Calcio e Finanza
·23 maggio 2023
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Rocco Commisso si prepara a quelli che sono i giorni più esaltanti della sua presidenza, da quando ha rilevato la Fiorentina dalla famiglia Della Valle. Una finale di Coppa Italia e una di Conference League, con l’obiettivo di riportare in Toscana trofei che mancano da tempo. In attesa di queste emozioni, il patron dei viola si è raccontato in un’intervista a La Repubblica.
Commisso spiega che deve tutto al calcio: «Ero molto bravo a scuola e mi piaceva: col calcio però mi sono pagato le borse di studio alla Columbia University che mi hanno aperto tante porte. Anche quelle di Wall Street». Un tuffo nel passato, prima di ricordare i problemi della sua esperienza italiana: «La burocrazia è la rovina di questo Paese. A Firenze ho provato a fare lo stadio nuovo ma non me lo hanno permesso. L’Europa ha poi bloccato i 55 milioni del Pnrr per la riqualificazione della zona attorno all’impianto che è valutato come monumento. L’America ti aiuta coi fondi pubblici, qui si mettono di mezzo l’Europa, il Governo, la Regione, il Comune, la Soprintendenza».
Sullo stadio non ha più dubbi: «Come Fiorentina siamo fuori ormai. È il mio più grande fallimento, il più doloroso. Adesso aspetto che mi dicano quando vorranno iniziare coi lavori, quando finiranno, cosa faranno dell’area commerciale. La Fiorentina non dovrà essere penalizzata, dovrà rimanere a giocare qui magari prevedendo di lavorare a blocchi come accaduto a Udine».
Commisso spiega di non avere intenzione di vendere la Fiorentina ad ora, poi parla dei suoi rapporti con gli altri proprietari del mondo del pallone: «Amici amici, no. Però ho buoni rapporti con Friedkin, Saputo, Iervolino, De Laurentiis. Altri hanno la puzza sotto al naso. A chi mi riferisco? A Torino i tifosi granata hanno contestato per tutta la gara il loro presidente. Eppure, sul suo giornale, c’è scritto che hanno insultato me. È l’esempio perfetto di come Cairo utilizza il suo potere. Io rispetto i tifosi granata e la loro squadra: ho pregato a Superga, conosco la storia. Non ce l’ho con loro, sia chiaro».
Poi, una battuta sulle sue idee per il mondo del calcio: «Mi chiedo perché non si possano fare contratti da 8 anni ai giocatori, come in Premier. Poi non è giusto che tu paghi un calciatore italiano molto più rispetto a uno straniero, sul quale ci sono molte meno tasse. Il Governo dovrebbe aiutare e non mettere in difficoltà lo sviluppo del calcio italiano, come sta accadendo adesso. Mi piace molto il modello dell’U23 portato avanti dalla Juventus».