Calcio e Finanza
·15 dicembre 2024
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L’eventuale nuovo Flaminio sarà uno stadio per la Lazio, ma ne gioverà tutto il quartiere. Su questo concetto – scrive Il Corriere dello Sport – il presidente Claudio Lotito ha basato gran parte della sua presentazione, trovando reazioni positive da parte dei vertici comunali presenti all’incontro di venerdì mattina in Campidoglio.
Una strategia che potrebbe rivelarsi vincente, perché si inserisce all’interno di un disegno molto più grande rispetto a quello che darà nuova vita all’impianto costruito da Nervi per le Olimpiadi del 1960. Si tratta di far parte di un progetto globale di rigenerazione del quadrante Flaminio, insieme ad altri già approvati o sulla via per esserlo.
L’idea di Lotito è calare il suo piano per lo stadio in una zona già oggetto di interventi. Non solo, l’intenzione è di arricchire il tutto con opere di pubblica utilità per il quartiere, come a esempio la riqualificazione di parte degli spazi esterni che comprendono anche i sottovia del viadotto di Corso Francia e, soprattutto, la costruzione di un ponte adiacente a Ponte Flaminio.
In questo caso si intende sfruttare i resti di un “Bailey” innalzato come soluzione d’emergenza quando, tra il 1962 e il 1964, servirono lavori su quello principale per il cedimento di uno dei piloni: «Abbiamo pensato anche alla riqualificazione di un ponte che era stato demolito, per congiungere la parte dell’Olimpico con quella del Flaminio», ha detto Lotito.
La costruzione di questo ponte, oltre a rappresentare un’ulteriore arteria per sfogare l’eventuale afflusso e deflusso verso e dal nuovo impianto, eliminerebbe di fatto anche un “ecomostro” attualmente presente nella Capitale, recuperandone l’antico utilizzo e dando maggiore valore alla zona. MEZZI. Anche perché secondo il piano di Lotito, almeno il 70% degli spettatori di eventi all’interno del Flaminio, dovrà arrivare all’impianto attraverso mezzi pubblici.