Calcio e Finanza
·18 agosto 2025
Diarra fa causa alla FIFA: chiesto un risarcimento da 65 milioni di euro

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·18 agosto 2025
L’ex centrocampista Lassana Diarra torna alla carica contro la FIFA, per uno scontro che potrebbe fare storia. L’ex Real Madrid ha chiesto un risarcimento di 65 milioni di euro lordi (35 milioni di euro netti) alla FIFA e alla Federazione calcistica belga (con interessi che continueranno a maturare fino alla pronuncia della sentenza).
FIFPRO, FIFPRO Europe (i sindacati internazionali dei calciatori) e UNFP (Union Nationale des Footballeurs Professionnels, il sindacato dei calciatori francesi) hanno svelato i dettagli del nuovo procedimento nazionale che l’ex calciatore francese ha deciso di portare avanti al fine di ottenere, in conformità con la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) del 4 ottobre 2024, un risarcimento per i danni subiti a causa delle norme FIFA dichiarate illegali dalla stessa CGUE.
La CGUE ha stabilito che alcune regole sui trasferimenti della FIFA violavano i principi europei sulla libera circolazione dei lavoratori e sul diritto della concorrenza. La Corte ha rafforzato il concetto di libertà di movimento e riconosciuto che il sistema dei trasferimenti impediva ai calciatori di esercitare il loro diritto di risolvere i contratti di lavoro senza giusta causa, nonostante tale diritto fosse in linea di principio previsto dai regolamenti.
Un’analisi economica indipendente – spiega FIFPRO in una nota – ha confermato l’entità significativa dei danni subiti da Lassana Diarra durante la sua carriera a causa delle restrizioni imposte dal sistema dei trasferimenti FIFA. Sulla base di questa perizia, Diarra ha richiesto un risarcimento pieno alla FIFA e alla Federazione calcistica belga, con interessi che continueranno a maturare fino al pagamento. Questa cifra, come detto, è stata quantificata in 65 milioni di euro lordi (35 netti).
Questi procedimenti rappresentano, insieme a quelli in corso presso la Corte d’appello di Mons, la continuazione della causa che Lassana Diarra aveva originariamente avviato nel 2015. La decisione di proseguire con l’azione giudiziaria è arrivata dopo i tentativi falliti di raggiungere un accordo amichevole, con la FIFA che ha rifiutato di collaborare – secondo quanto ha riferito FIFPRO – per risolvere la richiesta del giocatore di essere risarcito per le perdite di carriera.
«Sono stato costretto a combattere questa battaglia legale dall’agosto 2014. Più di 11 anni! Lo faccio per me stesso. E se sono riuscito a resistere contro lo schiacciasassi FIFA è perché ho avuto una buona carriera. Ma lo faccio anche per tutti i giocatori emergenti, meno conosciuti, che non hanno i mezzi economici e psicologici per sfidare la FIFA davanti a veri giudici», ha commentato Lassana Diarra in una nota ufficiale.
«La FIFA e la Federazione calcistica belga hanno perso davanti alla CGUE. Su tutta la linea! Successivamente, la FIFA ha modificato i propri regolamenti ma ha deciso di farlo in un modo che non rispetta i severi requisiti imposti dalla sentenza della CGUE», ha aggiunto Diarra.
«Ho aspettato alcuni mesi prima di riavviare il procedimento nazionale in Belgio, pensando che la FIFA e la Federazione belga, soprattutto alla luce degli sforzi di FIFPRO e FIFPRO Europe per favorire una soluzione, avessero almeno la decenza di propormi un accordo amichevole (tra l’altro, questo era il tono dei messaggi che ricevevo dalla FIFA). Non è stato così. È un loro diritto, ma riflette una cultura persistente di disprezzo per lo Stato di diritto e per i calciatori, nonostante il messaggio chiarissimo inviato dalla CGUE», ha spiegato ancora l’ex calciatore.
«Con grande rammarico, saremo dunque costretti ancora una volta a spiegarci davanti ai giudici, perché non ho altra scelta. A questo proposito, desidero ringraziare FIFPRO Europe, FIFPRO e l’UNFP per il loro sostegno costante, sempre fermamente al mio fianco. Di fronte alla FIFA, solo l’unità e la determinazione possono renderci forti. Infine, sono lieto che la “sentenza DIARRA” abbia aperto la strada alla fondazione Justice for Players per avviare nei Paesi Bassi un’azione collettiva che permetterà a tutti i calciatori (non solo a quelli che, come me, hanno subito danni specifici) di ottenere un risarcimento per i pregiudizi causati dai regolamenti FIFA, senza dover anticipare spese legali e senza dover rivelare la propria identità», ha concluso.
Sul tema è intervenuto anche Martin Hissel, noto Avvocato dello studio legale “DUPONT-HISSEL” e rappresentante di Lassana Diarra: «A seguito di una sentenza della CGUE, in assenza di una soluzione amichevole, il passo logico successivo è tornare davanti ai tribunali nazionali affinché applichino la decisione della Corte. È esattamente ciò che stiamo facendo ora, sulla base di una sentenza chiarissima che ha risolto tutti i punti giuridici fondamentali. I tribunali belgi dovrebbero pronunciarsi entro 12-15 mesi. Va sottolineato che, in conformità con il diritto dell’UE, la URBSFA e la FIFA saranno responsabili in solido dei danni che il tribunale belga riconoscerà al nostro cliente».
«Va inoltre evidenziato che, in base alla sentenza della CGUE, tutti i calciatori che hanno dovuto o devono ancora portare avanti la loro carriera sotto le regole FIFA illegali (cioè tutti i calciatori professionisti che hanno giocato o giocano in uno Stato membro dell’UE o nel Regno Unito dal 2002 in poi) hanno diritto a un risarcimento (non solo i giocatori che, come il sig. DIARRA, hanno subito danni specifici a causa di queste norme FIFA, i quali potranno ottenere – in aggiunta – un indennizzo per tali danni specifici)», ha aggiunto.
«Questo è precisamente l’obiettivo dell’azione collettiva appena avviata da Justice for Players, rappresentata da Finch Dispute Resolution: consentire a tutti i calciatori (che abbiano subito danni solo “generali” o anche più specifici) di ottenere un risarcimento, garantendo al contempo riforme significative nella governance a beneficio di tutti i calciatori professionisti, presenti e futuri», ha concluso il legale di Diarra.