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·13 marzo 2024

Gazzetta- Il Napoli paga errori di programmazione e mercato, a Barcellona si chiude un ciclo

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L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” ha commentato la sconfitta del Napoli per 3-1 in casa del Barcellona agli ottavi di finale di Champions League.

Gazzetta- Il Napoli paga errori di programmazione e mercato, a Barcellona si chiude un ciclo

Il Napoli, a differenza della Lazio, è però uscito bene, con dignità. Ha guardato negli occhi il Barcellona e lo ha affrontato alla pari. Francesco Calzona ha accorciato il divario con il gioco, il risultato lo ha determinato la qualità dei giocatori. Il Barça ne ha alcuni eccezionali, uno ha 16 anni, si chiama Yamal ed è destinato a prendersi la scena dei prossimi due decenni. Il Napoli ha pagato una certa fragilità difensiva e la serata sbagliata dei suoi attaccanti più forti. Osimhen si è divorato un gol in apertura di match. Kvaratskhelia si è limitato a un paio di tiri fuori di poco, per lunghi tratti il georgiano è stato trasparente e ininfluente. Toccava a loro aggiungere quel qualcosa in più, non lo hanno fatto. Sul 2-1, verso la fine della ripresa, Lindstrom di testa si è mangiato il 2-2 che avrebbe trascinato la partita ai supplementari. Il Napoli si è giocato la qualificazione ai quarti in questi due estremi, lo spreco di Osimhen in principio e l’errore di Lindstrom pochi minuti prima del 3-1 di Lewandowski. Dal gol mancato al gol subito è stato un attimo. Non sappiamo che intenzioni abbia De Laurentiis, ma il lavoro di Calzona è evidente e la rifondazione può essere finanziata con le cessioni di Osimhen e Kvaratskhelia. Se vogliono andare, vadano. A Barcellona non sono pervenuti.


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A Barcellona si chiude definitivamente il ciclo del Napoli campione d’Italia, che paga errori di programmazione e mercato troppo grandi per poter davvero credere di ripetere il miracolo sportivo targato Spalletti. Aurelio De Laurentiis si è assunto le responsabilità, ma questo non è servito a spingere la squadra oltre le mille intemperie della stagione. Due allenatori sbagliati che hanno condizionato sei mesi di lavoro, poi l’arrivo di Francesco Calzona ha riportato un po’ di luce ma ci vorrà tempo per tornare il giocattolo perfetto che ha incantato in Italia e in Europa. E, a oggi, Calzona, ha un futuro a breve temine: il mandato scade il 30 giugno, poi chissà.

Carlo Gioia

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