La Champions è un bellissimo sogno, non un obbligo: vietato mettere pressione a un gruppo straordinario | OneFootball

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Zerocinquantuno

·18 aprile 2024

La Champions è un bellissimo sogno, non un obbligo: vietato mettere pressione a un gruppo straordinario

Immagine dell'articolo:La Champions è un bellissimo sogno, non un obbligo: vietato mettere pressione a un gruppo straordinario

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Negli ultimi sessant’anni di storia il Bologna è arrivato nelle prime sei posizioni solo sei volte, una ogni dieci anni, e solo in quattro occasioni tra le prime cinque. I dieci punti di vantaggio sulla Lazio sono sufficienti a far pensare che a fine campionato la squadra di Motta non sarà espulsa dal consesso delle top 6, cioè dall’Europa ad ingresso diretto. Di per sé questa stagione è già stata qualcosa di straordinario, e solo una rovinosa quanto impronosticabile striscia di risultati avversi potrebbe rovinarla (giova ricordare che il BFC non perde due partite di fila da metà gennaio 2023). Fra Champions ed Europa League c’è una certa differenza in termini economici (rispetto alla Champions, che ha un montepremi di 2 miliardi di euro, in aumento con l’introduzione del nuovo format dalla stagione 2024/25, l’Europa League ne ha uno decisamente inferiore, attorno ai 465 milioni di euro), ma non in termini di unicità dell’evento. Anzi, ragionando come Saputo si potrebbe azzardare a dire che, nell’ottica di una crescita graduale a livello europeo, sarebbe quasi più auspicabile entrare dalla porta dell’Europa League, saggiarne il terreno e vedere se effettivamente il Bologna possiede i numeri per starci. L’esperienza dell’Atalanta di Sartori, però, dice altro: la Champions moderna, più inclusiva (almeno nelle fasi iniziali), permette anche a squadre di media caratura una speranza di sopravvivenza non limitata alla semplice comparsata. Inoltre il BFC vanta un credito con la storia decisamente più ampio con la Coppa dei Campioni che con la UEFA. Solo i nostri padri più anziani, se non i nonni, possono infatti ricordare l’unica vera apparizione dei felsinei nella massina competizione europea, nell’annata 1964/65, funestata da un regolamento che non contemplava ancora i calci di rigore: l’Anderlecht ‘batté’ gli uomini di Bernardini semplicemente affidandosi al lancio di una monetina. Sarebbe dunque una bellissima suggestione che a sessant’anni di distanza fossero proprio i rossoblù a rimettere piede in quella coppa. Ma ricordandosi sempre una cosa: se l’Europa League, numeri e calendario alla mano, è ormai un traguardo ampiamente alla portata, la Champions rimane un sogno. Non un obbligo.


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Luca Baccolini

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Foto: Getty Images (via OneFootball)

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