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·25 agosto 2025

CorSport – Napoli: De Bruyne corre, gioca e segna! La nuova vita di KDB…

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CorSport – Napoli: De Bruyne corre, gioca e segna! La nuova vita di KDB…

Non il gol o quel filtrante straordinario con cui nel primo tempo ha messo Rrahmani davanti alla porta del Sassuolo: dopo la partita di sabato a Reggio Emilia, e dopo la prima vittoria con lo scudetto sulle maglie, Conte ha sottolineato l’intensità della prova di De Bruyne e la sua inclinazione a curare la fas e di non possesso. Il Napoli ha acquistato un fuoriclasse giunto alla fine di una carriera straordinaria con una bacheca ricca da far invidia a un re e dopo un mese e mezzo di lavoro s’è ritrovato anche un calciatore funzionale al calcio del suo allenatore. Tutto aggressività e sacrificio. Massima attenzione all’equilibrio. Pressioni e pressing. Che KDB fosse un campione era storia nota a chiunque, ci mancherebbe, ma la capacità di sacrificio e l’umiltà dimostrate in questa prima fase della sua esperienza napoletana hanno anche favorito la metamorfosi nel nome dei Fab Four: non a caso è risultato il primo dei giocatori in campo al Mapei come numero di metri percorsi senza palla. Un elemento fondamentale e soprattutto la possibilità di ammirare insieme Kev, McTominay, Anguissa e Lobotka. Un lusso. Un lusso che costa fatica, ritmo, energie: tutte cose che il ragazzino di 34 anni venuto dal City ha una voglia matta di mettere al servizio della squadra.

Un concetto fondamentale, questo. La grandezza del calcio abbinata a quella dello spirito: il Napoli le ha scoperte giorno dopo giorno, mica all’improvviso. Già: chi ha visto De Bruyne all’opera sin dal primo istante del ritiro a Dimaro, e sin dal primo di infiniti chilometri di corsa, ha immaginato subito il calibro e lo spessore del personaggio. Kevin è arrivato per vincere, quantomeno per provarci, e dall’alto di una classe e di un’intelligenza calcistica evidentemente superiori alla media s’è calato perfettamente nel ruolo di leader. Ma un leader è anche un totem capace di regalare frasi come questa: «Sono io che devo adattarmi ai compagni e non loro a me». La testimonianza che il fuoco sacro è vivo più che mai.


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Intensità fisica a parte, KDB ha arricchito la sua prima passerella in Serie A sprizzando talento e giocate di un valore assoluto. E poi, nel crescendo finale, il primo gol al ciak inaugurale. Al dodicesimo minuto del secondo tempo: una punizione alla De Bruyne, tanto per spiegare all’Italia che il marchio è registrato e il piede destro baciato dagli dei. Una freccia velenosa scagliata alla maniera degli arcieri, dall’alto verso il basso, una goccia di pioggia che ha portato un diluvio di gioia. Che ha messo la parola fine in calce alla partita e la parola inizio in testa all’esperienza italiana dopo dieci anni di Premier.

Era l’uomo più atteso, lo è sin dal secondo successivo all’annuncio del suo arrivo, e il popolo degli appassionati non ha fatto altro che dimostrarlo sin dal suo ingresso in campo anche sabato al Mapei. Uno stadio tutto azzurro, diecimila tifosi napoletani al seguito, l’ammirazione degli avversari a coronare il tutto. De Bruyne corre, gioca, segna. E unisce: nel nome del calcio.

Carlo Gioia

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