Cannavaro ricorda: «All’Inter sono stato bene, quando arrivi in certi club capisci una cosa». Poi l’elogio a Lautaro | OneFootball

Cannavaro ricorda: «All’Inter sono stato bene, quando arrivi in certi club capisci una cosa». Poi l’elogio a Lautaro | OneFootball

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Inter News 24

·18 aprile 2024

Cannavaro ricorda: «All’Inter sono stato bene, quando arrivi in certi club capisci una cosa». Poi l’elogio a Lautaro

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L’ex difensore di Inter e Juve, Fabio Cannavaro, ricorda i suoi anni in nerazzurro e commenta anche le prestazioni di Lautaro

Intervenuto ai microfoni di Radio Serie A, Fabio Cannavaro si racconta e parla anche del suo passato all’Inter. L’ex difensore si esprime anche su alcuni calciatori del campionato italiano tra i quali Lautaro Martinez.

SU LUKAKU E I DIFENSORI – «Guardo Lukaku e vedo tutti i difensori che cercano lo scontro, il contatto fisico provando a spostarlo, mai nessuno che scappi cercando di togliergli l’appoggio. Oggi i centrali giocano poco di testa e ancora meno col compagno al loro fianco. Io sapevo che potevo andare in anticipo perché poi c’erano i miei compagni, vedo che adesso succede poco».


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SU OSIMHEN E LAUTARO – «Poi ci sono attaccanti come Osimhen, difficile da marcare; Lautaro, che in area sa quando deve attaccare il primo palo o sfilare dal difensore: ci sono attaccanti che mi avrebbero messo in difficoltà».

IL MIO PASSATO ALL’INTER – «Io sono stato bene ovunque. Anche all’Inter sono stato da Dio, vivevo in centro a Milano, mia moglie ed io eravamo contenti. Non c’è una squadra in cui sono stato meglio. Ho visto le diverse caratteristiche delle società che mi hanno permesso negli anni di crescere a livello personale: quando arrivi in certi club capisci che contano due cose più di tutto, cioè il lavoro e la voglia di voler arrivare all’obiettivo. Quando arrivi a Madrid e vedi tutti quei trofei capisci subito che non si può sbagliare».

LA JUVE – «All’epoca la società si rese conto che avrebbe dovuto vendere dei calciatori, mi dissero che stavano parlando con il Real Madrid: mi stavano dicendo che dovevo andare. Io in due anni a Torino ero considerato a livello di Buffon e Del Piero, perché venivo dall’Inter e sul campo avevo avuto prestazioni importanti. Sono stato bene, con giocatori straordinari e due campionati annullati, ma avevamo una grandissima squadra».

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