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·11 giugno 2025

Dubbi, la promessa e Claudio disse no

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Il Messaggero (S. Carina) – L’ha vissuta come una tentazione. Folle, in attesa, di quelle che ti inebria e che per qualche ora ti fa perdere la testa.

«Come si fa a dire di no all’Italia?». Già, come si fa? Una domanda che Ranieri negli ultimi due giorni si è ripetuto e ha reiterato alle persone a lui vicine almeno una decina di volte. Perché l’azzurro è il sogno materializzato all’improvviso, a 73 anni, quando non ci pensava più, quando ormai aveva deciso di fare altro. Così ne parla subito domenica a cena.


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Qualche leggera perplessità iniziale viene spazzata via dall’entusiasmo con il quale Claudio illustra la proposta. Il «come si fa a dire di no all’Italia?» si trasforma a casa Ranieri in «come si fa a dirgli di no?». Allora è fatta. No, non lo è. Perché c’è la norma che vieta il doppio incarico. Aggirata, pure questa. La Figc trova subito la scappatoia: Claudio sarà consigliere privato della proprietà Usa, dunque del gruppo Friedkin, e non più della Roma.

Primo tentennamento: andranno riscritti i contratti. Ma dalla Federazione lo rassicurano: «Non ti preoccupare, eventualmente in futuro rimarrai come dirigente da noi, con altre mansioni». Bene e ora che si fa? Intanto meglio allertare i collaboratori più stretti: «Ragazzi non andate in vacanza, perché si riparte».

Ma c’è qualcosa che non torna: ma quale è la linea di demarcazione tra l’incarico di ct e consulente della Boma? Anzi, dei Friedkin? Da via Allegri percepiscono che qualcosa lo preoccupa e provano a tranquillizzarlo. Gli inviano delle linee guida che Claudio gira alla proprietà.

E qui, per la seconda volta, avverte una strana sensazione. Sia lui che la Figc (che aveva provveduto correttamente a fa- secondo: come spiegare ai Friedkin e soprattutto a Gasperini, che ho corteggiato e convinto a venire qui, che andrò ad allenare la Nazionale? Capiranno?

Allora è fatta. No, non lo è. Perché c’è la norma che vieta il doppio incarico. Aggirata, pure questa. La Figc trova subito la scappatoia: Claudio sarà consigliere privato della proprietà Usa, dunque del gruppo Friedkin, e non più della Roma. Primo tentennamento: andranno riscritti i contratti. Ma dalla Federazione lo rassicurano: «Non ti preoccupare, eventualmente in futuro rimarrai come dirigente da noi, con altre mansioni». Bene e ora che si fa? Intanto meglio allertare i collaboratori più stretti: «Ragazzi non andate in vacanza, perché si riparte».

Ma c’è qualcosa che non torna. Sì, perché il tarlo della parola data si insinua. E si fa sempre più forte. Emergono altri dubbi: ma quale è la linea di demarcazione tra l’incarico di ct e consulente della Boma? Anzi, dei Friedkin? Da via Allegri percepiscono che qualcosa lo preoccupa e provano a tranquillizzarlo. Gli inviano delle linee guida che Claudio gira alla proprietà.

E qui, per la seconda volta, avverte una strana sensazione. Sia lui che la Figc (che aveva provveduto correttamente a fare altrettanto) non ricevono risposta al vademecum. E il sospetto che qualcosa non torni aumenta. Vuoi vedere che questi paletti, tenui per la verità (della serie: evitare di comparire in pubblico con la divisa sociale del club, presenziare eventi come dirigente), non sono stati accolti positivamente da Dan e Ryan? Del resto, gli scenari in una stagione possono essere molteplici. Cosa accadrebbe, ad esempio, se dovesse esserci bisogno d’intervenire per una criticità legata a Gasperini, alla squadra o per una semplice bega arbitrale?

Ancora ore di riflessione, con quella certezza del «come si fa a rinunciare all’Italia» che inizia a vacillare. Pol, di pancia, la decisione. Nella notte tra lunedì e martedì, Ranieri contatta Gravina e gli comunica la scelta: «Grazie, siete stati dei signori ma in questo momento mi sento di continuare con un solo incarico. È una volontà solo mia, i Friedkin mi hanno dato il loro pieno supporto e appoggio per qualsiasi decisione avessi preso a riguardo. Ripeto, la scelta è solo mia», Poi, a mente fredda, nella lunga giornata di ieri, la confessione: «Avevo detto che smettevo, se avessi voluto continuare ad allenare avevo il contratto pronto con la Roma. Ma ho scelto di restare in un altro ruolo ed intendo occuparmi soltanto di questo». Fine dei giochi. E dei sogni. In questo caso, nemmeno di mezz’estate.

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