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·25 febbraio 2022
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Saper uscire da un periodo negativo e riprendersi la rivincita contro ogni aspettativa, è questa la storia di André Silva. Il talento del portoghese non è mai stato messo in discussione: dagli esordi con il Porto fino alla breve e negativa parentesi con il Milan (che ora cerca il connazionale Renato Sanches), le qualità del classe 1995 non possono essere assolutamente contestate e dubitate.
In rossonero, André Silva non è mai riuscito a incidere, nonostante fosse arrivato come un prospetto di livello mondiale. Approdato a Milano nell’estate del 2017, l’ex Porto è riuscito a raccogliere appena 10 gol in 41 presenze, un bottino decisamente insufficiente. Dopo appena una stagione il portoghese è arrivato a Siviglia, assicurandosi uno score molto simile all’annata precedente: 11 reti in 40 apparizioni. Insomma, in pochi credevano nella risalita del gioiello originario della piccola cittadina di Baguim do Monte.
Reduce da anni negativi e mai al livello delle aspettative, André Silva nel 2019 approda a Francoforte, diventando il nuovo attaccante dell’Eintracht. Il primo anno in un nuovo ambiente è sempre il più difficile (e un altro portoghese, Cancelo, lo sa bene), ma il classe 1995 riesce a portare a casa 16 gol in 38 apparizioni, un bottino non ancora entusiasmante ma sicuramente incoraggiante. L’exploit arriva nel corso della scorsa stagione, quando André Silva raggiunge quota 29 reti in 34 presenze, un rendimento eccellente che gli è valso il corteggiamento di tanti top club europei, uno su tutti il Lipsia. L’avvio di stagione non è stato dei migliori (3 gol in 17 presenze), ma André Silva si sta piano piano riprendendo tutto ciò che gli spetta.
Dopo la mancata vittoria contro la Serbia, il Portogallo sarà costretto ad affrontare i playoff per strappare il biglietto per Qatar 2022. Con la nazionale guidata da Fernando Santos, André Silva ha messo a segno 19 reti in 49 presenze, ma il rendimento che stupisce è quello avuto nelle qualificazioni al Mondiale: 10 gol e 1 assist in appena 16 apparizioni, uno score da grande attaccante. L’ex rossonero (come Dalot) sta finalmente ritrovando sè stesso, chissà se dalle parti di Milanello qualcuno si sia pentito di aver lasciato andare il ventiseienne.
A cura di Davide Masi
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