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Redazione·6 aprile 2022
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Redazione·6 aprile 2022
Quella di Trevoh Chalobah, sorpresa e rivelazione del Chelsea nella stagione in corso, è una delle storie più interessanti di questa Champions League.
Dopo aver fatto il suo percorso nelle giovanili dei Blues, il duttile difensore classe 1999 ha raccolto 108 presenze da professionista nei vari prestiti a Ipswich Town, Huddersfield e Lorient. E la scorsa estate è tornato Londra in attesa di scoprire cosa il club avesse in serbo per lui.
È stata una sorpresa per tutti, incluso lo stesso Chalobah, vedere il suo nome nell’11 titolare che ad agosto ha affrontato il Villareal per aggiudicarsi la Supercoppa UEFA.
“Quando sono rientrato dal prestito, l’allenatore già mi conosceva, dato che mi aveva visto in Ligue 1, quando lui era a Parigi – racconta Trevoh in un’intervista esclusiva concessa a OneFootball -. Avevo giocato già più di 100 partite, quindi sapeva che avevo accumulato abbastanza esperienza. Avevo solo bisogno di un’opportunità, ero pronto”.
“Abbiamo fatto la riunione in cui viene annunciata la lista dei convocati: ho visto il mio nome, ero felicissimo. Ho chiamato, mio papà e il mio agente per comunicarlo. Ho detto loro che probabilmente sarei andato in tribuna, ma mi hanno detto di avere fede”.
“Nella la riunione due ore prima della partita partita, ho scoperto che sarei stato schierato da titolare. Ero sorpreso, ma allo stesso tempo felice e nervoso. Sarebbe stata la mia prima finale Uefa da giocatore del Chelsea: ero eccitato per la partita, volevo fare una buona impressione e vincere il trofeo. Alla fine ci siamo riusciti e per me è stato un modo incredibile di iniziare la stagione”
L’ottima prestazione di Chalobah a Belfast l’ha portato a fare il tanto atteso esordio in Premier League, nella giornata inaugurale della stagione 2021/22. E proprio all’esordio, ha segnato un bel gol nella vittoria per 3-0 contro il Crystal Palace. Un sogno che diventa realtà per il giovane nato in Sierra Leone e cresciuto nel distretto londinese di Lambeth insieme a suo fratello Nathaniel, ex Chelsea e Napoli, ora in forza al Fulham.
“Il quartiere in cui sono sono cresciuto si chiama Gipsy Hill e il calcio è molto sentito”, racconta Trevoh. “C’era una gabbia in cui andavamo a giocare. Il mio fratello maggiore Nathaniel e i ragazzi più grandi del quartiere organizzavano partite e tornei. L’età non contava: c’erano ragazzi giovani e altri più grandi… l’inter comunità si trovava e passava ore insieme giocando a pallone”.
“Mio fratello giocò contro il Chelsea quando era nelle giovanili del Fulham. Dopo quella partita, fu chiamato dai Blues. In quel momento iniziai a crederci ancora di più. Ricordo che alcune settimane più tardi il Chelsea cercò anche me… ‘Oh, wow’, pensai”.
Alla luce dei tanti ostacoli superati nella sua giovane carriera, non dovrebbe sorprendere che Chalobah sia stato calmo e paziente nell’attesa di un’opportunità con la prima squadra del Chelsea.
“Il primo allenamento fu durissimo, arrivavo da un contesto dilettantistico. Ricordo bene i giocatori, perché ero nello stesso gruppo di età di Mason Mount e Declan Rice. Fu molto difficile abituarsi ai loro ritmi. Ricordo che spesso ero in macchina con lo scout che mi aveva scovato, perché era lui ad accompagnarmi agli allenamenti e poi a casa. E io mi mettevo a piangere dicendo che non ero abbastanza bravo ed era troppo complicato per me”.
“Uno dei nostri allenatori mi disse che mi avrebbe provato da difensore. E io iniziai a giocare bene in quella posizione! Iniziai a crederci un po’ di più: avevo l’altezza e la forza giuste, migliorai nella velocità nei colpi di testa… Dai sedici anni in poi sono migliorato sempre di più. Mi ispiravo a Thiago Silva, lui era il mio giocatore preferito”.
La scorsa stagione Chalobah ha potuto solo osservare da lontano il Chelsea vincere la Champions League, ma da quando è entrato in prima squadra ha totalizzato tre presenze nella competizione venendo persino nominato Player of the Match nelle vittoria per 4-0 sulla Juventus, condita anche da una sua rete.
E ora che i Blues dovranno vedersela con il Real, sogna di essere chiamato in causa da Tuchel. “Da bambino facevo il raccattapalle nelle sfide di Champions. Passare da quello all’essere titolare e segnare per la squadre in cui sei cresciuto… Beh, è qualcosa che non puoi descrivere”.
L’ascesa di Chalobah da Gipsy Hill a stella delle giovanili, da giocatori in prestito fino a componente della prima squadra è il culmine di un lungo percorso. Ma la sua storia è appena iniziata…
“Non può essere sempre tutto facile. Ci sono e ci saranno sempre tanti alti e bassi e devi saperli superare lasciandoteli alle spalle. Quando ho iniziato a giocare a calcio, volevo diventare una leggenda, non importava dove. Volevo essere il genere di persona capace di ispirare i bambini che sognano di farcela”.
“Tutto ciò ha dato grandi risultati. Dal rappresentare una squadra dilettantistica fino a ritrovarsi in uno dei più grandi club al mondo… È un viaggio davvero incredibile”.
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