evidentemente Italiano ha pensato di giocare lungo sulle punte, optando per il 4-3-2 (come spiegato dallo stesso mister nel post partita). purtroppo senza ottenere i risultati sperati.