Il governo vuole una sua agenzia per controllare i conti del calcio. Ma non basta potenziare la Covisoc? | OneFootball

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Calcio e Finanza

·11 maggio 2024

Il governo vuole una sua agenzia per controllare i conti del calcio. Ma non basta potenziare la Covisoc?

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L’idea del governo Meloni e in particolare del Ministro dello Sport Andrea Abodi di istituire una agenzia governativa, denominata Agenzia per la vigilanza economica e finanziaria sulle società sportive professionistiche, per controllare i bilanci delle società sportive ha fatto esplodere tutti i conflitti che più o meno sottotraccia giacevano nei palazzi del potere del calcio e della politica, non solo sportiva.

Va specificato sin da subito che, come ha fatto notare lo stesso Abodi, «è circolata senza autorizzazione una bozza per condivisione e non un testo definitivo per l’approvazione». E questo va tenuto presente per tutto il discorso che qui segue.


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Ma tanto è stato sufficiente per scatenare il putiferio al vertice dello sport italiano. Se da un lato immediatamente il settore (non solo il calcio ma anche il basket) si è schierato apertamente contro la volontà del governo, dall’altra quattro big del calcio nostrano – Inter, Juventus, Milan e Roma – hanno voluto precisare di non essere schiacciati sulla linea della Lega Serie A sulla questione delle riforme nel calcio rivendicando quindi una loro autonomia nei confronti del resto delle controparti.

I nodi quindi sono essenzialmente due:

LE BIG ACCENDONO LO SCONTRO SULLA SERIE A A 18 SQUADRE

Per quel che concerne il secondo punto la materia del contendere è principalmente il numero di squadre che dovrebbero militare in Serie A nei prossimi campionati. Le quattro big spingono per un abbassamento dalle attuali 20 a 18 squadre, così come avviene da anni nella tedesca Bundesliga e dall’anno scorso anche nella Ligue 1 francese.

Il tema è stato approfondito non più tardi di qualche settimana orsono in questo stesso appuntamento, evidenziandone i pro e i contro e mettendo in luce i motivi per i quali le big spingano per questa soluzione. Tra questi in particolare i quattro turni in meno di campionato che aiuterebbero non poco le squadre impegnate nelle coppe europee, specialmente quelle nella nuova Champions League dal modello svizzero che avrà almeno due partite in più per ogni partecipante.

Nel contempo non sorprende nemmeno che le medio piccole siano contrarie visto che con meno squadre il pericolo di dover lottare per la salvezza in caso di annata storta aumenta notevolmente.

In questo quadro la lettera che le quattro big hanno inviato alla Lega Serie A appare più come un prendere la palla al balzo per segnalare un distinguo di posizioni volto a marcare ancora una volta come la vertenza sulla Serie A a 18 squadre per loro non sia per niente chiusa nonostante il no di qualche tempo orsono da parte della Lega.

Invece non sembra esserci mancanza di coesione per quel che concerne il primo punto, ovvero l’avversione alla creazione dell’Agenzia governativa per il controllo dei bilanci del calcio professionistico.

LA PROPOSTA DI ABODI: L’AGENZIA GOVERNATIVA SUI BILANCI

Entrando nello specifico della seconda questione, l’idea del governo è quella di creare una agenzia di propria nomina per controllare per quel concerne il calcio i bilanci dei club di Serie A, B e C sostituendo nei fatti la  Covisoc, la commissione di vigilanza della FIGC. È evidente che si tratterebbe di una novità di rilievo, non foss’altro perché l’agenzia sarebbe di nomina governativa mentre invece la Covisoc è nominata dalla FIGC.

Non solo ma nei piani del governo la nuova agenzia avrebbe poteri più ampi dell’odierna Covisoc, soprattutto in termini di intervento e quindi non solo di controllo. Mettendo la politica nelle condizioni di decidere non solo le iscrizioni ai campionati da parte delle squadre ma anche eventuali necessità ricapitalizzazione da parte dei proprietari del club. E in aggiunta a questo, con l’aggravio che il costo della nuova agenzia (circa 2,5 milioni l’anno) dovrebbe essere a carico delle stesse squadre monitorate.

Si legge infatti nella bozza circolata tra i media che il provvedimento allo studio stabilisce che «allo scopo di verificare l’equilibrio economico e finanziario delle società sportive professionistiche, anche ai fini della loro iscrizione ai campionati sportivi, del regolare svolgimento degli stessi e dell’equa competizione», è istituita la nuova Agenzia, «posta sotto la vigilanza del Presidente del Consiglio dei ministri o dell’Autorità politica da esso delegata in materia di sport». I compiti di questa nuova struttura sarebbero propedeutici a «verificare la legittimità e regolarità della gestione economica e finanziaria delle società sportive professionistiche al fine di perseguire l’equilibrio e il rispetto dei principi di corretta gestione e il regolare svolgimento delle competizioni».

In quest’ottica, l’Agenzia, oltre a verificare la correttezza e la congruità dei documenti societari potrebbe anche richiedere ai club «iniziative riparatrici» e «nei casi più urgenti, indicare le rettifiche da apportare, al fine di neutralizzare gli eventuali effetti economici, finanziari e patrimoniali di specifiche operazioni di natura ordinaria o straordinaria che non siano conformi alle regole stabilite da norme e regolamenti, anche sportivi». L’organismo governativo emetterebbe «ai fini del rilascio della licenza nazionale per la partecipazione alle competizioni un parere vincolante» e potrebbe sia richiedere il deposito di dati e documenti contabili sia effettuare ispezioni presso le sedi delle società. L’agenzia potrebbe quindi in quest’ottica rivolgersi a tutti soggetti che controllano direttamente o indirettamente le società e convocare i responsabili delle Federazioni e delle Leghe di riferimento.

I poteri della nuova agenzia non terminerebbero qui. L’ente potrebbe inoltre fornire pareri su questioni di propria competenza e proporre l’attivazione di indagini e procedimenti disciplinari.

L’Agenzia avrebbe piena autonomia regolamentare e «opera con indipendenza di giudizio e di valutazione ed è organo collegiale formato da un presidente e due componenti, nominati dal Presidente del Consiglio dei ministri o dall’Autorità di governo competente in materia di sport, scelti tra persone di notoria indipendenza, di indiscussa moralità e di specifiche e comprovate professionalità», con mandato quadriennale, non rinnovabile.

L’organico dovrebbe essere composto da 30 esperti e il costo per il funzionamento, pari a 2,5 milioni annui, dovrebbe essere sostenuto dalle stesse società.

I RISCHI LEGATI ALL’AUTONOMIA DELLO SPORT

Questo più o meno l’impianto della nuova Agenzia, la cui attivazione però potrebbe creare numerosi ricorsi da parte dei soggetti normati oltre che possibili incidenti istituzionali alla luce dei regolamenti di UEFA e FIFA, visto che dal 1981 (legge 91) i controlli ai fini dell’equilibrio economico finanziario erano demandati al Coni che li attuava tramite le Federazioni: per la FIGC la Covisoc era la commissione deputata a vigilare sui conti.

La norma è stata poi abrogata il 1° luglio 2023 ma questo stesso governo salvò l’articolo 12 all’interno dell’articolo 13 del decreto legislativo n.36 (comma 10 bis: «Allo scopo di garantire la possibilità di iscrizione ai prossimi campionati, il regolare svolgimento degli stessi e l’equa competizione, le società sportive professionistiche sono sottoposte, al fine di verificarne l’equilibrio economico e finanziario, a tempestivi, efficaci ed esaustivi controlli e ai conseguenti provvedimenti stabiliti dalle federazioni sportive nazionali nei rispettivi statuti, secondo modalità e principi approvati dal Coni»).

Insomma il nuovo organismo potrebbe intaccare il principio dell’autonomia dello sport, il che potrebbe dare il via a eventuali ricorsi in caso di violazioni. È evidente che molto dipenderà da come sarà scritta la norma: una cosa è se il governo fissasse i criteri per stabilire l’equilibrio economico-finanziario dei club, un’altra che potrebbe portare a problemi è se avesse il potere di dare pareri vincolanti per le iscrizioni ai campionati.

Non solo, l’introduzione di questa nuova agenzia potrebbe portare a un intervento da parte di UEFA e FIFA, visto che esistono precedenti in cui i due organismi hanno minacciato o escluso Paesi per interferenze dei governi sullo sport. Come sta accadendo anche ora per le ingerenze governative nella Federcalcio spagnola e la Premier League.

Non solo ma non si possono escludere cortocircuiti istituzionali. Per esempio si ipotizzi il caso che l’agenzia governativa stabilisca che un club non possa partecipare al campionato, ma l’UEFA lo ammetta alle coppe o la FIFA al Mondiale per club: come se ne uscirebbe?

LE POSIZIONI NELLO SCONTRO

Non sorprende quindi che i maggiori enti dello sport italiano si siano schierati da subito contro l’iniziativa di Abodi. Secondo il presidente del Coni, Giovanni Malagò la questione ha poche chance di andare avanti: «Ho seri dubbi che il discorso possa essere accettato dagli organismi sportivi internazionali. Altrimenti, si rischia la figuraccia mondiale e, purtroppo, i governi italiani non sono nuovi a situazioni simili. In passato, sono state sostenute posizioni che poi sono stati costretti a modificare». Anche perché lo stesso Coni ci era già passato nel 2021, quando il CIO decise di far partecipare gli atleti italiani alle Olimpiadi di Tokyo 2021 senza bandiera né inno poiché nella Legge di stabilità del 2018 erano presenti novità rilevanti per il Comitato olimpico italiano: Coni Servizi infatti è diventata Sport e Salute, sostituendo di fatto il Coni stesso nel distribuire i finanziamenti pubblici alle Federazioni e agli organismi sportivi con un organo di indirizzo politico. Un caso in cui servì alla fine l’intervento del consiglio dei ministri, approvando un decreto legge ad hoc sull’autonomia del Coni per superare l’impasse e permettere agli azzurri di far suonare l’inno di Mameli ai Giochi Olimpici.

Malagò però non è solo. Anche la Lega Serie A ha confermato le perplessità. «La Lega resta contraria all’Agenzia governativa che è una ingerenza della politica e i rischi delle ingerenze sono sempre negative, ma il ministro Abodi ha dato tempo per discutere dei correttivi. Ci ha anticipato che la norma verrà modificata e ci ha dato del tempo per parlarne e proporre alcuni aggiustamenti», ha spiegato il presidente Casini.

Anche il basket è rimasto fermo sulle sue posizioni: «Abbiamo espresso le nostre considerazioni, qualcosa sarà modificato ma vediamo. Il clima è stato collaborativo, ora conta il testo definitivo, ma non ci sono state polemiche, solo grande civiltà», le parole del presidente della Federbasket Gianni Petrucci.

Abodi dal canto suo difende l’iniziativa: «Qui non è minimamente toccata l’autonomia sportiva. Si sta semplicemente attribuendo a un soggetto terzo i controlli finanziari, che non rientrano nelle scelte sportive, prerogativa assoluta della Federcalcio», ha spiegato. «Aggiungendo che l’obiettivo resta la costituzione di una autorità tecnica, indipendente e rispettosa dell’autonomia dello sport, mia priorità insieme a trasparenza, rispetto ed equa competizione».

Infine v’è da notare che nei circoli governativi c’è chi sostiene che nella testa del ministro probabilmente c’è una idea di una sorta di Consob applicata al calcio. La Consob (acronimo di Commissione Nazionale per le Società e la Borsa) è un’autorità amministrativa indipendente dotata di autonoma personalità giuridica e piena autonomia operativa ed è l’organo di controllo del mercato finanziario italiano, ovvero la Borsa di Milano. In particolare per quanto concerne le nomine la Consob è composta di un presidente e di quattro membri, scelti tra persone di specifica e comprovata competenza ed esperienza e di indiscussa moralità, nominati con decreto del presidente della Repubblica su proposta del presidente del Consiglio dei Ministri, previa deliberazione del Consiglio stesso.

I CONTI DELLA SERIE A E LA NECESSITÀ DI CONTROLLI

Insomma come spesso succede, gli attori chiamati in causa tirano l’acqua al proprio mulino.

Entrando nel merito, in questa sede non si vuole nascondere che il calcio italiano ha seri problemi di natura economico, visto che i club di Serie A hanno un debito complessivo di 4,6 miliardi e che nella stagione 2022/23 hanno segnato una perdita di bilancio generale di 441 milioni (anche se è più che dimezzata rispetto al rosso di 998 milioni del 2021/22). E che quindi si vive una situazione pericolosa per l’intera economia del Paese visto che stando al Report Calcio della FIGC il calcio è tra i principali comparti merceologici italiani con un impatto sul PIL per oltre 11 miliardi (pari allo 0,63% del PIL italiano circa) e un numero di assunti pari a oltre 125mila unità.

Pertanto appare opportuno se non legittimo che il governo monitori una tale situazione. Nemmeno si vuole ignorare, visto l’indebitamento generale dei club, che probabailmente in questi anni i controlli sui bilanci e sulle iscrizioni dei campionati dovessero essere molto più severi.

Il punto pero è un altro, ovvero: è proprio necessario un altro ente pubblico composto da 30 dipendenti, un presidente e due componenti scelti dal presidente del Consiglio o dal ministro dello Sport con un mandato di quattro anni e costi stimati di circa 2,5 milioni di euro e a carico delle squadre (che per altro che dovrebbero pagare di tasca propria l’organismo che potrebbe escluderle dai campionati)?

Lasciando da parte per semplicità di argomentazione le possibile penalizzazioni da parte di UEFA e FIFA, quali garanzie ci sono che questa nuova entità farà meglio dell’attuale Covisoc? Non sarebbe più semplice potenziare quest’ultima e aggiustarla in senso più moderno non intaccando quindi il principio dell’autonomia dello sport (come potrebbe essere da soluzione finale)? L’attuale presidentessa della Covisoc Germana Panzironi è anche presidentessa del Tar dell’Abruzzo. E quindi non è persona scevra di nozioni giuridiche.

Non solo, ma quand’anche passasse il concetto di istituire una Consob di nomina governativa nel calcio va tenuto presente che finanza e sport si muovono con logiche ben diverse. Si ipotizzi per esempio che un club venga penalizzato dalla nuova commissione, si possono solo immaginare i vespai di polemica circa l’appartenza di fede calcistica del presidente o dei membri dell’Agenzia, o ancora peggio dell’appartenenza politica del ministro dello sport di quel momento.

Nei circoli dell’alta finanza italiana e non solo, Guido Rossi, tifoso interista, era noto per essere una delle menti più brillanti che il nostro Paese ha potuto esprimere negli ultimi decenni in ambito giuridico e legale. Eppure per la stragrande maggioranza della popolazione italiana è un santo o è il diavolo a seconda di come ognuno di noi legge la questione Calciopoli.

O per essere più chiari se vi dovesse essere da penalizzare un club con grandissimo seguito di tifosi (Inter, Juventus, Milan, Napoli o Roma ….) e fossimo nella vicinanza di una qualsivoglia tornata di votazioni siamo sicuri che il giudizio della nuova agenzia sarebbe assolutamente scevro da pressioni politiche ed elettorali?

Insomma non si capisce bene quali potrebbero essere i vantaggi che una nuova agenzia porterebbe e che non potrebbero essere ottenuti con un potenziamento corposo della Covisoc. Al netto ovviamente del trasferimento di potere dal mondo dello sport a quello della politica.

LA COVISOC GIÀ ATTIVA PER LE ISCRIZIONI AL PROSSIMO CAMPIONATO

Un secondo punto concerne la tempistica dell’iniziativa. Abodi circa l’ipotesi di uno slittamento della questione a settembre ha spiegato che «In linea di principio tutto è sempre possibile», ma che«il prossimo Consiglio dei ministri è previsto tra due settimane e l’ordine del giorno è soggetto a valutazioni, ma al momento non mi sembra verosimile».

Questo detto non va dimenticato che alcune scadenze per l’iscrizione al prossimo campionato sono già passate. Ad esempio entro il 30 aprile i club di Serie A, Serie B e Serie C avevano l’obbligo di depositare alla Covisoc i primi documenti legati al pagamento dei debiti entro il 28 febbraio legati ai calciatori acquisiti, ma soprattutto tra i principali depositi entro il 31 maggio dovranno consegnare la situazione patrimoniale intermedia al 31 marzo (penalizzazione di 1 punto in classifica 2024/25 nel caso di mancato deposito) ma soprattutto entro il 4 giugno tra gli altri il pagamento dei compensi dei tesserati fino ad aprile 2024 e il pagamento dei debiti sportivi: in questo caso, se non dovessero essere depositati, la sanzione è la mancata concessione della Licenza Nazionale al club e quindi la mancata iscrizione al campionato 2024/25, con ulteriori controlli che anche in caso di iscrizione continueranno poi nelle settimane successive.

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