Calcionews24
·20 novembre 2024
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Si dice spesso che non bisogna avere rimpianti nella vita per quanto i “se” siano all’ordine del giorno. Il “what if” dell’Atalanta si chiama 2019-2020: la Dea del trio delle meraviglie Gomez-Ilicic-Zapata, delle corse di Gosens, della prima Champions League della storia e ovviamente dei tanti rimpianti.
Tra le parole di Papu Gomez e le varie opinioni dei tifosi, la domanda è ovvia: l’Atalanta 2019-2020 poteva vincere lo Scudetto? Gollini; Toloi, Djimsiti, Palomino; Hateboer, Freuler, De Roon, Gosens; Gomez, Ilicic, Zapata con Pasalic, Muriel e Malinovskyi a fare da jolly. Una formazione indelebile che rappresentava al meglio il gioco di Gasperini: un gruppo compatto e capace di essere più forte di tutto. Ad una difesa che vacillava c’era un portiere nel pieno della sua carriera e un reparto offensivo che segnava 5,6,7 goal a gara (i 98 goal in campionato ne sono la dimostrazione).
I passi falsi non mancavano, ma tuttavia compensati da successi su successi, e da quelle nove vittorie consecutive che nel rush finale portarono l’Atalanta in lotta per lo scudetto: obiettivo sfumato da quei due rigori a favore della Juve che scatenarono polemiche sul regolamento riguardante i tocchi con il braccio.
E Se avesse vinto quel match la Dea? Citando nuovamente il Papu, l’Atalanta con grande probabilità se la sarebbe giocata visto che all’ultima giornata ci sarebbe stata l’Inter seconda, ma qua bisogna aggiungere anche un’altra postilla: la caduta di Josip Ilicic (da Pallone d’Oro quell’anno) che proprio contro la Juve giocò la sua ultima gara prima di attraversare uno dei periodi più difficili della sua vita, e la squadra comunque ne ha fortemente risentito.
Ovviamente i “se” potrebbero continuare all’infinito: le polemiche arbitrali avute in inverno, l’assenza per tutta l’andata di Duvan Zapata senza un vice puro, i punti persi con le piccole (Cagliari e la SPAL ultima su tutte), la pandemia e una classifica finale dove mancavano solo 5 punti per il primato.
A distanza di cinque anni l’Atalanta si è rinnovata, ha vinto anche l’Europa League. In futuro avrà squadre più complete, più forti, anche più mature in grado di vincere senza affascinare col gioco, ma la 2019-2020 rimarrà, forse, il gruppo più forte a non aver vinto nulla: bella, incompiuta dove le gioie hanno lasciato spazio a grandi rimpianti che non avranno mai una risposta.