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·17 luglio 2025

Italia-Norvegia, cuore ribelle: Azzurre in semifinale dopo 28 anni, la top 3 del trionfo

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Ginevra, 16 luglio 2025 – Ci sono notti in cui il calcio si fa poesia. E ci sono notti in cui la poesia diventa grido, abbraccio, memoria collettiva. Italia-Norvegia non è solo un quarto di finale: è una piccola rivoluzione la cui origine risiede nel cuore azzurro, un ritorno al sogno dopo 28 anni di assenza, una vittoria figlia del coraggio, della fatica e dell’anima.

Lo Stade de Genève si è trasformato in un teatro epico, dove la squadra guidata da Soncin ha compiuto un’impresa che profuma di storia: piegare la Norvegia 2‑1 e tornare tra le prime quattro d’Europa.


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In campo, la determinazione, il talento e la voglia di non mollare mai. E poi il gruppo, unito e compatto, a stringersi in un abbraccio infinito dopo il fischio finale, in un’esplosione di gioia che racconta di sacrificio, forza e sogni che non muoiono mai.

Una notte da ricordare, un sogno che continua

L’Italia parte con coraggio e aggressività: le Azzurre alzano il baricentro e spingono con intensità, mostrando una personalità che mette sotto pressione la Norvegia. Le scandinave, più attente in avvio, affidano a Hegerberg il compito di far salire la squadra, ma faticano a trovare spazi. Quando però riconquistano palla, la loro velocità diventa un pericolo costante soprattutto sulle fasce, con Hansen che cerca spesso la superiorità numerica.

Nella ripresa, al 50’, arriva la svolta: Cantore scatta sulla destra, supera Thorisdottir con un cambio di passo e crossa in mezzo, Girelli si avvita in area e insacca, portando l’Italia sull’1-0 e mettendo a segno il suo 60º gol con la maglia della Nazionale. La Norvegia non ci sta e reagisce subito: sale di ritmo e ottiene un rigore (discutibile) a causa di un intervento ingenuo di Linari su Hegerberg. Dal dischetto, però, l’attaccante non trova lo specchio della porta, divorandosi il pareggio e mantenendo vive le speranze delle avversarie.

Le Azzurre cercano di sfruttare le ripartenze per chiudere la partita, ma al 66’ arriva il gol del pareggio norvegese con Hegerberg che approfitta dell’errore di Giuliani, segnando l’1-1 che gela Salvai e compagne.

Ma l’Italia alza il pressing, spinge con convinzione e crede ancora nella vittoria. Al 90′ arriva la magia: Cantore punta di nuovo Thorisdottir, sterza sul destro e pennella un cross millimetrico. Girelli vola in cielo, impatta di testa e spedisce il pallone oltre Fiskerstrand. È il 2-1 che chiude la partita, la firma della leader, della capitana, della numero 10 che sa farsi valere anche e soprattutto nelle notti più importanti.

Triplice fischio, l’Italia vola in semifinale. È storia.

La squadra si riversa in campo: urla, salti, abbracci infiniti tra giocatrici, staff, chi ha giocato e chi no. C’è chi ride, chi piange, chi semplicemente resta lì, con gli occhi persi verso gli spalti, come a voler fermare per sempre quel momento.

Barbara Bonansea, veterana e voce importante del gruppo, in lacrime ha esternato le sue emozioni ai microfoni della Rai:“Ce lo meritavamo, è un sogno essere tra le prime quattro d’Europa. Il mister ci ha fatto chiudere gli occhi prima della partita e ci ha fatto ripensare alla prima volta che abbiamo toccato la palla. È bello che le bambine possano sognare di giocare a calcio e che lo stadio sia pieno. Non riuscivo a smettere di piangere, è stata una cosa pazzesca. Ci abbiamo creduto dall’inizio, c’era quell’aria che si poteva fare…”

Il gruppo è unito, compatto, vivo. Ogni abbraccio, ogni lacrima, ogni carezza dopo il fischio finale racconta più di cento parole.

Le migliori in campo: la Top 3 Azzurre di Italia-Norvegia

Cristiana Girelli – Voto: 8,5La sua doppietta vale una semifinale, ma anche qualcosa in più: la leadership emotiva, la capacità di esserci sempre quando conta. Il primo gol è da rapace, il secondo è da leggenda. Lotta, incoraggia, guida. È la nostra capitana dell’anima.

Sofia Cantore – Voto: 7,5Instancabile. Due assist, entrambi decisivi. Ma anche corsa, strappi, recuperi, dribbling. Si prende la fascia e la trasforma in una corsia d’oro. La partita della consacrazione.

Arianna Caruso – Voto: 7Il suo lavoro oscuro è prezioso quanto un gol. Recupera palloni, smorza le avanzate norvegesi, si mette al servizio delle compagne. Sempre lucida, sempre in partita. Il collante silenzioso del centrocampo azzurro.

Ora la semifinale: un altro capitolo da scrivere

Martedì 22 luglio, l’Italia affronterà la vincente di Inghilterra-Svezia. Una sfida durissima, ma anche un’occasione per continuare a sognare. Perché queste Azzurre, con i loro occhi pieni di luce e i piedi sporchi di fatica, stanno dimostrando che nessun traguardo è irraggiungibile.

EURO 2025 adesso è davvero nostro. E l’Italia, finalmente, non ha più paura di volare.

A cura di Chiara Frate

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