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·26 ottobre 2024

La sfida del calcio agli sport USA tra Messi e Mondiali. Serie A, il nodo della sede a New York

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La verità probabilmente si saprà soltanto dopo il 2026 quando gli Stati Uniti avranno ospitato nel breve volgere di due anni il Mondiale per Club 2025, il Mondiale per nazionali femminile sempre nel 2025 e il Mondiale per nazionali maschili 2026. Solo allora, dopo che queste tre manifestazioni internazionali avranno dato spinta al movimento a stelle e strisce, si potrà dire con sicurezza se il calcio, dopo i vari tentativi attuati negli ultimi decenni (il primo fu negli anni settanta con i New York Cosmos di Pelé, Beckenbauer e Chinaglia), sarà entrato in pianta stabile nella élite degli sport statunitensi. Oppure se ancora una volta, come è avvenuto nei decenni scorsi, i quattro grandi sport USA (football americano, basket, baseball e hockey) nella loro versione professionistica e universitaria, avranno saputo contrastare l’offensiva del pallone a casa loro, nella potenza economica numero uno nel mondo.

Quello che sicuramente è diverso nei confronti dei tentativi passati è che questa volta l’organizzazione di manifestazioni internazionali così importanti poggerà su basi interne molto significative. Visto che non solo la Major League Soccer (MLS) il principale campionato statunitense di calcio, scoppia di salute ma i numeri sono in crescita anche nel torneo femminile, la National Women’s Soccer League (NWSL).


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Effetto Messi e non solo: spettatori record per la MLS

Entrando nello specifico la MLS, che ha appena concluso la stagione regolare, si appresta ora a iniziare la sua alla fase decisiva, quella dei playoff. E mai come adesso sembra sprizzare di salute: già a inizio ottobre, con ancora due turni di stagione regolare da giocare, il torneo aveva aggiornato il proprio record di spettatori allo stadio superando quota 11 milioni di persone. Il precedente (10,9 milioni di spettatori) era stato ottenuto nella stagione regolare 2023 quando la MLS poté sfruttare appieno l’effetto Messi, ovvero il primo campionato del campione argentino negli States.

Questo ovviamente non significa che anche nel 2024 Messi non sia stata la grande superstar da andare a vedere. Prova ne sia la partita giocata a Kansas City dall’Inter Miami che ha visto il quasi sold out all’Arrowhead Stadium, l’impianto da 76mila posti dove abitualmente giocano i Kansas City Chiefs campioni in carica della NFL di football americano e non certo di secondaria importanza lo stipendio monstre da quasi 20 milioni di euro. Però non è più la “curiosità nazionale” dell’anno precedente.

A spingere il numero di spettatori in particolare hanno contribuito la crescita nella vendita degli abbonamenti per numerose squadre, una programmazione migliore delle partite e un radicamento nelle tifoserie a livello locale che va crescendo sempre più. Inoltre, in ottica prospettica, va segnalato che il numero di spettatori dovrebbe continuare a salire anche nella stagione regolare 2025 visto che l’anno prossimo la MLS si allargherà a 30 squadre con l’ingresso nella lega del San Diego FC, che sarà la 15esima squadra della Western Conference.

La cosa più importante però è che quest’anno la MLS ha avuto un numero di spettatori medio a partita di 23.234 persone. Un livello che pone il principale campionato USA al settimo posto in una ideale graduatoria di presenze allo stadio medie per partita nei confronti della principali nazioni calcistiche europee, considerando i dati completi della stagione 2023/24:

  • Bundesliga (Germania): 39.512 spettatori di media;
  • Premier League (Inghilterra): 38.557 spettatori;
  • Serie A (Italia): 30.911 spettatori;
  • Zweite Bundesliga (Germania): 29.189 spettatori;
  • La Liga (Spagna): 29.017 spettatori;
  • Ligue 1 (Francia): 27.113 spettatori
  • MLS (USA): 23.234 spettatori;
  • Championship (Inghilterra): 23.038 spettatori;
  • Eredivisie (Olanda): 18.225 spettatori;
  • Süper Lig (Turchia): 11.027 spettatori.

Nulla come questo dato mostra come il torneo statunitense sia ormai tra i grandi del pallone mondiale, almeno in termini di presenze allo stadio. E la decisione di adottare dalla stagione 2026/27 il calendario a cavallo di due anni (non più l’anno solare come adesso ma da estate a primavera come avviene in Europa) dovrebbe inoltre spingere un’ulteriore crescita visto che le partite dei play off verranno giocate in un clima più mite in tutta la nazione di quanto non succeda ora.

Nello stesso tempo, come si accennava, anche il campionato femminile, la National Women’s Soccer League (NWSL), ha segnato nuovi record. Il numero di spettatori ha già superato il record del 2023 (1,4 milioni) e al termine dei playoff dovrebbe giungere sui 2 milioni di presenza allo stadio, spinti sia dal varo di nuovi team (il Bay FC di San José in California e gli Utah Royals) sia da che molte squadre femminile hanno potuto utilizzare impianti della MLS o di altre sport maschili nei match più importanti. Tra questi il record assoluto di presenze (35.038 persone) nella partita tra Chicago Red Stars e Bay FC giocata al Wrigley Field di Chicago, tana dei Chicago Cubs di baseball.

Insomma al di là dell’Atlantico sembrano lontani gli anni in cui sia la MLS che la NWSL lottavano per la sopravvivenza schiacciati tra i grandi sport USA e quelli motoristici. Tanto che Don Garber, il commissioner della MLS, ha spiegato: «Quando ho iniziato questo viaggio 25 anni orsono non avrei mai pensato che la nostra lega potesse arrivare dove è oggi. Questo la dice lunga sulla resilienza per questo sport nella nostra nazione».

Messi e l’invito al nuovo Mondiale per Club 2025

In questo scenario non può sorprendere che lo sviluppo del calcio negli USA non sia passato inosservato dai grandi portatori di interesse di questo sport: le leghe europee e le confederazioni mondiali.

La FIFA, per esempio, non ha esitato un secondo nel concedere all’Inter Miami di Lionel Messi la wild card per essere ammesso al Mondiale per Club 2025. La federazione mondiale ha spiegato che la squadra di proprietà di David Beckham avendo vinto la stagione regolare 2024 aveva il diritto di rappresentare gli Stati Uniti al Mondiale, nei fatti infischiandosi di quale sarà l’esito dei play-off che determinerà il vero campione della MLS.

La sensazione è che la confederazione presieduta da Gianni Infantino abbia preso la palla al balzo per invitare l’Inter Miami non appena sia stato possibile. Onde evitare di rischiare che Messi, Suarez e gli altri compagni della squadra più glamour di tutto il Nord America (e la grancassa mediatica che li circonda) non partecipassero al Mondiale.

La sensazione, per altro, è talmente condivisa nel mondo del pallone che molti osservatori, soprattutto in Inghilterra, hanno voluto lanciare questa provocazione alla FIFA: ma come? Se per la federazione mondiale i play-off allora non contano, allora non dovrebbe imporre anche negli USA il formato con promozioni e retrocessioni cui sono obbligati tutte le altre nazione federate?

Va notato che nello statuto della FIFA è messo per iscritto che ogni nazione federata deve adottare il sistema delle promozioni e retrocessioni, come si legge all’articolo 11 del Regolamento per l’Applicazione dello Statuto FIFA. Una indicazione non seguita per gli Stati Uniti dove da sempre si preferisce chiudere un occhio (lasciando vivere un modello più conosciuto agli sportivi nordamericani) per poter lanciare il calcio in un Paese così importante.

Anche qui, se la legge del business imponeva che bisognava portare l’Inter Miami al Mondiale a tutti costi, la stessa legge sembra obbligare che lo sviluppo del calcio negli USA è troppo importante per le strategia mondiale dei papaveri del calcio per iniziare una battaglia in punta di diritto che mini le basi della crescita della MLS.

La rincorsa agli USA dei top campionati d’Europa

Per quanto concerne le leghe europee, invece, è noto come da tempo la Premier League sia il campionato di calcio estero più seguito negli USA. E questo avviene sia per le affinità culturali tra le due nazioni sia per il livello intrinseco dal torneo inglese.

La leadership britannica però non significa che le altre leghe stiano a guardare. Soprattutto ora che l’accordo extragiudiziale fra la FIFA e Relevent Sports, società statunitense specializzata nell’organizzazione di grandi eventi sportivi, ha aperto una frontiera in più per il calcio mondiale: far giocare partite dei campionati nazionali in Paesi esteri.

El Pais, tra i quotidiani più autorevoli di Spagna, per esempio ha svelato che i vertici de La Liga vorrebbero che presto si possa disputare a Miami una partita del campionato iberico, e non sarebbe un match qualunque ma uno dei più significativi del torneo quale Barcellona-Atletico Madrid (che si disputerà fra il 22 e il 23 dicembre di quest’anno).

A questa scelta la FIFA difficilmente si opporrebbe d’altronde in maggio il Consiglio della FIFA ha approvato la creazione di un gruppo di lavoro con la stessa Relevent con la finalità di portare partite delle leghe europee in Nord America, attraverso però un regolamento chiaro e comune a tutti i massimi campionati europei. E ora la palla è in mano alla Federcalcio spagnola e alla UEFA, che devono anch’esse dare il loro benestare.

Per quanto concerne il campionato italiano, invece, va notato che la Lega Serie A, proprio per cercare di sfruttare il più possibile le opportunità della crescita del calcio negli Stati Uniti, ha aperto nel 2021 una sede operativa a New York, seguendo l’esempio di La Liga e Bundesliga.

La sede ubicata sulla 25ª Strada nel cuore di Manhattan è però al centro di polemiche interne alla Lega, visto che alcuni presidenti, anche di squadre molto importanti, considerano l’investimento troppo costoso per il ritorno che sta dando. Sarà quindi compito dei manager mostrare ai più critici che invece è una testa di ponte strategica in un mercato non solo importantissimo per le cifre che vi girano ma anche in netta crescita all’interno del panorama internazionale.

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